di Marco Bagnoli
settembre 2008
Come molte altre località della zona, anche Tizzana vede attribuire il proprio nome ad un’indubbia origine romana. È infatti a partire dal II secolo a.C. che il territorio viene sottoposto ad un incisivo processo di manipolazione ed organizzazione, quello della centuriazione. Il termine deriva dal latino centuriatio ed era appunto il metodo di assegnazione delle nuove terre ai coloni, cui spettava un quadrato di due jugeri, circa 5.000 metri quadrati. Un primo ed evidente effetto di queste procedure nella toponomastica attuale lo si riscontra nei nomi di Cintoia e Quarrata, come evoluzione appunto del termine “Centuria quadrata”. I singoli appezzamenti acquisivano a questo punto un chiaro riferimento al loro proprietario. Ecco quindi spiegata l’origine del nome di Buriano (da Burius), Agliana (da Allius), Valenzatico (da Valentius) e ovviamente Tizzana da Titus. Un’altra ipotesi indicherebbe quale possidente la famiglia romana Tiziana.
A partire dal VII secolo i Longobardi risultano essere stabilmente insediati in tutto il territorio della piana, ma l’intrusione culturale conseguente alla loro presenza non ha tuttavia ostacolato il perdurare dei precedenti toponomi latini, specialmente nel contado: Calice (Calix), Piuvica (Publica), Quarrata (Quadrata) e Tizzana (Titiana). Se ne ha conferma, infatti, nel 1138, quando la consorteria di Lambardi possedeva il castello et curte de Tizana et burgo, con tutta probabilità i discendenti dei precedenti invasori.
A seguito di questo periodo di decadimento diffuso, l’area trasse un primo beneficio nel nuovo assetto organizzativo, peraltro non dissimile da quello precedente. Il territorio viene così suddiviso in curtis, cui sottostava una pars dominica, gestita dal signore e di una pars massaricia, suddivisa in mansi, affidata ai contadini. È l’inizio dell’era feudale: una gerarchia fondata sul progressivo frazionamento del territorio e del potere ad esso legato. Sorgono allora centri minori, magari fortificati, come quello di Tizzana, il cui castello è menzionato in una cartula offertionis* del 1034. Da adesso in poi il territorio della piana diviene oggetto della contesa tra Pistoia e il Vescovo, che diviene un avversario politico sul campo a tutti gli effetti, al pari degli altri signorotti. È quindi nel cosiddetto Memoriale di Ildebrando, vescovo di Pistoia dal 1105 al 1133, che troviamo Tizzana tra i beni a lui sottoposti. La resa economica è quella del contado: soldi, denari, galline e capponi.
*Cartula offertionis : “atto”, dal latino charta e chartula. Documento avente valore giuridico che comportava l’annotazione in appositi registri, detti cartulari. In questo caso attinente una donazione.