Teatro Cinema Moderno – cento anni di storia

Teatro Cinema Moderno – cento anni di storia

di Piera Salvi Foto e archivio: Adriano Tesi

dicembre 2012

E’ lunga cento anni la storia del Moderno di Agliana: comincia in bianco e nero, nel silenzio del cinema muto. Da quanto riferisce Alessandro Balli (della famiglia che ne è stata proprietaria nel secolo scorso) l’edificazione risalirebbe al 1911/1912 ed occupava solo l’area che dopo sarebbe diventata sala d’attesa. <<Fu ampliato dal 1926 al 1928.>> racconta Balli <<In soffitta c’erano queste due date incise su un muro e alcune carte dalle quali risultava che per l’ampliamento, evidentemente necessario per l’aumento di popolazione e di pubblico, erano stati impiegati duecento mila mattoni.>> Il locale ampliato, attivo fino al 1994, aveva un totale di settecentocinquanta posti, di cui centoquarantasei in galleria. Oggi sembra incredibile che una piccola comunità come Agliana, che nel 1931 contava appena 6268 abitanti e 7386 nel 1951, avesse necessità di un cinema teatro così grande (ora il nuovo locale ha duecentottanta posti). <<Eppure>> racconta Alessandro <<soprattutto nel dopoguerra faceva spesso il pieno>>. Tempi in cui c’erano meno possibilità di spostarsi e meno opportunità di svago. Il calo di pubblico cominciò, infatti, negli anni Ottanta. <<La televisione>> riferisce ancora Balli <<il cambio di mentalità e la possibilità di recarsi in zone balneari avevano ridotto il lavoro, soprattutto nei fine settimana.>>

La storia del Moderno comincia con Gino Balli, lo zio di Alessandro che poi condurrà il locale fino alla chiusura. <<Già da bambino ero affascinato dal cinematografo>> ricorda Balli <<ed ero sempre accanto allo zio. Dall’abitazione si accedeva alla sala d’attesa, dove c’era un piccolo bar, dal quale ovviamente cercavo di prendere qualche caramella, ma ero veramente interessato al lavoro dello zio.>> Così, il piccolo Alessandro impara tutti i segreti del mestiere, si incuriosisce alla storia del passato cinematografico e questa diventa la sua grande passione. <<Ho dedicato 60 anni della mia vita al cinematografo.>> dice <<Ho avuto 4 figli: tre li ho generati io, il quarto è il Moderno.>> Passione che cogliamo benissimo nei suoi racconti, tramandati dallo zio Gino, delle proiezioni mute che venivano accompagnate da musica di pianoforte: <<Non dal vivo>> specifica <<ma con suono registrato.>> E dei tempi d’oro dell’opera: <<Ottennero grandi successi Lucia di Lammemoor e La Traviata.>>

Non mancavano gli spettacoli comici: <<Ricordo Marotta, molto in voga negli anni ‘50 e ‘60.>> Poi i tempi critici: <<Il calo di pubblico proseguì anche negli anni ’90. Negli ultimi tempi per avere un po’ di spettatori, ma solo nei giorni feriali, dovevamo ricorrere alle pellicole a luci rosse. Così, nel 1994 decidemmo di chiudere.>> Nei primi anni ’90 però il palcoscenico del Moderno era spesso animato da spettacoli teatrali di scuole e compagnie locali e da saggi di scuole di danza. Vi si svolsero anche assemblee pubbliche. Il “Giugno aglianese” 1993 (già ricco di appuntamenti) vide sul palco del Moderno diverse realtà locali. A metà degli anni ‘80 l’amministrazione comunale guidata da Marco Giunti, che da tempo avvertiva l’esigenza di avere un cinema teatro, iniziò le trattative con la famiglia Balli per acquistare o affittare il locale, senza giungere a niente. All’inizio del 1998 nuove trattative con esito positivo. L’8 luglio il consiglio comunale deliberò l’acquisto e nel maggio 1999 fu firmato il contratto. Arriviamo così al terzo millennio. L’amministrazione guidata da Paolo Magnanensi porta avanti le procedure per il recupero, con vari bandi e realizzazione dei lavori, portandoli a termine entro la fine del mandato. L’attività è iniziata con l’amministrazione guidata Eleanna Ciampolini, con affidamento della gestione: per due anni in affido diretto, poi tramite bando. Dopo un decennio non facile per scelte politiche, economiche, urbanistiche e di gestione, il Moderno vanta il suo secolo di vita!

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