di Daniela Gori
dicembre 2018
Ci sono persone che hanno saputo spendere la loro esistenza offrendo la gioia di vivere a chi li ha circondati, persone che sanno l’importanza di coltivare affetti e legami solidi. Persone che hanno fatto della propria innata sensibilità un modo di agire e di relazionarsi con gli altri, e allo stesso tempo di dare via libera al talento e all’inventiva.
E’ il caso di Gianfranco Biancalani, fondatore della Ingro Vivaio di Ferruccia, che ha contribuito a dare alla città di Quarrata un’identità alternativa a quella di città del mobile. E’ stato tra l’altro in concomitanza della costruzione del suo stanzone, che è iniziato il primo embrione di via Ceccarelli con lo sbocco su via IV novembre. A quasi due anni dalla scomparsa, ci ha tratteggiato un ricordo della sua personalità eclettica la moglie Maria Maddalena. Padre e marito affettuoso e lavoratore infaticabile, all’età di 20 anni aveva iniziato a lavorare come cenciaiolo in via IV Novembre, nella casa di famiglia e già nel ’71 aveva dimostrato interesse per l’agrovivaismo, realizzando manualmente gli “stracci di cardato”, che serviva per insaccare le piante. Dopo poco però, decise di dedicarsi al settore dell’arredamento. In questo ambito si distinse quando inventò il divano-letto che si apre con un dito, e la poltrona a dondolo “Kennediana”, entrambi brevettati e apprezzati anche nel mercato estero. Si occupò poi di biancheria con ricami artistici arrivando a fondare, in società con il fratello Antero e la sorella Elisa, la azienda Tre B, che ottenne lo Stemma d’Oro di Italia e Regioni. Ma è con la Ingro Vivaio che Gianfranco raccoglie le soddisfazioni più grandi: l’azienda, dal 1987, anno in cui nasce, diventa in pochi anni un punto di riferimento per i vivaisti del territorio e nell’arco di un ventennio amplia il mercato anche oltre confine.
Buona parte dei lavoratori del settore agrovivaistico acquistano alla Ingro Vivaio gli articoli del mestiere: vasi, canne di bambù, e soprattutto la rete metallica ad asola isolata e i cesti di rete, nuove invenzioni brevettate per far risparmiare tempo ai coltivatori, partorite dalla mente vulcanica di Gianfranco. In questo periodo fa anche diversi viaggi in Cina, alla ricerca delle canne di bambù più pregiate da importare per la sua attività. Nel frattempo apre a Pistoia il Centro Vetrina, divenuto in breve azienda leader dell’arredamento da esterni, attualmente gestita dal figlio Filippo (l’altro figlio, Alessandro, è un fisico ricercatore).
Oltre che della figura di imprenditore però, vale la pena fare un ricordo anche dell’uomo Gianfranco Biancalani e della sua magnanimità, probabilmente ereditata da suo padre, Pio, storico lattaio che con la sua Jeep, si prestava a dare passaggi e trasportare valigie per conoscenti e compaesani, che andavano o venivano dalla stazione. «Gianfranco era generoso: per esempio portava a casa a pranzo ogni camionista che veniva da lontano. Quando andava al bar, se faceva una partita a carte non voleva giocare di soldi» racconta la moglie Maria Maddalena. «Se poi vinco» mi diceva «mi tocca prendere i soldi degli altri e mi dispiace”. Cercava sempre di aiutare in qualsiasi modo chi aveva bisogno. La sua scomparsa ha lasciato un grande vuoto nelle nostre vite. Per noi restano i bei ricordi di tanti momenti felici trascorsi insieme».