di Massimo Cappelli
marzo 2017
A volte le storie assumono un significato che va oltre il senso del loro contenuto primario, è proprio il caso di Nello Magini e della Polisportiva “Quarrata Pallavolo”, che oltre a segnare un’epoca attraverso l’agonismo e le vittorie della squadra, ha contribuito a far avvicinare e convivere fra loro dei giovani appartenenti a due ambienti diversi. Siamo nel mezzo della seconda metà del secolo scorso, ci troviamo nel pieno del boom economico, ma anche in piena Guerra Fredda quando il mondo era diviso in due: la Russia e l’America, la sinistra e la destra, il padrone e l’operaio, la Chiesa e la Casa del Popolo. Erano gli anni della contestazione e non era difficile che gli animi si riscaldassero e che qualcuno, discutendo di politica, arrivasse anche alle mani. Insomma, i missili non erano solo puntati fra Russia e America ma anche fra Via Fermi e Via Trieste, dov’erano ubicate rispettivamente la casa del popolo e la canonica del prete. Ne abbiamo parlato con Nello Magini, per trentacinque anni presidente della Polisportiva, e assieme a Alessandro Allegri, uno dei primi atleti e poi dirigente della società sportiva.
Nello com’è iniziata la tua passione per la pallavolo?
Nello. Negli anni Sessanta lavoravo a Firenze per una impresa edile. È stato lì che ho maturato la passione per la pallavolo grazie soprattutto alla mitica V.V.F.F. Ruini di Firenze (squadra che vinse molti scudetti in quegli anni) ai tempi dell’indimenticabile palleggiatore Mario Mattioli. Quando nella seconda metà degli anni Sessanta alla casa del popolo, stavano costruendo il Tamburo della Luna, sotto alla sala c’era un grande spazio al coperto e il Consiglio aveva il desiderio di crearvi attività culturali e sportive. Fu allora che mi venne in mente di formare una squadra di pallavolo. Mi fu dato mandato, montammo una rete e, con la preziosa collaborazione di Dario Magazzini e altri, iniziammo con qualche ragazzo a giocare, prima per divertimento e poi ufficialmente.
Immagino fu così che nacque la “Quarrata Pallavolo”. E la fusione da “Compromesso Storico” come avvenne?
Nello. Grazie a Mario Morini, in quegli anni assessore allo sport, riuscimmo ad avere accesso alla palestra comunale. Iniziammo ad allenarci lì e a disputarvi gli incontri con una squadra già molto ben amalgamata. Anche don Bruno, il cappellano di allora, dopo qualche tempo, mise su la squadra di pallavolo maschile e femminile: la G. S. David. I nostri rapporti furono da subito ottimi, loro venivano sempre in palestra a vederci e quando iniziarono a giocare a livello agonistico facevamo spesso anche delle amichevoli. Purtroppo però, a differenza di noi, non riuscivano ad avere buoni risultati e fu così che dopo qualche anno, con don Bruno, decidemmo di fare una struttura unica, anche perché qualcuno dei loro giocatori aveva chiesto di venire con noi.
Alessandro. Quelli furono sicuramente gli anni migliori e più entusiasmanti; fummo promossi nel ’72, ’75, ’77 e ’80, passando dalla 3° Div. Provinciale (poi serie D) alla C2 ed alla C1. Per vari anni abbiamo avuto anche due squadre, una delle quali, con i giovani, militava nel campionato provinciale. Il successo che abbiamo avuto è stato possibile anche grazie alla intuizione di Nello che vedeva nel vivaio giovanile l’unica e vera possibilità di sviluppo. Questo aveva una doppia funzione: sociale, perché toglieva i ragazzi dalla strada, e agonistica con grandi risultati, anche grazie al giovane allenatore/giocatore Athos Querci che con le sue moderne visioni di allenamenti e tattiche di gioco, oltre alle sue strategie innovative per amalgamare la squadra. Io allora già grande e patentato, oltre a giocare, collaboravo con lui condividendo le sue idee. Ricordo che, per portare i giovani dalla nostra facevamo azione fuori dalle scuole. Riuscimmo anche a sfatare il mito (ride) che sudare facesse male, perché potrà oggi sembrare impossibile, ma le mamme di allora la pensavano così. Devo poi dire che Nello per noi era veramente una sicurezza, un punto fermo, un vero e proprio perno sul quale poter sempre contare, senza ombra di dubbio. Per tutti noi è stato quasi un secondo padre.
Nello. Oltre all’impegno veramente particolare dei ragazzi, (impossibile citarli tutti, ndr) che varie volte sono riusciti in imprese che apparivano irraggiungibili, i risultati furono davvero raggiunti soprattutto grazie ad Athos Querci allenatore storico dal 1971. Fu proprio in quell’anno che vincemmo il primo Campionato Provinciale, in seguito scalammo, stagione dopo stagione, nei campionati della Federazione Pallavololo le varie categorie, fino ad arrivare alla B2 nel 1992. La società era cambiata ma la scintilla iniziale era quella della Polisportiva del 1968. Una chicca che ricordo con piacere è quando un nostro atleta dodicenne vinse a Bologna, con altre coetanei di altre regioni, il campionato italiano di Minivolley. Dal 1978, anno in cui la G. S. David chiuse definitivamente, quasi tutti i ragazzi vennero da noi, con non poche opposizioni da parte di qualche genitore più radicale. Ricordo che per poco tempo abbiamo avuto anche la Mantellassi Legnami, la loro squadra femminile.
E l’avventura come si è conclusa?
Nello. Nei primi anni Novanta, ai tempi della Giunta Marini, ho gestito con la Società per dieci anni il nuovo Palazzetto dello Sport di Quarrata. Poi, per problemi familiari, nel 2003 fui costretto a cedere. Il mio ritiro da presidente avvenne proprio in concomitanza alla prematura scomparsa di colui che aveva ispirato e alimentato la mia passione per questo sport: il già citato mito della pallavolo Mario Mattioli (233 presenze in Nazionale) che fra l’altro, per un periodo allenò anche la nostra squadra.