di Daniela Gori
giugno 2022
E’ ancora un’altra opera imponente quella che Giorgio Butini, scultore fiorentino di nascita ma quarratino d’adozione, sta realizzando a Prato. Si tratta di due portali in pietra per la nuova chiesa dedicata alla Madonna a Galciana. Lo scultore, affermato anche oltre confine, ha progettato la prima delle due porte, quella liturgica, alta oltre 12 metri, nella quale è scolpito il percorso che la Madonna fa dopo aver ricevuto l’annunciazione, per andare a trovare la cugina Elisabetta, prima di dare alla luce Gesù.
L’altra porta, quella della cappella feriale, più piccola, è alta 7 metri e raffigura l’abbraccio tra Maria e Elisabetta, la quale in età avanzata sta affrontando una miracolosa gravidanza. Un’opera quindi prestigiosa che riporta alla luce l’importanza di questo elemento architettonico, che connota l’edificio di culto per simboleggiare l’accoglienza dei fedeli. Butini è solito utilizzare per la sua arte vari materiali, come bronzo, resina e ardesia, ma privilegia il marmo. «Da ragazzo sono entrato a far parte, come allievo, dell’Accademia privata dell’artista Raimondo Riachi in Firenze, ambiente che ho continuato a seguire come collaboratore dal 1990 al 1994» ha spiegato Butini «La formazione presso la “Bottega” del Maestro mi ha permesso di acquisire una vasta esperienza in molteplici discipline e tecniche, specializzandomi sia come scultore sui materiali più vari (marmo, pietra, creta, bronzo, alabastro) che come pittore».
La sua esperienza si estende anche al campo dell’arte orafa, dal modello in cera alla fusione ed al cesello, con specializzazioni anche nell’ambito del restauro di dipinti e affreschi. Recentemente ha inaugurato una galleria d’arte a Montelupo Fiorentino, dove espone opere di diversa fattura. Sul sito web dedicato a Butini è tra l’altro possibile fare un tour virtuale per ammirare le sue creazioni. Le sue opere sono esposte e apprezzate in vari Paesi all’estero, come Corea, Romania e Giappone. Un’opera in marmo è anche stata donata dallo scultore al Jordan Museum di Amman in Giordania, in occasione della mostra dedicata a Leonardo da Vinci. L’opera, “Regeneratio”, si ispira all’Uomo Vitruviano, uno dei disegni più noti di Leonardo, che raffigura l’unione simbolica tra scienza e arte.