di Carlo Rossetti
giugno 2014
Ancora un amico ci ha lasciato, inaspettatamente. Gabriele Giannini se n’è andato con discrezione, la stessa che lo ha accompagnato nella vita e che proprio per questa qualità e tante altre, era stimato e ben voluto. Soprattutto è stata la prematura scomparsa e l’improvvisa notizia, senza che nessuno conoscesse il suo dramma, a recare dolore e stupore.
Avvocato di professione, ma eclettico per natura, aggiungeva al suo lavoro tante altre attività che costituivano il suo bagaglio umano e intellettuale. In un’epoca come questa, fatta di clamore e di eccessi, lui usava il tono minore, definizione adatta per un musicista come lui. Proveniente da una famiglia molto conosciuta, dalla stessa aveva ereditato la cultura e l’amore per l’arte in genere. Il padre, Millo, progettista di mobili e abile disegnatore, possedeva il dono della scrittura, dell’ironia e il grande pregio dell’immaginazione; la madre, Laura, insegnante di scuola elementare, tuttora in vita, è una fonte inesauribile di dati e di ricordi, che fa della cultura una modalità per arricchire la vita. Non poteva essere altrimenti per Gabriele. La sua grande passione è stata la musica e insieme la chitarra, di cui era un virtuoso suonatore. Pure lo sport, come la pallavolo, il tennis e il nuoto, facevano parte dei suoi interessi. Insieme ad altri giovani degli anni ’60, costituì un complesso musicale, il quartetto “The Little Jaguars”, che ebbe immediatamente un notevole successo, riuscendo a imporsi per freschezza, estro e novità.
Eccezionale chitarrista come abbiamo detto, opinione condivisa da molti musicisti, non ha mai abbandonato la chitarra anche dopo lo scioglimento del gruppo e, arrivato il momento di costruirsi un futuro, scelse la carriera di avvocato. Non disdegnava nemmeno la cucina alla quale di tanto in tanto si dedicava e di cui conosceva ricette e sapori, ancor prima che l’arte culinaria diventasse anche appannaggio maschile.
Schivo e riservato, bastava avere l’opportunità di parlare con lui per scoprire una persona affabile e di conversazione, con idee che rivelavano una solida cultura. Utilizzando una formula abusata, si può dire che abbia vissuto per il lavoro e per la famiglia, riservando il suo tempo libero alla cura della casa, del giardino e delle rose che lo adornano.
Ai funerali e ancor prima, tantissimi amici e conoscenti si sono stretti intorno a lui e alla famiglia, a dimostrazione di quanto fosse amato. Durante la cerimonia l’avvocato Giuseppe Aliprandi, presidente dell’ordine degli Avvocati di Pistoia, ha tracciato un bellissimo ricordo di Gabriele, di cui ha sottolineato le doti professionali che, insieme a una profonda umanità, ne facevano uno stimato collega e un sincero amico. Va ricordato che nel corso della carriera ha collaborato con il professor Ugo Ruffolo, nome e volto noto della trasmissione televisiva “Mi manda Rai3”, tanto per capire quale fosse la considerazione che si aveva di lui. Ora che non c’è più, ci piace immaginarlo là dove si trova, ormai sereno, che ci saluta con la sua chitarra. E’ un pensiero consolatorio per sentirci ancora vicini a lui.