Psicologi per i popoli e Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus

Psicologi per i popoli e Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus

di David Colzi

dicembre 2009

Tra le qualità dei nostri concittadini c’è sicuramente la solidarietà e l’impegno civile. Ascoltando tante storie raccontate dai lettori, abbiamo deciso di inaugurare una nuova rubrica che speriamo venga utilizzata da tutti coloro che si dedicano agli altri non solo come lavoro, ma anche e soprattutto nel tempo libero. In questo primo numero portiamo alla vostra attenzione la storia di due quarratine, Caterina Gestri e Fabiola Cinalli, due donne che hanno intrapreso un cammino che le ha portate ad avvicinarsi ad alcune associazioni che si occupano di tematiche importanti, come gli incidenti stradali o l’aiuto alle popolazioni durante le calamità naturali.

Psicologi per i Popoli è un’associazione nazionale di volontariato aperta a tutti i professionisti che intendono portare il proprio contributo. Nel quotidiano, l’associazione si occupa anche della formazione di volontari auser, e delle problematiche legate al territorio come l’integrazione, il lavoro. Attualmente la sede più vicina è a Firenze. Caterina Gestri sta cercando di far aprire una sede anche a Quarrata. Chi fosse interessato può contattarla al numero: 338 1110142. Caterina è anche impegnata nel Centro d’ascolto che nasce nel luglio 2007 per volontà del parroco Don Mauro Baldi e di alcuni volontari. Sono una decina di persone che a rotazione si dedicano all’ascolto dei problemi personali e all’accoglienza, con la distribuzione di generi alimentari alle persone e alle famiglie in difficoltà della nostra comunità.

Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus. Di questo e molto altro ci parlerà la Presidente regionale Fabiola Cinalli. Attualmente la sede che è sul nostro territorio necessita di volontari. Chiunque volesse dare il proprio contributo può chiamare Fabiola al numero: 334 3521291.

 

Caterina Gestri 

La storia di Caterina Gestri?
Mi sono laureata in Pedagogia; ho lavorato per un periodo nelle scuole medie e lì mi sono accorta del valore del dialogo per comprendere gli altri. Così ho deciso di prendere anche una Laurea in psicologia mentre continuavo a lavorare. Adesso sto facendo la specializzazione per diventare Psicoterapeuta.

E Psicologi per i Popoli?
Mi sono sempre interessata della psicologia delle emergenze. L’associazione Psicologi per i Popoli l’ho conosciuta tramite colleghi. Ho avuto i primi contatti nel 2008; poi ho proseguito seguendo gli incontri che vengono fatti ogni mese. Deve sapere che questo tipo di incontri serve moltissimo per preparare i volontari ad affrontare le “missioni”.

So che è stata in Abruzzo dopo il terremoto.
A Castelnuovo, un paese di poche anime, vicino l’Aquila. Essendo piccolo, è apparso meno sotto i riflettori rispetto a paesi più grandi come Onna, ma anche li la situazione è devastante.

Che esperienza è stata?
Bellissima, e la ricorderò per tutta la vita. Il campus funzionava così: ogni settimana si alternavano due psicologi, così anche io ho avuto i miei sette giorni di lavoro. Anche in quel caso, i colleghi che arrivavano dopo, venivano aggiornati e preparati da coloro che già erano sul posto. Lei si immagini la complessità delle emozioni che anche noi volontari provavamo!

Come si deve comportare un professionista come lei in quelle situazioni?
Devi esserci dentro ma non troppo; devi capire le emozioni senza lasciarti emozionare, altrimenti rischi di non essere di alcun aiuto alla popolazione. Questo vale anche per i volontari delle altre associazioni che sono tutt’ora in Abruzzo; sono persone eccezionali, e pensi che lì ci sono anche tanti nostri concittadini!

Com’era la situazione?
Il caos, il delirio. Si immagini che in una notte la vita cambia radicalmente. Pensi soprattutto a chi non aveva un altro posto dove andare ed è tutt’ora costretto a vivere in tenda, con altre persone che non sono solo i famigliari, ma anche estranei.

Mi incuriosisce molto questa foto:
Quello era il nostro studio! Come vede rimaneva dietro un ambulanza, e noi lì si riceveva le persone, si faceva le riunioni ecc… Insomma ci arrangiavamo come meglio si poteva. Insieme a me si vede anche Denise Pagano, Presidente della sede di Firenze di Psicologi per i Popoli di cui io faccio parte.

Ripartirebbe per un esperienza simile?
Ho già dato la mia disponibilità.

 

Fabiola Cinalli 

Come è arrivata all’AIFVS?
Ho conosciuto questa associazione su consiglio dei ragazzi del Pozzo di Giacobbe. Nel periodo subito dopo l’incidente di mia figlia Sara (foto in basso) nel 2005 ero molto arrabbiata e con tanta voglia di giustizia; sono stati questi ragazzi straordinari a convincermi a canalizzare tutte le mie energie in questo progetto, contattando appunto l’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada nella sua sede di Roma.

Di cosa vi occupate?
La nostra lotta quotidiana consiste nel dare giustizia ai superstiti e mantenere la memoria di chi non c’è più. Poi cerchiamo di stare vicini alle famiglie nei momenti più difficili. Io purtroppo ho dovuto cavarmela da sola, per questo non appena ho conosciuto questa associazione, mi ci sono dedicata con tutta me stessa.

C’è partecipazione nella nostra comunità?
Sinceramente poca. Io ho notato con dispiacere che quando viene fatta la fiaccolata del 14 Luglio a Quarrata, in ricordo del giorno dell’incidente di Sara, ci sono più autorità locali che persone della nostra comunità civile; forse manca la sensibilità.

Però a Quarrata ci sono le sagome nere ai bordi delle strade: cosa simboleggiano?
Ogni sagoma rappresenta qualcuno che ha avuto un incidente mortale in quel luogo. Quello è un monito, soprattutto ai giovani, per sensibilizzarli ricordandogli che quando si è in strada, se non si sta attenti, si può far del male a se stessi e a gli altri. Mi spiace molto quando vedo quelle sagome deturpate da nostri concittadini, che a volte ci attaccano sopra cartelli per indicare feste, compleanni o battesimi… insomma mi sembra poco rispettoso!

Di cosa avete bisogno come associazione?
Abbiamo bisogno di volontari qui in zona che aiutino la nostra associazione ad essere sempre più conosciuta. A livello nazionale i nostri soci si stanno dando un gran daffare, ottenendo anche qualche risultato, ma per cambiare qualcosa bisogna impegnarsi tutti anche sul territorio. Per fortuna fra breve apriremo la nostra sede provinciale in uno spazio messo  disposizione dal comune di Pistoia.

Progetti futuri?
Avendo degli sponsor, la nostra idea sarebbe quella di raggiungere una cifra tale per poter regalare un etilometro a ciascuna forza dell’ordine presente sul territorio: uno ai carabinieri, uno alla polizia ecc… Perché  chi si mette alla guida ubriaco può rovinare l’esistenza di una famiglia: o la sua, o come nel caso di Sara, la nostra.

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