di Giancarlo Zampini
dicembre 2008
Conobbi Vivaldo Matteoni nel lontano 1971, anno del mio arrivo a Quarrata, a quel tempo non svolgeva l’attività di edicolante – il chiosco giornali sarebbe arrivato oltre vent’anni dopo – ma gestiva il proprio negozio di cartoleria, cancelleria e giornali di via Roma. Un punto vendita molto qualificato, dove era frequente trovare, oltre a Vivaldo e sua moglie, anche un cane molto piccolo, particolarmente carino. Alla richiesta di un giornale, una rivista, un raccoglitore per fatture, Vivaldo rispondeva con voce chiara, ammaliante, dai toni equilibrati, con un italiano perfetto. Una voce da attore, parlava come fosse in teatro, la dizione era di grande qualità.
Vivaldo Matteoni fa parte della storia di Quarrata, punto di riferimento di tutti i movimenti culturali della città, tanti i ruoli che ha ricoperto. Il “Vivaldo nazionale”, come spesso ero abituato a chiamarlo, è stato per tanti anni presidente della Filarmonica Giuseppe Verdi; fondatore del Gruppo Culturale; ideatore del Concorso Nazionale di Poesia; attore apprezzato in tutta Italia per avere portato in scena opere teatrali; ha partecipato allo sceneggiato televisivo “Maigret”, con attori del calibro di Gino Cervi ed Andreina Pagnani ed il pistoiese Pier Luigi Zollo”; per tanti anni ha lavorato, sempre per la Rai, a Radio Firenze; vincitore di un concorso nazionale che lo portò – in veste di attore e voce di rilievo – non di cantante – a Sanremo; È stato uno degli attori più stimati dalla mitica Marta Abba, attrice di grande livello, titolare di una residenza a Fauglia di Pisa. Una volta Vivaldo mi confidò che i viaggi in terra pisana si facevano sempre più frequenti, con la scusa di provare alcune parti teatrali, in vista dell’allestimento di una rappresentazione che avrebbe visto come attore principale proprio lui. Diceva Vivaldo: “è vero, percorsi Quarrata – Fauglia tante volte: per il teatro avrei fatto questo ed altro. L’impressione comunque che ricavai da queste trasferte fu che Marta Abba si fosse un po invaghita del sottoscritto, anche perchè ero più giovane di lei di 19 anni”.
Se tanti quarratini si sono affezionati al teatro, hanno apprezzato Pirandello e Molier, poeti come Quasimodo, Ungaretti, Carducci e tanti altri, in modo approfondito, il merito è tutto di Vivaldo. Grazie alla sua generosità artistica – fino a quando gli acciacchi non hanno preso il sopravvento – è stato presente a tutti gli avvenimenti, in alcuni casi recitava un pezzo teatrale o declamava qualche poesia: lo ricordo settimanalmente a Radio Rombo, ospite di TV Quarrata, all’annuale festa della “Fede e dell’Arte” a Buriano, in occasione del “suo” Concorso Internazionale di Poesia, a villa La Magia, al Teatro Nazionale o quello parrocchiale di Casini, al Circolo Postelegrafonici di via De Rossi a Pistoia.
“L’uomo dal fiore in bocca”, opera teatrale di Pirandello conosciuta in tutto il mondo, merita un approfondimento. Credo – ma è un pensiero condiviso da molti – che di tutto il panorama artistico italiano, solo pochi altri attori sono stati bravi come Vivaldo Matteoni: non me ne voglia Michele Placido, altro grande interprete. Di questa rappresentazione conservo un …cruccio, che risale agli ultimi anni novanta, poco prima che TV Quarrata chiudesse i battenti. In accordo con Luciano Michelozzi c’era la volontà di registrare in studio – si fa per dire – “L’uomo dal fiore in bocca”. Per la scenografia, un pannello che rappresentasse la pensilina ed un lampione, l’avrebbe realizzata l’amico comune, Alfredo Fabbri; il tavolino con due sedie dove avviene l’incontro con l’avventore, in prestito da qualche mobiliere della zona. Purtroppo, la chiusura della televisione quarratina, gli acciacchi sempre più frequenti di Vivaldo, non hanno consentito di esaudire questo desiderio, fortemente voluto da Luciano Michelozzi.
Lo scorso 10 ottobre Vivaldo Matteoni ha compiuto 89 anni, essendo nato nel lontano 1919. L’attore quarratino è stato festeggiato la domenica seguente, circondato dalla figlia Elisabetta, i nipoti Linda e Massimiliano, la badante Maria e gli amici di sempre, fra questi, Carlo Rossetti, anche compagno di teatro, che ha ricoperto più volte il ruolo dell’avventore nella commedia “L’uomo dal fiore in bocca”. Ruolo ricoperto anche da Sergio Battaglia, il genero di Vivaldo, scomparso prematuramente, che la comunità quarratina ricorda sempre con grande affetto.