Astrid Besser. La campionessa di Qua

Astrid Besser. La campionessa di Qua

di Claudia Cataldo. Foto: Andrea Pecchioli

Astrid Besser ha compiuto 18 anni lo scorso settembre.  E’ una bella ragazza, alta, bionda, occhi chiari, probabilmente ha ereditato i connotati tedeschi del padre. La madre invece è venezuelana. Si può dire che il suo dna raccoglie tratti di culture diverse e diverse caratteristiche. Sembra una ragazza come tante e invece è già una grande tennista a livello Nazionale e non. Vive a Quarrata con la sua famiglia.

Parlami di Astrid Besser come tennista. Dove preferisci giocare, con che stile, quali sono le tue difficoltà e i tuoi punti di forza?

Il mio gioco è un gioco molto aggressivo, per questo preferisco giocare su campi “duri” e superfici veloci. Non mi piace molto palleggiare, al gioco regolare e tranquillo dei campi rossi preferisco un gioco più veloce, meno sulla difensiva e più sull’attacco. In Italia però la maggior parte dei tornei si svolge proprio sulla terra  rossa. Per quanto riguarda le mie difficoltà, ho avuto un po’ di problemi sul dritto a due mani.

Mi racconta che da piccola, allenandosi con suo padre, aveva imparato a giocare facendo sia il dritto che il rovescio a due mani. Aveva poi deciso di cambiarlo e da due mani, il diritto era passato ad una mano sola. Ma come tutte le cose che si imparano a fare in un certo modo da piccoli, è difficile poi in età adulta modificarle. E Astrid, altalenando fra una e due mani, alla fine mi spiega che si sta riabituando a fare il diritto ad una sola mano, perché la cosa ha dei risvolti tecnici positivi.

Punti forti?

I colpi al volo.

Parliamo anche del doppio e del singolo. Le chiedo cosa preferisca. Mi spiega che fino a solo un anno fa pensava di non essere portata per il doppio ma che poi, provandoci quasi per gioco, si è resa conto di non essere male come doppista.

Come e quando hai iniziato la tua carriera da tennista?

Ho iniziato a 4 anni e mezzo. Mio papà era un allenatore di tennis in Germania, è stato lui ad indirizzarmi sulla strada del tennis. Ho provato e mi è piaciuto. A 6 anni ho vinto a Prato il mio primo torneo. I primi tornei professionali li ho fatti invece in America Latina, all’età di circa 14 anni.

Aggiunge che la sua famiglia l’ha sempre spronata e le è sempre stata vicina. Capisco che il tennis è un po’ un vizio di famiglia quando mi spiega che non solo suo padre è il suo allenatore, ma che si allena con suo fratello e che anche sua sorella gioca.

Quante ore al giorno ti alleni?

Più o meno, 2 ore e mezzo la mattina e 2 ore e mezzo il pomeriggio.

La mia curiosità adesso si sposta dalla figura della campionessa, a quella della ragazza comune.

Quali sono i tuoi interessi oltre al tennis?

Mi piace ballare, questo l’ho preso da mia mamma. Sto cercando inoltre di studiare un po’ di tedesco e di prendere la patente.

Mi dice che però le è difficile ritagliarsi degli spazi propri, che il tennis l’assorbe completamente. Le è toccato anche lasciare la scuola, perché “lei le cose a metà non le vuole fare”.  E’  disarmante sentire una ragazza di 18 anni parlare così serenamente delle mille rinunce che deve fare per essere una campionessa. Mi spiega che il tennis le ha insegnato ad essere un più matura, ad affrontare i sacrifici, ad essere più seria nel portare avanti il suo mestiere. Bisogna avere la mentalità giusta, aggiunge.

Qual è stata la gara più importante della tua carriera?

Quest’anno a Roma, gli Internazionali d’Italia. C’erano tantissime persone sulle gradinate, all’inizio non riuscivo a mettere una palla dentro.  Cercavo solo di non guardare in alto.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Vorrei salire un po’ nella classifica mondiale. Al momento sono più o meno nei primi 500 posti. Questo è stato un anno per certi aspetti difficile, di assestamento. Spero nel prossimo di risalire nei primi 200 posti.

Infine che doti deve avere un bravo tennista?

Doti atletiche, certo. Ma soprattutto doti mentali, una grande concentrazione, non si deve innervosire, deve rimanere lucido e tranquillo.

Ho capito una cosa nella nostra mezzora di chiacchierata: lei è una brava tennista, una grande professionista, e una ragazza tenace che ama con tutta se stessa  il suo sport/mestiere.

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