di Massimo Cappelli
settembre 2015
La rivista che state leggendo ha come mission dare visibilità soprattutto alle persone semplici, il “very normal people”, per citare lo slogan di una famosa radio nazionale. Questa è da sempre la nostra linea editoriale e, più passa il tempo, più cresce in noi della redazione la convinzione che stiamo facendo la cosa giusta. La vera grandezza sta nella semplicità, nel quotidiano, nelle persone che incontriamo ogni giorno e che meritano di essere raccontate, come lo merita il mio amico Carmine Bomparola.
Conosco Carmine dai tempi delle elementari e ricordo quando, dopo la scuola dell’obbligo, iniziò a fare il cameriere al Ristorante Silvione, poco distante da casa sua. Erano i tempi in cui si faceva presto a trovare lavoro, se veramente si voleva lavorare, e i primi risparmi servivano a togliersi le prime soddisfazioni, per esempio una fiammante Vespa 125 ET3. A metà anni Settanta l’economia di Quarrata andava a gonfie vele con il mobile imbottito, e anche Carmine, come migliaia di altri giovani della sua età, imparò il mestiere di tappezziere. Credo sia grato per tutta la vita a questo lavoro, perché gli ha consentito di conoscere Barbara, in tutti questi anni moglie e compagna di vita. La musica era una delle sue passioni e anche con la chiacchiera se la cavava proprio bene; per questo, una sera, al Tamburo della Luna, fu individuato da Alessandro Ferrari e inserito nello staff della neonata Radio Rombo. “Cinque numeri a richiesta”, si chiamava così il programma di dediche che ha portato avanti per molti anni. Poi, con Daniele (Dani) Bagni, Giulio Spagnoli, Rossano Maccarini e Italo Nardini, ha ideato e realizzato altri programmi, per citarne solo uno, “Arrivano gli extraterrestri”, ispirato da “Alto Gradimento” di Arbore e Boncompagni, in voga a quei tempi. Ma io so bene che un ragazzo di provincia, con una gran vena creativa, prima o poi vuole sperimentare altri mondi anche in campo professionale, ed è così che approdò al mondo della moda. Da prima con un maglificio di Prato, dal quale ha un mandato di rappresentante, e per il quale, senza abbandonare il suo lavoro di tappezziere, vende maglie ai negozi di tutta la provincia. Poi diventa agente per tutta la Toscana di Twin-Set di Simona Barbieri, una griffe di Carpi con cui collabora da oltre ventitré anni, cresciuta con lui e anche grazie a lui.
Una decina di anni fa, per presentare al meglio il suo prodotto, decide di attrezzare un grande show room; non è quindi più lui a girare tutta la Toscana, ma sono i suoi clienti a venire a Quarrata in un favorevole viavai. La vita di un paese, nelle sere d’estate, rischia di essere veramente monotona. Ricordo una calda sera di giugno, di una ventina di anni fa, una di quelle serate dove il vento caldo sembra quasi un phon acceso. Dopo aver mangiato un gelato al Garten 3, io e Carmine stavamo sudando e cercavamo un po’ di refrigerio seduti su una panchina in marmo, nei giardini della vecchia Piazza Risorgimento. Ad un tratto lui se ne esce con questa affermazione: «Possibile che in tutta Quarrata non ci sia nessuno a cui venga in mente qualcosa di nuovo?» «Cioè?» Rispondo io. «Voglio dire, che non ci sia il modo di passare una serata un po’ diversa dal solito». «Per esempio?» Chiedo. «Per esempio creare un campo di Beach Volley e fare un torneo fra i bar di Quarrata. Potremmo far contente centinaia di persone, grandi e piccini, radunandole la sera a fare il tifo per la propria squadra».In quel momento lui stava già vedendo quello che sarebbe accaduto esattamente un mese dopo. Infatti, si mise subito al lavoro e con l’aiuto della neonata Blu Volley (appena fondata da Vito Melani), con un paio di camion di sabbia portata dalla ditta Gavazzi, creò il campo da gioco. Inoltre con l’opportuna illuminazione, le tribune, le palme e la scenografia fatta di cabine da spiaggia, riuscì a stupire il pubblico e a dare grande visibilità agli sponsor. Prezioso fu anche l’aiuto di tanti volontari che lo seguirono fiduciosi.
Grazie alla sua esperienza di speaker radiofonico, che gli consentiva di commentare in diretta tutte le partite, riuscì a ricreare lo spirito di un vero torneo di Beach Volley, nel centro di Quarrata, e a rendere così visibile a tutti il suo progetto di un mese prima. Ebbe anche la grande idea di reinventare, dal punto di vista tecnico, squadre miste composte da quattro elementi (fino ad allora il Beach Volley era giocato a due, solo da uomini o solo da donne). Quello montato a Quarrata è stato l’unico campo omologato (fuori dalle spiagge vere) con approvazione della F.I.P.A.V. (Federazione Italiana Pallavolo). Il torneo di Quarrata è stato portato avanti fino ad oggi per ben ventuno edizioni, le prime dieci con Carmine alla guida; viene ancora organizzato dalla Blu Volley, di Emanuele Ferri e company, per allietare le sere quarratine di mezza estate.
Cosa ci inventerà ancora il nostro amico Carmine Bomparola? Questo non lo so, ma di una cosa però sono certo: la sua mente è sempre in fermento, specialmente adesso che abbiamo tutti bisogno di grandi cambiamenti. Perché come ha detto il grande Albert Einstein: Non pretendiamo che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.