…E se i nonni tagliano la corda?

…E se i nonni tagliano la corda?

di Carlo Rossetti

settembre 2024

Torniamo a parlare di nonni, un argomento a noi caro anche per motivi anagrafici. A loro infatti abbiamo già dedicato diversi articoli, due dei quali in particolare sottolineavano la funzione pratica, all’interno del menage familiare. I titoli erano quanto mai eloquenti: “L’importanza del nonno patentato” del 2016 e “La rivincita del nonno” del 2021. Qui si spiegava, fra il serio e il faceto, come oggi gli anziani siano fondamentali all’interno delle mura domestiche, sia perché con la loro presenza assolvono a vari impegni quotidiani, tipo portare i nipoti a scuola o a praticare sport, sia perché il contributo dato dalla loro pensione, in periodi di magra come questi, rappresenta un tesoretto che consente a tutta la famiglia di arrivare meglio a fine mese. Una sorta di Welfare casalingo.

Da qualche anno però, su questi due capisaldi della Nazione, aleggia una terribile incertezza, che potrebbe sconvolgere equilibri dati ormai per consolidati: E se i nonni tagliano la corda? Non sembri questa boutade detta così per far sorridere qualcuno, perché basta spulciare un po’ di dati su organi di stampa specializzati, per vedere che negli ultimi dieci anni, centinaia di migliaia di anziani si sono trasferiti in altri Paesi per godersi la pensione. Il motivo di questa diaspora di dentiere? Soprattutto economico, in quanto in certi posti la vita è meno cara e la pensione meno tassata, quindi lì anche chi percepisce la minima, può sentirsi un Berlusconi redivivo. Addirittura, fino a poco tempo fa, il Portogallo concedeva esenzioni fiscali ai pensionati stranieri, proprio nell’ottica di attirarli e far ripartire il mercato immobiliare in crisi. Sull’argomento, “Il Sole 24 Ore” ci informa che le dieci mete preferite sono, dall’ultima alla prima: Colombia, Francia, Malesia, Grecia, Ecuador, Spagna, Panama, Messico, Portogallo e Costa Rica.

Insomma, i nostri vecchietti non si trasferiscono certo in luoghi freddi (anche se lì si manterrebbero meglio, vista l’età), ma preferiscono i paradisi con climi miti o caldi, preferibilmente con spiagge da sogno.

E le famiglie? I figli? I nipoti? Sicuramente fino a qualche decennio fa li avrebbero aiutati a fare le valigie, affinché non dimenticassero nulla, e magari li avrebbero persino accompagnati all’aeroporto, per essere sicuri che non ci ripensassero. Adesso invece, per quando detto all’inizio, nel caso in cui se ne andassero, si tratterebbe di un piccolo lutto, oltre che di un tracollo finanziario. Senza contare che i genitori si ritroverebbero a fare i genitori a tempo pieno e addio agli spritz con gli amici di palestra di lei, alle cene fuori con i compagni di calcetto di lui, oppure ai weekend in montagna con i bambini. Tutto finito. D’altronde, come diceva Oscar Wilde: “Posso fare a meno di tutto tranne che del superfluo”.

Ora invece immaginiamoci il nonno a trascorrere giornate intere, anziché al parco sotto casa con gli amici, in qualche località balneare nel sud del Portogallo o ai Tropici. Certamente la vista risulterebbe di gran lunga migliore e non intendiamo solo per le scogliere meravigliose o per il mare cristallino, ma anche per il continuo via vai di donne in bikini. Così, d’improvviso, abituato com’era a guardare i cantieri in città, popolati di uomini sudati e sbraitanti, avrebbe ora modo di fissare tutt’altro genere di persone e magari gli ritornerebbero alla mente certi pruriti di gioventù. Questo però potrebbe risultare pericoloso, perché accaldato dal clima e dalla vista, l’arzillo vecchietto rischierebbe di avere un eccessivo ritorno di fiamma e, come dicono a Roma: “Glie partirebbe ‘a pompa”. Nel caso infausto, la nonna si ritroverebbe ad essere una vedova all’estero, godendo anche della reversibilità del marito. E siccome pure lei avrebbe di che bearsi gli occhi, guardando i giovani in costume oppure i bagnini, la vedovanza potrebbe assumere un nuovo significato e nuove prospettive.

Altro cortocircuito su cui riflettere è che dopo il trasferimento, i figli e i nipoti non vedrebbero l’ora di andare a trovare i loro cari, a differenza di quando stavano in Italia, vicino casa, la cui frequentazione risultava altresì un’incombenza, magari da dividere fra i vari parenti nei giorni della settimana, in modo da non doversi sorbire da soli tutte le lamentele. Perché un conto è andare a trovare la nonna all’ospizio, altra cosa è andare a trovarla alle Canarie. A quel punto, pensiamo noi, i compleanni, le feste comandate e persino gli onomastici sarebbero, ma guarda un po’, un ottima occasione per riunire tutta la famiglia… ma solo per far piacere ai vecchi, sia chiaro! Potrebbe addirittura rovesciarsi completamente la situazione, e allora sarebbero i nonni a trovare scuse per non avere d’intorno tutto il parentado, e continuare a godersi in santa pace quel paradiso tanto agognato.

Ci piace però pensare che quei giorni da sogno, tutti uguali, fatti di routine in un eterno clima vacanziero, dopo un po’ creino della nostalgia e magari il nonno rimpianga le briscole al bar con gli amici e la nonna le chiacchiere con le comari dalla parrucchiera. Ma poi, riflettendo sulla mole di lavoro che gli attenderebbe a casa, una volta rientrati in famiglia, oltre al dissanguamento della pensione, è probabile che tutto svanisca e magari questi pensino addirittura di farsi seppellire lì, facendo scrivere sulla loro lapide: “Questo posto è bello da morire”.

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