di Luigi Vangucci
marzo 2015
«Dottore, lo sa, non chiudo occhi da mesi !?» A prescindere dal fatto che il paziente spesso esagera sulla durata della propria insonnia, è tuttavia vero che una grande percentuale di persone percepisce il suo sonno, come insufficiente o non riposante.
Come si classifica l’insonnia?
Appartengono ai disturbi del sonno:
1) Insonnia primaria o non organica
Avviene in un soggetto sano senza altre cause.
2) Insonnia secondaria
Legata a malattie fisiche o anche a problemi psicologici come stati ansioso depressivi.
Esiste un’insonnia iniziale, cioè quando si fa fatica ad addormentarsi e a mantenere il sonno, e un’insonnia tardiva, cioè quando il risveglio è precoce. Esistono certi pazienti che credono di non dormire anche se gli accertamenti oggettivi dimostrano il contrario. A volte questo disturbo è solo occasionale, mentre a volte dura a lungo. Dopo sei mesi si parla di insonnia cronica.
TERAPIA
Se possibile non si devono usare sonniferi e ansiolitici, per evitare dipendenza . Allora proviamo con accorgimenti naturali.
Alimentazione serale leggera e scarsa, con presenza di carboidrati, per la loro azione vagamente sedativa sul sistema nervoso. Utile un bicchiere di latte prima di andare a letto, per l’effetto calmante del triptofano. Ovviamente l’abuso del caffè produce l’effetto contrario. Può essere di aiuto la fitoterapia: valeriana, luppolo, tiglio e fiori di Bach. Utili anche oli essenziali a base di lavanda, bergamotto, basilico, così come l’aromaterapia (sia in bagno, sia per diffusione nell’ambiente). Occorre poi una vita, nel limite del possibile, equilibrata e serena, senza alterare il ritmo sonno–veglia, che è alla base di un buon riposo notturno. Naturalmente se sono indispensabili (ma solo sotto guida medica), si possono usare farmaci ansiolitici e sonniferi.
Comunque buona notte e buon riposo a tutti