Massimo Sermi

Massimo Sermi

di Marco Bagnoli

dicembre 2012

Come è iniziato il suo rapporto con la musica, qualcun‘altro in famiglia era un appassionato?
La mia passione per la musica è iniziata in età giovanissima, poiché mio padre suonava e suona, nella banda “Giuseppe Verdi” di Quarrata; fin da piccolo la musica è sempre stata presente nella mia famiglia. Ho conseguito il diploma presso il Conservatorio Cherubini di Firenze, dove ho avuto come insegnante anche il Professor Vinicio Gai, figura storica della musica e cittadino onorario della nostra città. In seguito ho effettuato la specializzazione all’Università degli Studi Tor Vergata di Roma in Discipline Musicali e Scienze dell’Educazione. Anche attualmente la musica continua ad essere importante nella mia famiglia: mia moglie Maria Cristina è insegnante di pianoforte e educatrice all’infanzia, e mio figlio Raffaele, appena diciottenne, diplomato presso il conservatorio di Firenze, studia composizione e frequenta l’ultimo anno di liceo.

In cosa consiste di preciso la sua attuale occupazione?
Sono titolare della cattedra di musica da oltre trent’anni presso la scuola secondaria di I grado; rivesto la carica di presidente dell’Associazione culturale scuola di musica Harmony di Quarrata, esistente da quasi trenta anni che offre la possibilità di imparare a suonare uno strumento a bambini, ragazzi e adulti, scelto fra la varie famiglie di strumenti musicali: cordofoni, fiati, elettrofoni, tastiere, percussioni, nonché canto, propedeutica musicale, formazioni corali per bambini, anche in gruppi di musica d’insieme; sono direttore didattico-musicale del progetto Ritmondo presso la casa delle culture La Civetta, in collaborazione con il Comune e i centri socio-educativi Pozzo di Giacobbe e Il girasole di Quarrata; collaboro in alcune occasioni con la Filarmonica Giuseppe Verdi; ultimamente ho diretto il concerto a Castel dei Gironi e a Villa La Magia, per la cerimonia di premiazione del premio internazionale di poesia.

Com’è cambiata la musica da quando era ragazzo a oggi e come vede il rapporto dei giovani con la musica?
Quando ero ragazzo non esistevano realtà musicali consolidate come oggi, a Quarrata; se un ragazzo voleva avvicinarsi allo studio di questa disciplina, doveva cercare il modo più adeguato alle sue esigenze, a volte con difficoltà. Anche per me, infatti è stato inizialmente difficile trovare sul territorio, alla mia giovane età, un riferimento musicale specifico; mi sono così rivolto a figure professionali fuori dalla nostra città che mi hanno preparato per gli studi musicali successivi. Oggi tutto ciò non si verifica, la situazione musicale è variegata e soddisfa in modo efficace la richiesta sul territorio: c’è la scuola di musica Harmony, esistono formazioni corali presso varie parrocchie; sempre presso La Civetta, è attiva la sala-prove per gruppi musicali gestita dall’associazione musicale Spazio giovani; e ovviamente la filarmonica Giuseppe Verdi. Rispetto al periodo della mia giovinezza, oggi il rapporto fra i giovani e la musica si è evoluto in una direzione più positiva e più consapevole. Quando ero ragazzo, i gruppi o le band musicali si formavano per divertimento, travolti dalla musica pop, rock, blues, che in quegli anni arrivava impetuosa attraverso i juke-box, gli LP, la televisione e sostituiva, in parte, la diffusione della musica classica, relegata ad una classe elitaria di seguaci, in nome della tradizione e del prestigio. In seguito però, attraverso il cinema, i mass media, e le scuole, la diffusione della musica ha ampliato i suoi confini e oggi queste differenze non esistono più. Non si può sostenere la superiorità di un genere musicale rispetto a un altro; la musica, di qualunque genere, in modo soggettivo, aiuta a conoscere, invita a riflettere, affina la percezione. In questo momento storico di pericolo ecologico, di conflitti culturali, la velocità digitale, sempre più affollato di idee e cose da fare, emerge non a caso il desiderio-bisogno di uscire dal trambusto del mondo, e dove è possibile, ricostituire con la fantasia, con i simboli, un mondo in relazione ai desideri umani, un’immagine soggettiva autentica. I giovani di oggi, come in ogni generazione, per primi avvertono questo bisogno e quindi, l’avvicinarsi alla musica per loro, avviene in modo consapevole, certi che possa essere una risorsa di vita.

Perché un genitore dovrebbe favorire e stimolare l’interesse dei figli per la musica?
Sono convinto che stimolare i giovani ad avvicinarsi allo studio e all’ascolto della musica, contribuisca ad una formazione psico-fisica equilibrata, attraverso lo sviluppo della sensibilità e dell’espressività; investe la crescita in molte aree, dai processi di apprendimento per l’acquisizione delle competenze tecniche per lo strumento, alla concentrazione, alla fiducia in se stessi, alla socializzazione, al divertimento, che resteranno dentro di loro per sempre.

Allora buon lavoro…
Grazie; tra l’altro ritengo che la vostra rivista sia un periodico interessante, ricco di notizie e eventi che riguardano la nostra comunità di Quarrata; gli argomenti, i personaggi, i fatti musicali e non solo, sono curati con professionalità e competenza.

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