di Daniela Gori
Una carriera di ostetrica competente e talmente lunga che spesso a loro volta le stesse partorienti erano state fatte nascere da lei. E Gilberta restava vicina alle puerpere in un momento della loro vita tanto delicato, sostenendole anche nel periodo successivo al parto, per dare i consigli necessari alle prime cure del neonato. Un mestiere, o meglio una professione, tramandatole dalla madre Rosina, dalla quale, anche mentre studiava a Firenze in tempo di guerra, aveva appreso i segreti dell’esperienza. Ai tempi in cui i bambini nascevano in casa, Gilberta, come già aveva visto fare a sua madre, era sempre pronta a correre non appena veniva chiamata. Non c’erano notti o giorni di festa per lei: quando le doglie cominciavano a farsi sentire a intervalli ravvicinati “andate a chiamare la levatrice!” dicevano le future mamme, e via di corsa eccola che arrivava. Le memorie di Gilberta Covizzoli sono anche in un suo libro autobiografico, “La mamma”, grazie all’interessamento e alla collaborazione della figlia Alessandra, docente di lettere e responsabile del centro culturale “Sbarra” e della nipote Paola Pellegrini, avvocato e nota musicista rock.
Foto sopra: Gilberta con la figlia Alessandra Covizzoli e la nipote Paola Pellegrini.