di Carlo Rossetti
giugno 2009
Si è svolta a Quarrata, nel mese di aprile, per il Venerdì Santo, la rievocazione della Passione di Gesù Morto. Al di là di ogni considerazione di ordine religioso, che tralasciamo, ci piace sottolineare l’aspetto puramente esteriore della manifestazione. Soprattutto mettere in risalto l’insieme costituito dai vari gruppi di figuranti, la bellezza e l’originalità dei costumi echeggianti un certo cinema, che nelle precedenti edizioni mostrava qua e là qualche pecca, dovuta molto probabilmente all’improvvisazione individuale.
Questa volta invece abbiamo ammirato un’uniformità non riscontrata prima d’ora, una sensibilità nella scelta e nell’accostamento dei colori, alcuni dei quali dai toni smorzati, altri invece, più accesi, ma sempre perfettamente intonati gli uni agli altri. Non si può tralasciare di menzionare coloro che hanno dato il volto ai personaggi principali. Sapientemente truccati dall’équipe di Filistrucchi di Firenze, tutti hanno contribuito alla riuscita della Processione con un atteggiamento rigoroso e un’aderenza fisica al personaggio, non comuni. Senza volere far torto a nessuno però, vogliamo mettere in risalto le due figure di maggiore importanza, quella della Madonna e quella di Gesù.
Entrambi, avvalendosi di costumi bellissimi, frutto delle abili mani di Franco Melani, hanno saputo conferire al proprio personaggio la necessaria compostezza, l’aspetto solenne stemperato attraverso un’espressione di contenuto dolore, senza mai forzare i toni, così come si richiede a rappresentazioni del genere. Elisabetta Bresci ha dato al personaggio della Madonna l’apporto di un’intima tensione, di una sentita partecipazione. Luca Ginanni ha conferito un aspetto dolente e ieratico alla figura di Gesù, per mezzo di una sofferta, accennata espressione del volto, destando al suo passaggio non poca emozione. Convincente perciò la loro rappresentazione, di grande forza espressiva, rispondente all’iconografia religiosa che ci è stata tramandata. Bravi a tutti e due, ma comunque bravi anche gli altri.
Forse, una rievocazione del genere avrebbe bisogno di un percorso più adatto, affinché l’insieme potesse avere il giusto risalto isolato da tutto il resto, ma si sa che non è possibile ignorare il tracciato cittadino, oltre all’impossibilità di individuarne uno alternativo rispondente a ben precise caratteristiche scenografiche. Un particolare elogio va quindi agli organizzatori, per la non facile, immaginiamo, realizzazione dell’evento, che avrebbe meritato più gente, e di cui sarebbe valsa la pena realizzare una ripresa filmata per intero.