di Carlo Rossetti
dicembre 2018
Mi accingo a parlare della professoressa Chetti Barni storica dell’Arte, ma non so, conoscendola, se prevalgono in me l’ammirazione per le sue indubbie capacità professionali, oppure la stima e la considerazione per le qualità umane. Ma si può dire che i due aspetti si fondono perfettamente e contribuiscono insieme a fare di lei una persona amabile e una profonda studiosa dell’arte. La semplicità, la totale assenza di supponenza e la maniera di comunicare insieme alla simpatia, non fanno altro che convalidare la mia opinione complessiva. Parla in maniera pacata, il tono leggero della voce, contraltare del mondo che urla, mai sopra le righe. Intrattenersi con lei significa rilassarsi, ma soprattutto arricchirsi interiormente per quanto riesce a trasmettere. La incontro e la prima cosa che dice per definirsi è: «Sono una mamma, un’insegnante, ma soprattutto una Storica dell’Arte». Quel “soprattutto” dice quanto sia importante l’amore per l’Arte e il suo ruolo di studiosa. La scelta dettata da una grande passione e da un «desiderio di bellezza», non voleva essere un’esperienza episodica, ma l’inizio di un approfondimento e della conoscenza scientifico-metodologica.
Laureata a Firenze con Mina Gregori, presso il dipartimento fiorentino di Storia dell’Arte, discutendo una tesi sulle vicende storico-patrimoniali e artistiche di Villa La Magia, attraverso la quale ha ricostruito i vari interventi di ristrutturazione e decorazione che nel corso di cinque secoli hanno interessato La Villa, facendo ricorso a una rigorosa ricerca nella documentazione d’archivio. Chetti continua: «Lo studio dell’arte mi ha introdotto alle bellezze di una materia che trova nell’incomparabile e diffuso patrimonio artistico italiano un campo d’azione che deve esser studiato e fatto conoscere. Penso che l’interesse e l’amore per la Storia dell’Arte non debba essere un fatto privato, ma che debba essere condiviso. L’importanza del patrimonio storico e artistico del nostro paese rappresenta un valore collettivo che trae la sua forza dall’essere testimonianza di una continuità storica, che impone di assicurarne la trasmissione alle future generazioni, attraverso la consapevolezza della sua entità, lo studio, la fruizione e la conservazione. Questa “eredità culturale” che tutti noi cittadini abbiamo avuto in dono è talmente importante che la nostra Costituzione prevede tra i compiti della Repubblica, la tutela del patrimonio storico e artistico della Nazione».
Molte sono le sue pubblicazioni fra studi e saggi sul patrimonio artistico da citare; sapendo già di omettere diversi titoli importanti, ecco un piccolo elenco: “Le Chiese di Agliana”, “Immagini Sacre. Testimonianze di religiosità popolare per le strade di Quarrata”, “Fondazioni ospedaliere nel territorio dell’antica podesteria di Tizzana”, “Dall’Appennino al Montalbano. I collegamenti tra via Francigena e i valichi appenninici alternativi al Monte Bardone”, “Villa la Magia: Una dimora signorile nel contado pistoiese”, “Il complesso monumentale di San Michele Arcangelo di Vignole. La storia, l’arte e il restauro”, “L’apparato decorativo: dalle Metamorfosi ovidiane all’ecclettismo del Novecento in Villa Strozzi”, “Il Querceto nel tempo. L’edificio, il giardino, il parco agricolo”, “Ville, giardini, paesaggi del Montalbano Castelli, torri, borghi muri del Montalbano”,“Pievi, chiese e devozioni del Montalbano”. Resta il fatto che la monografia su “Villa La Magia” di Quarrata, è l’opera che Chetti Barni ama di più per essere stata il tema della sua Tesi di Laurea, in parte pubblicata, e in cui ha lavorato sei anni e per sentirsi legata sentimentalmente a una dimora storica del nostro territorio. Inoltre Chetti ha curato la realizzazione di un documentario su “Villa La Magia”.
Da diversi anni collabora con Istituzioni private ed Enti Pubblici del territorio per attuare eventi e indire conferenze al fine di fare conoscere i beni culturali del territorio italiano. Guida e accompagnatrice per l’Associazione “Tagete” e Fondazione Banca Alta Toscana, organizza visite guidate a musei, mostre e tour cittadini. A proposito delle gite guidate che Chetti Barni organizza per “Tagete” con la collaborazione del professore Daniele Franchi, al di fuori anche del nostro territorio per la visita a città, musei e mostre di pittura, sono occasioni per il piacere interiore di scoprire opere d’arte, di vedere tramandati nel tempo capolavori che costituiscono il patrimonio artistico di cui dobbiamo andare fieri e che sono l’autentica espressione della bellezza. Anche il viaggio in pullman è un momento di socializzazione e puro divertimento, specie quando uno splendido paesaggio insegue il percorso, o il monumento di qualche eroe del popolo, sfaccettato dal sole della mattina, accoglie, quasi in segno di benvenuto in città, i domenicali fruitori dell’Arte, dopo l’immancabile fermata all’autogrill. Anche qui Chetti dà qualcosa di sé. Scorre lentamente lungo il corridoio del pullman, si ferma a parlare ora con l’uno, ora con l’altra, anticipando e facendo pregustare il programma della giornata, per concludere alla sera al ritorno, con un ringraziamento a tutti i partecipanti. Un ringraziamento che dovrebbe andare a lei per essere stata il tramite tra l’opera d’arte e i visitatori.
Da tutto ciò è facile intuire quale sia l’apporto che dà alla cultura, sollecitando l’interesse verso qualsiasi forma d’Arte per quanti ne ignorano l’esistenza. Lo spessore culturale e intellettuale di Chetti Barni e soprattutto la profonda passione per l’Arte, sono garanzie sicure perché un passato storico-artistico sconosciuto, in cui prevale una sfolgorante bellezza, diventi un bagaglio di conoscenze e di emozioni per tutti e non soltanto privilegio di pochi.