di Giancarlo Zampini
settembre 2008
Roberto e Luciano Corsini sono i titolari dell’omonimo frantoio che opera nell’antico borgo di Tizzana, paese medievale per molti anni anche sede del comune di Quarrata.
La storia di questo frantoio la racconta Roberto: <<E’ sicuramente uno dei più vecchi di tutta la provincia di Pistoia: ci lavoravano mio padre, prima ancora il nonno ed il bisnonno. Lavorando in una zona dove non era possibile usare l’acqua, i miei antenati facevano girare la macina con l’asino. Ancora oggi lavoriamo in maniera tradizonale, ma con macchinari nuovi, aggiornati>>.
Una stagione di lavoro molto lunga, una volta: <<Fino ad una ventina di anni fa le olive venivano frante dalla fine di novembre alla fine di febbraio. Ricordo bene con mio fratello Luciano – avevamo vent’anni – le lotte che facevamo con mio padre per potere andare al veglione di carnevale: permesso quasi sempre negato perché il frantoio macinava olive giorno e notte. Adesso>>, dice ancora Roberto Corsini, <<la stagione della raccolta è stata anticipata di molto, tanto che si inizia a frangere verso la metà di Ottobre e si termina a metà Dicembre: raro arrivare fino alle feste natalizie>>.
Una questione di qualità: <<Si è scoperto che se le olive si frangono appena colte l’olio ricavato è di grande qualità: una volta venivano riposte ammassate e portate al frantoio anche 15 giorni dopo la raccolta>>.
Dica la verità, ma l’olio di Quarrata è buono?: <<E’ un piacere frangere le olive della nostra zona, il prodotto che si ricava è di qualità eccezionale, e questa, mi creda, non è partigianeria>>.
Oggi i frantoi sparsi nel territorio quarratino sono tre o quattro, che lavorano per terzi ed un paio all’interno delle aziende agricole più grandi. Molta delle produzione riguarda piccoli proprietari che contano un centinaio di piante di olivo ciascuno o poco più, ma anche se la quantità è minima, la loro presenza è di fondamentale importanza per la conservazione del territorio. Allora, fino a quando ci saranno i produttori – anche se piccoli – ed i frantoi. come quello dei fratelli Roberto e Luciano Corsini, anche il paesaggio toscano non cambierà immagine, sarà sempre come quello vissuto da Leonardo da Vinci, che non era uno di NOIDIQUA ma uno di là, anche se per pochi chilometri.