di David Colzi
giugno 2019
Mario Giabbani, classe 1926, è uno di quegli ex commercianti di Quarrata che sono rimasti nella memoria e nel cuore di tanti, perché con il suo lavoro, è venuto a contatto con generazioni di nostri concittadini. Nativo del Casentino, arrivò qui a Quarrata nella metà degli anni ’50, dietro suggerimento di una sorella che abitava già da noi, per prendere parte al fermento della ricostruzione post bellica, che sembrava promettere una vita migliore a tutti. Il figlio Massimo, che ci ha suggerito la sua storia, ci dice che il babbo ricorda sempre che venne a Quarrata in sella alla Lambretta, assieme alla moglie Milena e al loro primogenito Marcello, di soli due anni.
Inizialmente la famiglia Giabbani si stabilì a Tizzana e Mario cominciò, non a caso, a fare il muratore con suo cognato Ruggero. Sul finire degli anni ’50, decise di cambiare mestiere ed iniziò a fare l’ambulante a bordo di un furgoncino, portando a domicilio frutta e verdura, forte della sua esperienza di contadino, che poi era il mestiere che faceva quando stava nel Casentino.
Massimo ci riferisce che Mario ricorda benissimo la data del suo primo giorno di lavoro da ambulante, il 17 maggio 1959, perché coincise con la tragica morte del figlio Marcello, travolto da un camion, il cui autista aveva deciso di fare manovra entrando nel cortile di casa Giabbani e purtroppo non si accorse di quel bimbo di 6 anni che scorrazzava in bicicletta. Seppur straziati dal dolore, i coniugi Giabbani si fecero forza e andarono avanti, convivendo nel tempo con gli inevitabili sensi di colpa. Poi, nel 1960, nacque il secondogenito Massimo e due anni dopo, arrivò Daniele. La vita riprese pian piano il suo ritmo e Mario iniziò a farsi conoscere andando in lungo e in largo per Quarrata, annunciandosi col megafono: «Donne correte, è arrivato l’ortolano!». E, armato di bilancia stadera, vendeva nelle aie i suoi prodotti che andava ogni mattina a comprare al mercato di Novoli alle 5 del mattino. Ad onor del vero ci sarebbe stato un altro Giabbani ortolano, Giuseppe, fratello di Mario, che ha fatto per anni i mercati; ma questa è un’altra storia.
Nel 1966 Mario decise di aprire il suo primo negozio in via Montalbano, vicino alla piazza, dove attualmente c’è l’erboristeria al civico 19A. Nel ’69 trasferì il negozio dall’altra parte della strada, dove fra l’altro c’è tutt’oggi un ortolano. Lì vi rimase fino al 1998, quando andò in pensione. Nel nuovo negozio Mario ampliò l’offerta con la vendita di generi alimentari (foto in bianco e nero) e prodotti per la casa, come i detersivi. Insomma, divenne il classico emporio di paese, dove gli operai si fermavano la mattina anche per farsi preparare un panino e dove le signore si trattenevano volentieri per fare due chiacchiere, magari apprendendo le ultime novità del “gossip” paesano, il tutto “condito” dall’innata simpatia di Mario, sempre pronto alla battuta. Altra presenza costante in negozio era la moglie Milena, di carattere più riservato, ma sempre disponibile ad ascoltare le clienti, anche nelle loro “paturnie” quotidiane. Massimo ricorda ancora la mamma sull’uscio del negozio intenta a conversare con le signore che avevano appena fatto la spesa da loro. Sempre Massimo rammenta quando alcuni ragazzini del vicinato, di tanto in tanto, passavano davanti negozio e sgraffignavano qualche mandarino dalle cassette messe in esterno, stando sempre attenti a farsi notare da Mario, per rendere plateale la marachella. Il signor Giabbani, anziché arrabbiarsi, stava al gioco, e battendo i piedi per terra, “minacciava” quei giovinastri, dicendogli che prima o poi li avrebbe acciuffati. Insomma si parla di un’altra Quarrata, quando ci si conosceva tutti e quando c’era tempo per vivere il quotidiano senza fretta.
Poi, arrivarono anche da noi i supermercati e la clientela iniziò a diminuire, ma per fortuna Mario e Milena riuscirono ad arrivare alla pensione senza troppi problemi e così alla fine lasciarono il passo alla modernità. Milena, purtroppo è venuta a mancare nel 2001, mentre Mario ha festeggiato 93 anni ad aprile di quest’anno.
Attualmente, riguardo i negozi di vicinato, i dati di Confesercenti ci dicono che stanno avendo un piccolo momento favorevole. Noi continuiamo a fare il tifo per loro e a scrivere le loro storie, che poi in fondo sono le nostre.