Ciao Niki

Ciao Niki

di Massimo Cappelli

marzo 2017

Non mi ricordo se durante uno spettacolo o parlando fra noi, una volta l’ho sentito pronunciare questa frase presa in prestito da Jim Morrison“Sono nato piangendo mentre tutti ridevano, morirò ridendo quando tutti piangeranno”

All’inizio di quest’anno, in conseguenza ad una pancreatite fulminante, Niki Giustini, il celebre cabarettista, attore comico e imitatore toscano, se n’è andato per sempre lasciando tutti in un grande sconforto. Era una persona molto buona, solare e generosa che trasmetteva buonumore non solo sul palcoscenico ma anche nella vita di tutti i giorni; bastava stargli dieci minuti accanto per essere contagiati dalla sua grande allegria. Ricordo che quando veniva avvicinato dai fan, che molto spontaneamente gli ricordavano i suoi tormentoni e le sue battute, lui, a differenza di molti suoi colleghi, il più delle volte infastiditi da questo comportamento, si dimostrava sempre disponibile e instancabile, conversando con chiunque gli rivolgesse la parola. Quando muore un artista, si sa, ciò che lui lascia in eredità al mondo non muore mai. Se ad andarsene è un grande dispensatore di serenità come Niki, succede che insieme al pianto si mescoli anche il sorriso, provocando un’insolita e stridente sinfonia di emozioni. Jim Morrison, in questo caso, dovrebbe rivedere il suo concetto. 

Conoscevo Niki Giustini da quasi trent’anni, molte volte abbiamo lavorato insieme alla realizzazione di spot radiofonici e televisivi. Lui è stato con Graziano SalvatoriMarcello Bartalini e altri, nel cast di “Caramelle”, una produzione mia e di Francesco Pacitto che andava in onda su Canale 10 una decina di anni fa. In tutti questi anni ho potuto apprezzare il suo grande talento, la sua disponibilità e la sua grande professionalità.

Niki Giustini, dopo aver fatto qualche anno il carabiniere, iniziò la sua professione di comico con “Succo d’Arancia” prima, e “Vernice Fresca” e “Aria Fresca” poi. I suoi personaggi più conosciuti erano (per citarne solo un paio) l’aretino Pino Caroti da Rigutino e il sardo Gavino, inoltre faceva molte imitazioni che poi diventavano esse stesse dei veri e propri personaggi. Ma il suo cavallo di battaglia è stato indubbiamente “la Prinz” (che adesso sta diventando un monumento alla sua memoria), ovvero il monologo che racconta di una famiglia fiorentina degli anni Settanta, a bordo della mitica auto tedesca, sulla via del ritorno da una domenica di agosto passata a Viareggio. Nell’esilarante storia, piena di rumori, voci e battute in vernacolo toscano, si instaura un vero e proprio dialogo fra l’auto e i suoi passeggeri, con una conclusione che ha del tragicomico.

Ecco alcune fra le migliori battute di Niki raccolte anche nella sua piccola pubblicazione del 1995 “Emma l’Oca e le altre poesie”.

Me ricordo de quando tornai a casa e ne dissi alla mi moje «Neda, vengo dal Comune, m’hanno fatto membro de la giunta». E lei «era mejo se t’avevano fatto una giunta al membro».

Io e la mi’ Neda, quando ce siamo conosciuti è stato amore a prima vista eh? Perché se la guardavo ‘na seconda volta col cavolo che la prendevo. 

Sei mesi fa siamo andati a Torre del Lago, Neda non aveva mai visto il mare. Appena vide tutta quell’acqua e gli ombrelloni me disse «essa’, ce deve piove de nulla da queste parti».

Con il passare del tempo il suo repertorio, via via, si rinnovava. Ecco alcune battute dei suoi ultimi spettacoli: 

«Io abito a Migliarino, un paese che si trova tra Pisa e “tra-vestiti”. Da noi ci fanno il “Tour de Trans”, una corsa di biciclette ma… Senza sellino!»

«Non sono grasso, sono solo gonfio perché vado in motorino a bocca aperta».

Alla fine di ogni spettacolo concludeva sempre così: «E… come dicono alla Banca del Seme: “grazie per essere venuti».

Poesia EMMA (sottotitolo cittinooo)

Emma, hai una splendida famiglia

una splendida casa, una splendida mamma ed uno splendido papà 

Emma tutto è splendido a casa tua tranne tua sorella, che se fa toccare il sedere, che fa piedino sotto il tavolo e se tira su la gonnella.

Emma, Emma, Emmaiala la tu’ sorella.

Poesia L’OCA (sottotitolo cittinooo)

Un giorno ho visto un’oca triste e le ho detto OCA… FATTO?

Il giorno dopo ho visto l’oca con le mani davanti agli occhi e le ho detto OCA… VISTO?

Il giorno dopo ancora ho visto quest’oca che con le mani se tappava le orecchie e le ho detto OCA…SENTITO?

Stamani c’era quest’oca tutt’arrabbiata, prima che le dicessi qualcosa, lei m’ha detto OCA… ZZI TUA ‘NTE LI FAI MAI?

 

Ti ricorderemo sempre sorridendo, grazie di tutto Niki. Ciao.

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