di David Colzi. Foto: Laura Pelagatti.
dicembre 2022
Francesca Rafanelli fa un lavoro importante, anzi fondamentale visti i tempi che corrono; conserva la nostra storia locale, la rimette in fila libro dopo libro, la cataloga a futura memoria e quando possibile, la pubblica.
Classe 1977, Francesca si è laureata in lettere con indirizzo artistico a Firenze e si è poi specializzata a Roma presso la Scuola Vaticana, in biblioteconomia e archivistica. Ha inoltre conseguito il diploma di archivista-paleografo, presso l’Archivio di Stato di Firenze e quello in Scienze araldiche e documentarie, presso l’Istituto araldico genealogico italiano di Bologna. Recentemente ha conseguito una seconda laurea in beni archivistici e biblioteconomici e un master di II livello in Bibliografia e Biblioteconomia musicale, con una tesi sulla famiglia e sull’archivio Tronci. Quindi, mettendo tutto insieme, la possiamo definire, storica dell’arte/archivista/bibliotecaria. Attualmente è socia della cooperativa Scripta manent, un’importante realtà di Pistoia che offre “servizi per archivi e biblioteche”. Tramite questa collabora anche con la biblioteca comunale di Agliana, come bibliotecaria.
Il percorso lavorativo di Francesca è iniziato però con la diocesi di Pistoia, dove ne ha censito i beni artistici, grazie ai contributi della Conferenza Episcopale Italiana. In questo modo ha avuto accesso a luoghi ed oggetti che normalmente non sono a disposizione del pubblico. «Segnalo con piacere il piccolo museo diocesano di Ferruccia,» ci dice «un vero scrigno per l’arte sacra, prezioso come quello di Popiglio». E proprio dalla montagna pistoiese arriva una sua pubblicazione molto curiosa che vogliamo portare alla vostra attenzione: “Maria Lucia Cecchini di Piteglio (1661-1728): vita e devozione di una Serva di Dio”, dove si parla di una donna pistoiese venerata come una Santa.
La sua grande passione però è la famiglia Rospigliosi, di cui è una raffinata e attenta studiosa. Ad onor del vero, le sue grandi passioni sono due; infatti il suo nome è legato anche alla ricerca storica degli organi musicali. Questo percorso lo ha intrapreso quando ha conosciuto l’attuale marito Samuele Maffucci, noto restauratore, a cui abbiamo già dedicato un articolo. La ricerca in questo settore è d’altronde fondamentale, perché prima di mettere le mani su un organo antico, bisogna conoscerne l’epoca, chi lo ha costruito, i materiali e via di seguito. Così da circa quindici anni Francesca si trova inevitabilmente a seguire le vicende della famiglia Tronci, oggi celebre grazie all’azienda di piatti musicali UFIP, ma famosa in passato come eccellenza nell’arte organaria. Da sottolineare che il suo lavoro di ricerca e catalogazione rappresenta un punto di riferimento per gli appassionati del settore.
La prima tua pubblicazione sull’argomento?
«Riguarda Santonuovo, dove mio marito ha effettuato il suo primo restauro. Fra l’altro quella ricerca ha portato nel 2010 alla pubblicazione del libro: “L’organo della chiesa di San Germano in Santonuovo – storia e restauro”, edito da Settegiorni editore con il contributo della fondazione della Banca Alta Toscana».
Poi ci sono state le ricerche per altri organi, come quello di Montemagno, di Ferruccia e di Fognano a Montale.
«Ed ogni volta è stata una scoperta. Pensa che ognuna di queste “macchine suonanti”, si porta dietro la piccola grande storia della sua comunità. Quindi, oltre a capire chi gli ha realizzati – quasi sempre i Tronci o gli Agati – scopriamo ad esempio che le persone, anche le più comuni, facevano offerte per contribuire all’acquisto dello strumento. Talvolta era una sorta di gara per riuscire a dotarsi di un organo più grande e bello rispetto a quello dei vicini di casa; insomma si torna sempre al caro campanilismo tipico dell’Italia».
Parlare con Francesca e lasciarsi trasportare dal suo entusiasmo per la storia locale, fa bene all’anima e permette di prendersi una pausa dalla frenesia della vita di tutti giorni. Siamo sicuri che queste sensazioni le provano anche le persone che la seguono nei suoi corsi all’università del tempo libero Vasco Gaiffi di Pistoia. Oltre a questo, Francesca fa parte della FIDAPA, “Federazione Italiana Donne Arti Professioni e Affari”, un’associazione no profit che si propone di promuovere, coordinare e sostenere le iniziative delle donne che operano nei campi sopra citati.
Prima di lasciarci, consigliaci un luogo da visitare nel pistoiese.
Non mi sento di consigliare un luogo specifico. Suggerisco a tutti di lasciarsi trasportare da una passeggiata, per poi appassionarsi ad un particolare, magari visto su una facciata o dentro un museo o una chiesa. Partendo da lì, una persona può iniziare ad informarsi, seguendo la sua curiosità e il filo sottile della storia locale che ci unisce tutti quanti».