di Daniela Gori
dicembre 2017
Che Jorio Vivarelli sia stato un grande scultore, lo testimonia l’importanza che viene attribuita alle sue opere. Dalla sua morte nella sua abitazione di Villa Stonorov a Pistoia il 1 settembre 2008, è sempre crescente l’attenzione che esperti, critici e appassionati d’arte pongono sulle sue opere in bronzo. Recentemente a Pistoia si è svolta la mostra “Jorio Vivarelli e i grandi scultori italiani del suo tempo”, a cura della Fondazione a lui intitolata; un’esposizione articolata tra il parco Stonorov e la casa-studio dello scultore, come un museo diffuso in cui il visitatore era invitato a ripercorrere la cultura e la storia dei nostri giorni più recenti. Nel parco della villa in via Felceti, le sue opere sono state messe in libera relazione con una scelta antologica di primo piano nel panorama italiano del Novecento. Proprio in quell’occasione è stato reso noto che due opere dello scultore saranno donate al Museo Ermitage di San Pietroburgo: “Le madri” (1959) e “Oscar Stonorov” (1972). Queste saranno consegnate a uno dei musei d’arte più visitati al mondo che le inserirà all’interno del Dipartimento delle arti figurative occidentali diretto dal noto studioso Sergej Androsov. Ma tante sono le statue dell’artista originario di Fognano che si possono ammirare in giro per il mondo, tra cui: “Inno alla vita”, nel Parco della Pace di Nagasaki, il “Monumento a Matteotti” a Roma, le “Ragazze toscane” a Philadelphia.
Anche Quarrata custodisce il suo piccolo tesoro artistico di Jorio Vivarelli. Sono sue le opere presenti sul territorio: “La scuola che prepara i giovani al lavoro”, nella succursale della secondaria di primo grado dell’istituto comprensivo Bonaccorso da Montemagno, in via Cino, “Conforto” nel giardinetto antistante la biblioteca in Via Trieste, e il monumento a figura umana, forse un po’ dimenticato, ma non per questo meno suggestivo, nel cimitero di Santallemura. “La scuola che prepara i giovani al lavoro” è un altorilievo in bronzo di oltre tre metri, donata da Jorio Vivarelli nel 1959 quando fu inaugurata quella che era l’unica scuola superiore di Quarrata.
“Conforto”, da alcuni chiamata anche “Le madri che piangono”, è un’opera dedicata alle vittime di incidenti stradali, e parla del dolore ineluttabile che ne deriva e del sostegno che necessariamente si unisce a quel dolore per dare appunto conforto. La statua venne commissionata dalla famiglia Lenzi in ricordo della morte del figlio Guido perito nel ’61 in un incidente automobilistico ed è stata per tanti anni sul luogo confinante l’incidente mortale, lungo la statale 66 fra le frazioni di Barba e Bottegone, ed è stata poi restaurata e posizionata nell’attuale sito a cura del Lions club Quarrata piana pistoiese.
E fu proprio per quello stesso Guido Lenzi che la madre commissionò a Vivarelli il monumento che si trova nel cimitero davanti alla tomba di famiglia: il ritratto a altezza naturale del giovane, una figura di un ventenne che guarda altrove, come se esitasse ancora un attimo a entrare nella cappella che lo attende, consapevole di un troppo prematuro addio alla vita.