A cura della Redazione
settembre 2010
Quarrata piange la scomparsa di Marco Fattori, 68 anni, imprenditore del settore legno e commercio mobili, uno dei più conosciuti di tutto il distretto quarratino. Dall’ottobre scorso si era assentato dalla città per motivi di salute, non si era fatto più vedere in giro, nemmeno dai colleghi più stretti. Due le aziende commerciali di arredamento: la storica mostra Fattori situata in Viale Montalbano dove per tanti anni aveva operato la ditta Lenzi, l’altra sotto il nome di Idea Casa lungo la strada Statale 66 all’altezza di Olmi, aperta molti anni dopo. Infine la fabbrica di camere, camerette, mobili giorno e complementi in via della Repubblica: una produzione che veniva commercializzata anche presso altre aziende di gran parte d’Italia. Marco Fattori – fondatore e sponsor anche della Podistica Fattori si era sentito male pochi giorni dopo la storica corsa “Panoramica del Montalbano” dello scorso anno, che la società organizza ogni settembre con partenza ed arrivo dalla mostra di Via Montalbano. Marco Fattori lascia la moglie Beatrice, i figli Ilaria, Raffaella e Lorenzo (…)
da “La Nazione” a firma di Giancarlo Zampini
Don Patrizio Guidi, 72 anni, parroco di Valenzatico dal 1972, ci ha lasciato per sempre, non ha superato le complicazioni di una malattia venuta alla luce da alcuni mesi. Un grande prete, adottato da un paese intero, sempre presente, questo il pensiero che ci hanno espresso tanti parrocchiani. A piangere la sua morte anche la comunità di Casalguidi, prima destinazione come cappellano appena consacrato sacerdote, così come quella montana di Treppio nel comune di Sambuca, dove ha portato avanti la sua missione pastorale per sei anni. Don Patrizio Guidi era nato in una famiglia di contadini a Burgianico, lungo la strada che dal Ponticino porta a Valdibrana, quando venne consacrato sacerdote la sua famiglia viveva ancora li, in seguito lo raggiunse a Valenzatico dove ancora vive l’amata sorella Giuliana con il cognato Cesare ed i nipoti Maurizio e Tiziano. Al suo impegno di parroco, onorato come meglio non sarebbe stato possibile, ha sempre aggiunto il valore della poesia e della montagna, due mezzi che avvicinano ancora di più al Divino: estate, inverno non faceva differenza, da solo o in gruppo le sue mete erano sempre sull’Appennino Tosco Emiliano, dalle Tre Potenze al Lago Scaffaiolo, il Cupolino o Porta Franca, ogni vetta era stata da lui vissuta ed apprezzata. <<Un amico>>, dice di lui Luigi Vangucci, medico di Valenzatico, <<persona di cultura, dal grande valore umano, mai banale: è stato una ricchezza per tutta la popolazione di Quarrata, non solo per i suoi parrocchiani>>. Il sindaco Sabrina Sergio Gori lo ricorda come sacerdote, poeta, amico vero e confidente sincero, ed aggiunge: <<Fu organizzatore di una marcia per la pace, prima dello scoppio della guerra in Iraq, che vide lavorare fianco a fianco persone di ogni credo e di ogni idea politica, bambini delle scuole e giovani, che in centinaia manifestarono per la pace, nella nostra città. E’ stato uno dei “padri” della nostra Caritas, che chiedeva giustizia sociale e uguaglianza e promotore delle nostri Missioni, specie in Brasile a Balsas con Padre Bellini>>. (…)
da “La Nazione” a firma di Giancarlo Zampini
“… Fin che morte non vi separi”. Quante volte abbiamo sentito il Parroco che, formulando queste parole, conclude il rito del matrimonio religioso, secondo il quale, solo la morte ha il potere di dividere ciò che Dio unisce. La più grande causa del decesso, com’è risaputo, è la nascita e per ogni anziana coppia il grande problema credo che non sia “andarsene” ma rimanere soli. La signora nera con falce e mantello, con Adelmo e Fedora ha avuto una soddisfazione molto relativa, poiché li ha separati solo 24 giorni. Adelmo Leporatti, (novant’anni) si è dolcemente addormentato il 29 aprile scorso fra il conforto dei figli e dei nipoti, precedendo la sua Fedora Tesi (ottantasei anni) che, nello stesso affettuoso scenario, si è arresa ad una lunga e brutta malattia il 23 maggio. In questa epoca dove le separazioni e i divorzi arrivano ad oltre il 50%, anche se ci rattrista il fatto che non potremo mai più sentire i racconti e le barzellette di quel buontempone di Adelmo ed il sapore dell’anatra muta in umido di Fedora, dobbiamo essere sollevati al pensiero che loro hanno viaggiato oltre 70 anni insieme sulla terra e hanno dovuto attendere solo 24 giorni la coincidenza per l’Eternità.
Massimo Cappelli
E’ davvero un fatto insolito morire nel fiore della vita a soli 36 anni, per una malattia sconosciuta: sembra che casi analoghi siano stati registrati nel corso degli anni solo in Giappone. Un grave lutto ha colpito la comunità di Quarrata, alle 3 di ieri sabato 21 agosto, ha cessato di vivere presso l’ospedale Sant’Orsola di Bologna, Rodolfo Ganucci, 36 anni, residente in via Tintoretto, lascia la moglie Sara Venturi ed il figlio Gianmaria di otto anni. Una forte fibra quella di Rodolfo, che niente ha potuto fare contro una malattia ancora oggi sconosciuta che i medici, pur trattandosi di eccellenze nel campo scientifico, non sono riusciti ad identificare. Tutto è iniziato alcuni mesi fa, con una febbre inaspettata, proseguita da una mononucleosi, poi il ricovero per due mesi presso l’ospedale fiorentino di Carreggi, infine trasferimento al Centro ematologico Sant’Orsola di Bologna, una vera eccellenza nel settore. Ancora due mesi di cure e di ricerche, compreso un trapianto di midollo osseo totalmente compatibile, donato dalla sorella Vanina, non sono serviti a salvargli la vita. Rodolfo Ganucci lavorava nell’azienda del padre, la “Maglieria Antica Toscana”, persona solare, conosciuta da tutta Quarrata, sempre pronto alla battuta ed al divertimento, grande appassionato di orologi che maneggiava e smontava con grande maestria, nel tempo libero sempre con il figlio Gianmaria, il suo grande amore come ci ha ricordato la moglie Sara. Una donna questa davvero forte, che solo dieci mesi orsono perse l’amatissima madre Nicla, un grande lutto per la conosciuta famiglia di Giancarlo Venturi, oggi colpita nuovamente da questa prematura perdita. (…) Rodolfo Ganucci oltre i genitori, lascia la moglie Sara ed il figlio Gianmaria, le sorelle Vanina ed Eleonora.
da “La Nazione” a firma di Giancarlo Zampini