Casa di Zela – un edificio secolare

Casa di Zela – un edificio secolare

di Luciano Tempestini. Foto: archivio Museo Casa di Zela.

dicembre 2022

Le prime tracce certe di Casa di Zela risalgono all’epoca longobarda, quindi prima dell’anno 1000; infatti il professor Renato Risaliti, storico aglianese molto stimato a livello internazionale, aveva scoperto che alla base della torre vi è una muratura strutturale in massi grandi, assemblata con una tecnica tipica di quel popolo germanico. Certamente non sappiamo in origine quale fosse l’uso di quel nucleo che inizialmente comprendeva solo la torre; forse era un’abitazione, forse già una stalla, oppure, un fortino. E’ probabile invece che già nell’XI secolo, la struttura fosse adibita a punto di avvistamento: la classica “casa torre” molto diffusa in Toscana, come sostiene sia Risaliti che Antonietta Catapano, in un suo studio. Questa ipotesi può contare sul fatto che dalle nostre parti transitasse la contessa Matilde di Canossa (1046 – 1115), quando si spostava fra Emilia e Toscana; e siccome doveva attraversare la “zona di Baccheretana”, che da Vignole proseguiva per Artimino, è logico pensare che Casa di Zela servisse come punto di avvistamento per la sua sicurezza.

Sulla struttura originale, Renato Risaliti, in una interessante intervista rilasciata nel 2013 alla rivista “Il Melograno”, edita dalla Banca di Masiano, specifica che nel 1200 la costruzione era priva delle finestre attuali e che il suo ampliamento con le strutture laterali visibili ancora oggi, si colloca dopo la fine della grande pestilenza del 1348. In quel periodo infatti, almeno un terzo della popolazione del continente era stata spazzata via dalla pandemia e i signori locali cercavano continuamente manovalanza per rendere di nuovo produttivi i loro possedimenti; così le torri venivano ampliate divenendo case coloniche a tutti gli effetti, dove vi si trasferivano interi nuclei famigliari spesso numerosissimi, mentre i signori si ritiravano nelle loro splendide ville, tipiche di tutto il Rinascimento.

La prima data certa di cui possiamo dar nota ai lettori è il 1492; in questo anno, venne infatti redatta una cartina topografica che rilevava l’abitato di Querciola. Già all’epoca se ne parlava al passato, a conferma che la costruzione era più antica. In un inciso si riporta: «A tramontana di Vignole già esisteva in località Baccheretana vicino al torrente dogaia». Il documento la colloca giustamente a est rispetto la chiesa di Vignole (allora castello), e quel piccolo rio Dogaia di cui si fa cenno, esiste ancora oggi e confluisce nel Quadrelli. L’abitato viene censito nuovamente secoli dopo, nel 1776 in un nuovo documento, da noi già consultato per la storia di Via Rubattorno, e che si intitola: “Comune di Tizzana. Campione di strade. Fatto nel 1776”. Qui si dice che la proprietà era della famiglia Baldi; a riguardo si legge di una successione fra parenti nel 1791. 

Passarono altri decenni e la proprietà continuò a passare di mano; gli ultimi proprietari conosciuti sono i Banchelli, mentre l’ultimo inquilino è stato il contadino Ubaldo Innocenti, venuto a mancare nel 2018 a 93 anni, a cui noi abbiamo dedicato un articolo.

All’inizio della nostra ricerca ci eravano prefissati di scoprire il significato della parola “Zela”. Dopo molte consultazioni all’Archivio di Stato di Pistoia, alla biblioteca Forteguerriana e quella di Quarrata, siamo giunti alla conclusione che non esiste dal ‘900 fino ad oggi, una famiglia col cognome “Zela” o “Zeli”. Quindi possiamo fare solo delle supposizioni sull’origine di questo appellativo. 

Fin dal medioevo le persone che avevano fervida sollecitudine nell’esplicazione di un compito, di un’attività o di un dovere, venivano definiti “zelanti” o uomini di zelo. Di zelo parlano anche Dante e Petrarca, fra sacro e profano. Da qui si può pensare che “zela” fosse l’appellativo dato ad una donna che per le sue peculiarità matriarcali, era capace di gestire una famiglia numerosa, o più di una, senza farsi mai piegare dalle avversità. Certamente dobbiamo concludere che questa teoria vale tanto quanto quella che vuole nel termine “zeli”, cioè vecchi, l’origine di Casa di Zela.

Per le notizie storiche si ringrazia: Chiara Benzoni e Patrick Affricano dell’Archivio di Stato di Pistoia, Maura Lotti della Biblioteca comunale di Quarrata e lo staff della biblioteca Forteguerriana di Pistoia

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