di Carlo Rossetti
settembre 2011
E’ da poco passata la mezzanotte, la luce in sala si smorza e lascia intravedere nella quasi oscurità le silhouette di coppie abbracciate nel ballo, fra le quali si destreggiano camerieri intenti a servire lo champagne ai tavoli. La musica è lenta, sonnacchiosa, il tono attenuato, per creare un momento di intimità di cui le coppie possano approffittare per stringersi teneramente. In un’atmosfera quasi sospesa, rarefatta, impregnata dal fumo di impenitenti fumatori seduti, gli slanci d’amore propiziati dalle note di melodie struggenti e incoraggiati da qualche bicchiere di champagne, si manifestano con frasi sussurrate all’orecchio. Sulla pedana cinque giovani musicisti eseguono le canzoni più in voga del momento. Sta suonando il complesso “Corrado e i 93”e la voce, calda e suadente, è quella di Mario Gestri. Chissà quante volte si sarà verificato un momento come questo, quando l’orchestra di cui faceva parte Mario, si esibiva nei più esclusivi night club delle maggiori città europee.
Mario Gestri proviene da una famiglia di cultori della musica. Il padre ottimo suonatore di basso, che in gioventù ha fatto parte di un importante corpo bandistico militare, dà i primi rudimenti musicali a Mario e al fratello Graziano. Successivamente completa la preparazione e lo studio del trombone affidandosi al M. Otello Benelli prima, poi frequentando la Scuola del M. Massini a Prato. Appena in grado di suonare entra a far parte della Banda Comunale di Quarrata, ricostituitasi dopo la pausa della guerra e contemporaneamente, insieme al fratello Graziano e a altri elementi locali, mette su una piccola orchestra che si esibisce nella sale da ballo della zona. A Prato, dove nel frattempo lavora, e ove si reca tutti i giorni in bicicletta, conosce altri ragazzi con la stessa passione per la musica che hanno già formato un quartetto. Mario Gestri lascia il gruppo di Quarrata e entra a far parte di quella orchestra. La nuova formazione si chiamerà Corrado e i 93, traendo il nome dal capo orchestra Corrado, al quale è aggiunta la somma degli anni di ciascuno di loro. Il debutto del complesso avviene a Prato, nel 1952, al Salone Apollo; poi da lì passa all’Abetone, presso la Casina di Zeno Colò e quindi si esibisce in tanti altri posti della zona, compreso un concerto per una serata di gala di fine anno scolastico al Convitto Cicognini di Prato, esclusivo istituto pratese. Mario Gestri suona naturalmente il trombone al quale ha aggiunto il contrabbasso; contemporaneamente diventa il cantante del complesso. Per la sua voce calda, sommessa, sussurrata, lievemente nasale, diventa, ricorrendo a una definizione dell’epoca, “il cantante confidenziale”. Ugo Tognazzi, ascoltandolo a Roma, alla Rupe Tarpea, gli farà questa dedica: A Mario, la voce che si ricorda e che fa ricordare. Sul complesso intanto si appuntano gli sguardi degli addetti alla musica, proprio perché la giovane età dei componenti costituisce già di per sé un’attrattiva, una peculiarità ma soprattutto perché sono giovani di talento.
Il loro repertorio, il brio, l’improvvisazione, la capacità di fare anche spettacolo, sono gli ingredienti che ne fanno un’orchestra originale. E il salto di qualità, la svolta insomma, avviene con la richiesta di suonare a Milano, al Don Rodrigo. E’ un ristorante e night club famoso, in cui c’è Nunzio Filogamo a presentare, proveniente dalla radio, che il Festival di Sanremo ha fatto conoscere e reso celebre. Da allora è un susseguirsi di contratti che portano Mario e naturalmente tutti gli altri a viaggiare per tutta l’Europa. Le prime tappe sono a Berna, Zurigo, Ginevra e tutte le stazioni climatiche della Svizzera. Ma prima di lasciare l’Italia, sono chiamati alla Rai per prendere parte a una trasmissione radiofonica di varietà di enorme successo, qual è in quel momento Chicchirichì, condotta da Febo Conti e Liliana Feldman. Lasciata momentaneamente la Svizzera, l’orchestra rientra in Italia, e precisamente a Firenze dove si esibisce allo Chez Moi e da Oliviero, dancing che vantano una clientela facoltosa amante della notte.
Quindi a Napoli per approdare poi a Roma alla Rupe Tarpea, celebre ritrovo di via Veneto, frequentato da attori e dalla jet set society, in cui Mario ha modo di incontrare Sordi, Gassman, Tognazzi come si è detto, e Totò. Una sera in cui è presente il Principe De Curtis, l’orchestra gli dedica “Malafemmina”, affidata naturalmente alla voce di Mario. Fra gli ammiratori del complesso non mancano neppure Xavier Cugat e la bella moglie Abbe Lane. Un ritorno momentaneo in Svizzera, che costituisce il quartiere generale, perché è da lì che si muovono in giro per l’Europa con cinque grandi roulotte, trainate da altrettante macchine americane di grossa cilindrata, dopo avere soggiornato per anni in lussuosi alberghi. La roulotte si è resa necessaria perché nel frattempo qualcuno dei componenti del complesso ha trovato il modo di sposarsi. Ecco ora l’orchestra in Belgio, a Bruxelles in occasione dell’Esposizione Universale, poi a Liegi per una serata di beneficenza, dove sono ricevuti dal Console Generale d’Italia, che rilascia a tutti i musicisti un attestato di benemerenza.
Poi il complesso Corrado e i 93 si sposta in Norvegia per un contratto di circa 6 mesi che lo lega al Grand Hotel di Oslo, un complesso alberghiero con più di mille camere, che oltre al ristorante ha un ampio salone per il caffè concerto. Inutile dire che ormai ogni tornée è un successo. L’orchestra è così conosciuta che ne parlano ampiamente i giornali esteri, come pure quelli italiani, comprese le cronache locali, ogni qualvolta l’orchestra si riaffaccia in Italia. E dall’Italia appunto la rivista settimanale “Incom”, invia a Ginevra il proprio inviato Sergio Locatelli, che dedica un’intera pagina alla storia del quintetto e ai suoi successi. A questo punto non poteva mancare la Danimarca dove suonano al Palazzo Hotel di Copenaghen e al Tivoli, il parco divertimenti della città. E’ la volta della Germania in cui si esibiscono a Monaco di Baviera, Francoforte e Norimberga. Poi in Francia, a Lione, dove prendono parte a una trasmissione televisiva. Durante queste lunghe tournée, Mario non manca ogni tanto di fare una capatina a Quarrata per ritrovare i familiari. Lo si può vedere per strada a parlare con gli amici di cui conserva un caro ricordo, perché il successo non gli ha montata la testa. E a Quarrata ritorna anche con il complesso, una prima volta al Cinema Moderno in occasione di un carnevale, una seconda volta per una serata nella pista da ballo all’aperto, alla Casa del Popolo. E’ inutile dire il piacere del pubblico di amici e il grande successo ottenuto.
Ma sarebbe lungo elencare ancora le numerose tournée che hanno impegnato Mario per tanti anni. C’è da ricordare che durante tutta la sua carriera ha accompagnato cantanti come Nilla Pizzi, Carla Boni, Achille Togliani, Katina Ranieri, Teddy Reno, Natalino Otto e tante altre ugole italiane. Ma a quell’elenco vanno aggiunti i nomi prestigiosi di due star internazionali come Gilbert Bècaud e Henri Salvador. Fra gli amici ed estimatori che hanno avuto al Casinò di Montreux in Svizzera, c’erano anche i figli del grande Charlie Chaplin. Ma non è stata soltanto l’Europa il luogo dei concerti di Corrado e i 93. Volano anche a Teeran, dove in occasione della visita del Presidente della Repubblica Gronchi, il quintetto suona alla corte, di fronte all’ Imperatore Reza Palevi e alla bellissima Soraia, prima che la regina fosse ripudiata. Poi verso la fine degli anni ’60 Mario deve ritirarsi per sopraggiunti motivi familiari e perché nonostante i successi è un’attività impegnativa che finisce per stancare. Inoltre la nostalgia dei propri luoghi, il desiderio di una casa vera, fanno il resto. Gli altri dureranno ancora pochi anni, quindi il complesso si scioglierà definitivamente. Un lungo percorso di circa vent’anni, in cui Mario ha potuto sfogare la sua passione per la musica e, allo stesso tempo, cogliere significativi successi, di fronte a un pubblico eterogeneo, internazionale. Oltre all’esperienza di musicista, va considerata l’esperienza umana, per l’opportunità di misurarsi con ambienti, luoghi e culture che indubbiamente l’hanno arricchito, esercitando una professione affascinante, ammirato e sempre al centro dell’attenzione. Una vita indubbiamente che vale la pena di raccontare.
Poi, rientrato a Quarrata, senza rimpianti, ma sinceramente pago per una carriera fantastica alle spalle, con modestia, che è una sua dote precipua, ma soprattutto con piacere, è ritornato a far parte della Filarmonica G.Verdi, da dove era partito all’inizio degli anni Cinquanta. Così la Filarmonica ha riavuto nelle proprie file un esecutore di grande qualità e prestigio, al quale può affidare la lettura di qualsiasi spartito. Ma ha ritrovato soprattutto un carissimo amico.