di David Colzi
giugno 2010
Carla Pecorini, colonna portante dell’Avis Quarrata. Qual’è la storia di questa Associazione?
Tutto è iniziato nel 1961, quando bussò alla nostra porta un signore di nome Oderigo Fabbri, ferrucciano, che donava il suo sangue all’Avis Pistoia: fu lui a parlare a me e mia sorella Luciana di questa Associazione, e fu sempre lui ad avere l’idea di fondare la sezione quarratina, dato che nella nostra città vi erano donatori. La sede è sempre stata presso l’ospedale Caselli.
Quindi lei è nell’Avis Quarrata dagli inizi…
Esatto, e fra poco festeggeremo i 50 anni del nostro progetto. Pensi che abbiamo iniziato con un piccolo gruppo di donatori e adesso sono circa novecento, e l’anno scorso abbiamo fatto oltre mille prelievi di sangue.
Chi altro c’era?
Negli anni, chiunque è passato per l’Associazione è stato importante, però direi che il dottor Athos Capecchi è stato fondamentale, soprattutto per iniziare, in quanto è stato il Direttore Sanitario del centro fin da subito. Da sottolineare il fatto che lui si è sempre prestato gratuitamente.
I quarratini hanno capito l’importanza di questa Associazione?
Credo che a Quarrata l’Avis abbia una certa rilevanza, grazie anche al comune che è sempre stato molto presente nelle nostre manifestazioni. I donatori poi sono fantastici, perché a qualunque ora li chiamiamo, sono sempre pronti.
E come si dividono in percentuale?
Da sempre ci sono più uomini che donne, ma negli ultimi anni le nuove generazioni di donatori vedono una rimonta delle ragazze sui ragazzi. (sorride) Come fasce di età abbiamo in prevalenza persone dai 35 ai 45 anni. E’ molto importante ricordare che il sangue lo si può donare fino a 65 anni.
Ci parli un po’ della festa…
La festa annuale del donatore di sangue è un appuntamento che viene fatto in tutte le sezioni ed anche noi non ci siamo mai tirati indietro. Iniziamo con la messa e poi proseguiamo con la manifestazione, nel corso della quale vengono premiati i donatori benemeriti, cioè i più generosi. Può sembrare qualcosa di superfluo o fine a se stesso, ma i “nostri” ci tengono molto. (sorride)
So che l’Avis Quarrata va anche tra i banchi di scuola…
Vero. Ci occupiamo delle medie inferiori e dell’Istituto d’Arte. Tutti gli anni vengono al centro le classi seconde delle medie, una a turno ogni Sabato. Noi gli parliamo dell’importanza del donare sangue e li sensibiliziamo sull’argomento. Bisogna ammettere che non è facile convincere nuovi donatori…
Il suo nome è anche associato all’A.i.d.o
L’Associazione Italiana per la Donazione di Organi, ci vede protagonisti come sezione quarratina dal 1977. In questo caso il percorso di sensibilizzazione è ancora più difficile, perché si parla di qualcosa che riguarda la nostra morte: purtroppo sempre più spesso ci tocca fare contro informazione su questo argomento, perché molte notizie che arrivano da giornali e Tv non sono molto corrette. Ad esempio su questo argomento c’è una buona notizia: la Toscana è al primo posto in Italia per i trapianti. Infine Sia l’Aido che l’Avis, qua da noi hanno la stessa sede.
Qual è la pubblicità migliore?
Quando un donatore porta un amico e si fa prelevare il sangue davanti a lui, per dimostrargli che è una cosa naturale e non dolorosa: anzi, per essere donatori, ogni volta si fanno esami per capire lo stato di salute della persona, quindi questo gesto umanitario diventa anche un’occasione per tenere sotto controllo la propria salute.
Molti sono convinti che l’Avis Quarrata le deva molto…
E’ vero il contrario! In verità io devo molto non solo all’Avis e ai suoi volontari, ma anche a mia sorella Luciana che segue l’Associazione da sempre insieme a me.
Che altro dire?
Venite a trovarci! Il nostro centro trasfusionale è un ambiente familiare dove ci si conosce tutti e quando è giorno di prelievo, si passano dei bei momenti a ridere e scherzare con i donatori: insomma, è proprio vero che “buon riso fa buon sangue”.