di David Colzi. Ph: Foto Olympia
settembre 2021
Alessandro Margheri è un consulente finanziario partner di Azimut, “la prima realtà finanziaria indipendente nel settore del risparmio gestito, attiva da 30 anni e quotata alla Borsa italiana di Milano”, come si legge sul loro sito. Noi siamo andati a trovarlo per sapere qualcosa di più sul mondo degli investimenti, certi della sua ventennale esperienza nel settore, alla quale va sommata la precedente esperienza maturata, sempre nel mondo della finanza, quando lavorava presso la sede locale della Banca Toscana.
Alessandro, parliamoci chiaro: per molti non addetti ai lavori, il mondo degli investimenti è qualcosa di irreale, quasi oscuro, al quale si affida con sospetto i propri risparmi.
Invece seguire la Borsa con tutte le sue oscillazioni, ti mette in rapporto costante con la realtà nazionale e internazionale e soprattutto con l’economia reale, perché le aziende sono il motore del lavoro e del benessere. E’ qualcosa di concreto che riguarda tutti.
Qual è la filosofia giusta?
E’ quella di risparmiare investendo, mettendo cioè i soldi a lavorare. Con il risparmio gestito la possibilità di investire è aperta un po’ a tutti, si pensi che con soli 1500 euro è possibile accedere ad un Fondo Comune di investimento, e con 50 ai versamenti ricorrenti, o ai fondi pensione.
Comunque in Italia, il caro vecchio mattone resta l’investimento più gettonato.
…E i risultati si son visti! Oggi tante persone si ritrovano appartamenti che restano vuoti, perché magari i figli, giustamente, hanno preso la loro strada e vivono altrove, di conseguenza quegli immobili vengono affittati per non essere solo un costo, con i problemi che ne conseguono. Questa mentalità è nata negli anni ’80, quando ci fu una grossa spinta speculativa sull’edilizia, aiutata dalle svalutazioni della lira, e si pensava che investire soldi nel mattone fosse come metterli in banca.
Bene, allora c’è chi potrebbe dire: «meglio lasciare i soldi sotto il materasso», cioè metterli tutti sul conto corrente o su un libretto.
Si può fare, certo, ma così ciò che hai, rimane fermo… tasse escluse, naturalmente. A riguardo noto con piacere che i nonni stanno acquisendo la mentalità giusta sui risparmi e tanti vengono da noi per accendere un fondo pensionistico da lasciare ai loro nipoti.
Se lo hanno capito i nonni, immagino i giovani…
Invece no. Tanti ragazzi aspettano a investire, ignorando fra l’altro che i fondi di investimento, hanno bisogno di tempo per maturare, per cui prima parti e migliore sarà il risultato. Stessa cosa per le pensioni integrative. Chissà, forse i giovani sanno di avere più tempo, oppure è colpa di noi genitori che non siamo riusciti a fargli ben comprendere che andiamo verso una società dove nulla sarà veramente garantito, e il futuro ognuno se lo dovrà costruire da sé, anche in termini di sicurezza economica.
Allora diamo qualche consiglio.
Non ci sono soluzioni uguali per tutti: bisogna mettersi a tavolino e pianificare un pacchetto specifico in base all’esigenze del singolo o della famiglia. Certamente se uno ha bisogno a breve di liquidità per comprarsi la casa, conviene che i soldi li tenga direttamente sul conto corrente. Comunque, visto come va il mercato del lavoro, che impone ai giovani una certa mobilità, ribadisco che non so quanto convenga investire sul mattone, perché magari da qui a qualche anno un ragazzo o una ragazza potrebbero trovare lavoro in un’altra città o regione… o addirittura Stato, come è accaduto a mio figlio che oggi vive in Austria.
Voi di Azimut avete uno sguardo ampio sul mondo economico italiano, dato che anche gli imprenditori sono vostri clienti: come siamo messi?
L’Italia è costellata di tante piccole e medie imprese che con i loro prodotti competono a livello mondiale e tante di queste sono vicine a noi. In generale siamo ben attrezzati per il mercato globale e produciamo innovazione, anche se la burocrazia italiana non facilita le cose. Quindi dobbiamo smetterla di dire che “eravamo” i migliori, perché in molti settori lo siamo ancora.
Da un po’ di tempo si parla di investire sulle energie rinnovabili: cosa ne pensa?
Attualmente questi sono settori che creano lavoro e credo che nel futuro se ne parlerà parecchio, così come si investirà sempre più sulle aziende che sfruttano energie rinnovabili e l’acqua potabile, considerata l’oro di domani. Alcuni grossi investitori in Cina, con l’immensa popolazione che ha da soddisfare, stanno andando proprio in quella direzione. L’importante è ragionare con la propria testa e non innamorarsi “delle mode del momento”, guardando il mercato sempre con occhio critico e mantenere sempre una buona diversificazione.
Nel 2022 ricorreranno i vent’anni dell’Euro: che bilancio possiamo fare?
Va detto che accettandolo, noi come Stato dovevamo fare tutta una serie di riforme per equipararci agli altri Paesi, senza poter più giocare al bisogno, la famosa carta della “svalutazione della moneta”, come avevamo sempre fatto. Credo che negli anni molti governi siamo stati poco responsabili e noi cittadini l’abbiamo un po’ subito questo Euro, ma da qualche tempo ci siamo messi sulla strada giusta, magari viaggiando un po’ lenti. Io comunque sono molto fiducioso sull’Italia, siamo un popolo e una Nazione fantastici, abbiamo una grande opportunità di investimento sul nostro Paese; peccato che per ora lo hanno visto molto di più gli investitori esteri.
D’altronde la parola “fiducia” fa da filo conduttore a tutta questa conversazione.
Certo, fiducia soprattutto nei confronti del consulente. Basti pensare che i professionisti come me lavorano principalmente tramite il passaparola, quindi i nuovi clienti che vengono a cercarmi, sono stati indirizzati da coloro che per primi mi hanno dato fiducia e che io non ho illuso con vane promesse.