di Massimo Cappelli
dicembre 2021
Il 21 ottobre scorso sono passati sei anni esatti dalla data “21 ottobre 2015”, giorno dell’arrivo di Marty McFly e di Emmet L. “Doc” Brown, provenienti direttamente dall’anno 1985 a bordo della loro DeLorean DMC 12, trasformata da Doc in macchina del tempo. I più affezionati del cinema cult anni Ottanta, avranno sicuramente capito che stiamo parlando del film “Ritorno al Futuro parte seconda”, prodotto da Steven Spielberg, scritto da Bob Gale, diretto da Robert Zemeckis e interpretato da un giovane Michael J. Fox e da Christopher Lloyd.
La trilogia, fantastica sia per trama che per gradevolezza, racconta i viaggi nel tempo e le avventure dei due protagonisti Marty e Doc: spostamenti temporali, indietro e in avanti dal 1985 che danno origine ad una serie di esilaranti peripezie. Nel 1955, nel primo episodio, Marty incontra sia suo padre, George McFly al tempo suo coetaneo, timido, goffo e dalla scarsa autostima, che sua madre Lorraine, della quale George è pazzamente innamorato ma non trova il coraggio di dichiararsi. Marty capisce che se suo padre non avesse incontrato e sposato sua madre, avrebbe stravolto il corso degli eventi e al suo ritorno al futuro lui non sarebbe mai esistito. Per questo il ragazzo si butta a capofitto nella sua missione scagliandosi contro Biff Tannel, capo di una banda di bulli, che sbeffeggia continuamente il buon George perché vuole avere la meglio sulla sua amata. In una parte del film c’è anche l’innamoramento di Lorraine verso Marty, con un conseguente e ardente bacio dato dalla madre al futuro figlio palesemente molto imbarazzato. Anche lei però afferma di aver avuto un senso di disagio come se, dice, avesse baciato suo fratello. Pare fu per questa scena che la Walt Disney Productions, Casa di Produzione cinematografica notoriamente conformista, rifiutò il lavoro ritenendo la trama al limite dell’incestuoso.
Fare oggi un’analisi del secondo episodio di questa saga mi ha fatto molto riflettere, soprattutto nella parte dove Doc e Marty decidono di raggiungere il 21 ottobre 2015, programmando la data sul cruscotto della DMC 12 per fare il salto in avanti di trent’anni. Avendo io vissuto gli anni Ottanta, ho cercato di ricordare come allora mi immaginavo il futuro, e come la realtà oggi sia diversa da quello che io credevo. Sicuramente in maniera non molto distante di come immaginò lo sceneggiatore Bob Gale che, ovviamente, descrisse fatti più legati alla fantasia che alla tecnologia, come per esempio skateboard volanti, scarpe che si allacciano da sole, ma anche lettere di licenziamento trasmesse via fax. Non potevamo immaginare, allora, di essere oggi costantemente connessi con il mondo attraverso Internet, che le auto potessero guidarsi da sole e frenare in vista di un ostacolo, che una voce proveniente dal cruscotto potesse indicarci la meta desiderata in ogni parte del mondo. Oppure che, chiamando Alexa, con un semplice comando vocale si potesse accendere la luce o il televisore, aprire la porta o chiudere le tapparelle. Che si potesse con un telefono fare foto ma anche pagamenti alla cassa, consultare il meteo ogni giorno e molto altro ancora. Queste erano tutte esperienze che allora non potevamo nemmeno immaginare. Su una cosa però Bob Gale ci aveva azzeccato: sui licenziamenti da remoto! Non via telefax, allora appena inventato, ma via e-mail, come pare ultimamente sia di moda per alcune grandi aziende.
Nel suo viaggio nel passato, Marty è riuscito a cambiare le sorti della sua famiglia. Quando era partito per il 1955, suo padre George era ancora, come ai tempi della scuola, succube di Biff Tannel che nel frattempo era diventato anche suo capufficio. Sua madre invece era una donna alcolizzata insoddisfatta della vita a causa del marito debole e poco reattivo. Al suo ritorno a casa, Marty trova una situazione totalmente diversa: George è uno scrittore di successo che sta per pubblicare il suo primo romanzo di fantascienza, Lorraine invece è una moglie felice e innamorata. Biff non fa il capufficio ma gestisce un autolavaggio lucidando umilmente i vetri delle auto, anche al bellissimo fuoristrada del buon vecchio George. Il lavoro fatto da Marty sulle decisioni e sulla motivazione del giovane che poi sarebbe diventato suo padre, aveva dato i suoi frutti, e adesso tutta la famiglia godeva dei benefici raggiunti.
Molti anni fa, ad un seminario di Anthony Robbins sulla Programmazione Neuro Linguistica, ho sentito pronunciare proprio da lui questa frase: “E’ nel momento delle decisioni che si delinea il nostro futuro”. Questo è vero, perché le nostre decisioni hanno il potere di cambiare il nostro destino. Tutto quello che ci accade non è determinato solo dal caso ma soprattutto da ciò che noi decidiamo. Solo noi abbiamo il potere di cambiare la nostra vita, in meglio o in peggio. Credo che uno dei principali messaggi che questa fantastica storia vuole dare sia proprio questo. Infatti alla fine del terzo e ultimo capitolo “Ritorno al Futuro parte terza”, Doc, prima di congedarsi a bordo della sua macchina del tempo/locomotiva a vapore, rivolgendosi a Marty e alla sua fidanzata pronuncia questa massima: “Il vostro futuro non è ancora stato scritto, quello di nessuno. Il vostro futuro è come ve lo creerete, Perciò… createvelo buono”.
A proposito di futuro: ci “rivediamo” a fine marzo. Per adesso… Buone Feste