Fabrizio Fabbri – una vita su due ruote

Fabrizio Fabbri – una vita su due ruote

di Giancarlo Zampini e David Colzi

maggio 2012

È un piacere portare all’attenzione dei nostri lettori un campione del ciclismo anni ‘70 come Fabrizio Fabbri, nato a Ferruccia di Agliana 64 anni fa, conosciuto da tutti gli appassionati come “Il Fabbrino”.

Prima, nella categoria allievi e dilettanti, poi da professionista, si è distinto come corridore di grande temperamento, al servizio di campioni come Francesco Moser e Felice Gimondi, ma anche outsider in grado di mettere la ruota davanti a tutti e vincere belle corse. Per lui parlano i numeri: ha partecipato a 6 Campionati Mondiali su strada, dal 1973 al 1978, vestendo la maglia azzurra della Nazionale Italiana, miglior piazzamento 13° a Montreal; 9 i Giri d’Italia, con un 12° posto nel 1975 ed un 13° nel 1976; ha partecipato al Tour de France del 1975 e 2 volte al Vuelta di Spagna. Non solo piazzamenti ma anche vittorie, fra le più significative una tappa al Giro d’Italia del 1972; il Gran Premio Industria e Commercio di Prato; 5ª tappa, 2ª semitappa Giro di Svizzera del 1973; Gran Premio Industria e Commercio di Prato e primo classificato al Giro di Puglia nel 1974. Grande annata il 1975 con le vittorie al Giro dell’Appennino, Tre Valli Varesine e la 16a tappa del Giro d’Italia; altro successo alla 9a tappa del Giro d’Italia nel 1976.

Terminata la carriera di ciclista nel 1979 Fabrizio Fabbri ha vestito i panni di direttore sportivo e attualmente lo è per la Nippo, squadra con sponsor giapponese, così come la maggior parte dei ciclisti che la compongono e partecipano a molte corse nei paesi asiatici. Il meglio di sé lo ha dato come direttore sportivo della Mapei dove è rimasto per dieci stagioni, dal 1993 al 2002, uno squadrone che ha vinto in tutto il mondo, che aveva fra le proprie file il compianto Franco Ballerini, ex commissario tecnico della Nazionale e vincitore di 2 Parigi – Roubaix. Nel 2003 segue anche la Nazionale italiana di ciclismo open, tra le cui file il giovane Damiano Cunego vincerà il Tour of Qinghai Lake. Fabrizio Fabbri risiede a Quarrata con sua moglie Loretta, nostra preziosa consulente di cucina, e i due figli, Francesco e Fabio (ex corridori anche loro!). Alcuni anni fa, quando Noidiqua aveva solo l’edizione quarratina, il nostro David Colzi fece un’intervista a Fabrizio, che riproponiamo in parte.

1976. Fabrizio Fabbri al Giro del Piemonte. 

 

Come e quando è nata in lei la passione per il ciclismo? <<Da ragazzo, quando decisi di seguire dei miei amici che andavano in bicicletta. La mia grande passione era il calcio ma con il passare del tempo mi resi conto che andavo bene anche sulle due ruote, decisi così di partecipare alle prime corse ciclistiche: era il 1965>>. Le vittorie che ricorda volentieri? <<Il Gran Premio Industria e Commercio di Prato, che ho vinto due volte, nel ‘73 e nel ‘74. Tengo molto a queste vittorie perché le ho avute tra la mia gente, vicino a casa mia; io sono nativo di Ferruccia di Agliana quindi la soddisfazione è stata davvero tanta>>. Rimpianti? <<Il Giro d’Italia del 1975 dove potevo farcela ad indossare la maglia rosa… ma le cose presero una piega diversa e trionfò giustamente Felice Gimondi>>.  Che tipo di ciclista è stato? <<Un passista – scalatore, capace di resistenza su lunghe distanze e con una certa grinta nelle salite. Ero anche abbastanza veloce; contro 10 o 15 corridori potevo diventare pericoloso perfino nello sprint>>. Fra i tanti colleghi chi ricorda più volentieri? <<Su tutti Francesco Moser con cui ho fatto squadra dal ‘77 al ‘79. Molti pensano che lui fosse un tipo burbero, antipatico, invece era una persona disponibile con la quale si conversava volentieri. Poi ricordo Felice Gimondi con cui ho fatto squadra nel ‘75 – ‘76. Sono stati due grandi capitani e mi ritengo fortunato ad averli frequentati>>.Tante soddisfazioni anche come direttore sportivo? <<Vero. Sono stato per dieci anni direttore sportivo nella squadra più forte del mondo, la Mapei. Ora sto seguendo un nuovo gruppo insieme a dei colleghi, la speranza è di potere proporre nuovi ciclisti di qualità, ma per fare una squadra molto competitiva servono campioni e molti soldi e oggi è difficile>>.

1975. Fabrizio Fabbri vince il 36° giro dell’Appennino.

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