Caro direttore…

Caro direttore…

di Carlo Rossetti

dicembre 2011

Sfogliando una rivista femminile, la nostra attenzione è caduta su una delle tante lettere che le lettrici inviano al Direttore o ai curatori di certe rubriche, con la speranza di ottenere un consiglio in grado di risolvere i loro problemi più o meno gravi. Oggi si sa, ognuno di noi ricorre al medico, allo psicologo e frequentemente ai giornali, nel tentativo di trovare una risposta alle proprie ansie, alle incertezze, al senso di precarietà che ormai sembrano far parte del nostro vivere quotidiano. La lettera in questione non era, secondo il nostro giudizio, di particolare importanza rispetto ad altre, ma senz’altro curiosa e diciamo pure pruriginosa. L’abbiamo presa in considerazione perché ci sembrava adatta a una risposta che noi avremmo dato, se fossimo stati al posto del direttore. La sostanza della lettera, se ben ricordiamo, era press’a poco questa:

Caro Direttore,
ho un marito che adoro e al quale sono sposata da circa quindici anni, che però considero “un maniaco sessuale”, beninteso in versione casalinga. In ogni momento della giornata, in qualsiasi luogo della casa, è possibile che lui cerchi di avvicinarsi a me con l’intento di fare l’amore. La cosa gli è agevolata dal fatto che non abbiamo figli. Devo confessare che all’inizio le sue attenzioni mi facevano molto piacere, ma ora, con l’andar del tempo, la situazione mi è diventata insopportabile. Che cosa debbo fare? Mi rivolgo a lei per avere un consiglio. La ringrazio cordialmente… e seguivano le iniziali della preoccupata signora.

Arrivava quindi il parere alquanto generico del direttore,  preoccupato soltanto di assolvere al suo compito, quello di rispondere, rimandando allo psicologo la risoluzione del problema.

Ed ecco invece la nostra risposta.

Gentile Signora,
ci permetta anzitutto una considerazione: chissà quante donne vorrebbero essere al posto suo. Ma a prescindere da questo il consiglio che possiamo darle è il seguente: “Provi a portare, legate in vita, ciondoloni, un paio di forbici come usavano le nostre nonne ai tempi in cui facevano la treccia. Lei ricorda? Può darsi che la loro vista possa essere per suo marito un ottimo deterrente. Si procuri addirittura un paio di cesoie da giardinaggio, faranno senz’altro più effetto. Le porti con disinvoltura, facendo finta di niente, magari fischiettando. Vedrà che il suo focoso consorte metterà “la martinicca” alla passione e controllerà il sentimento. Questo sistema vede è l’equivalente delle targhette apposte all’ingresso di certe villette sulle quali si legge: “attenti al cane”. Un avvertimento però. Nel caso che suo marito intendesse entrare ugualmente “in giardino”, accetti di buon grado l’intrusione e faccia a meno delle forbici. Se le usasse sarebbe come tirarsi la zappa sui piedi”.

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