Agliana Moonlight Cosplay – e l’Associazione Culturale “Brigata Otaku”

Agliana Moonlight Cosplay – e l’Associazione Culturale “Brigata Otaku”

di Marco Bagnoli. Foto: Leonardo Bigliazzi.

settembre 2013

La manifestazione Agliana Moonlight  Cosplay vanta quattro edizioni, ma soprattutto un numero sempre crescente di partecipanti: un migliaio circa nel 2009, poi duemila, cinquemila, fino alle novemila presenze lo scorso giugno – avete letto bene, 9.000! Quindi le chiacchiere stanno a zero, al di là dei colori brillanti c’è una realtà concreta di persone che hanno deciso di stare assieme nell’arco di due serate per condividere, ad Agliana, le passioni di una vita.

Ma cosa vuol dire cosplay? E Otaku? Qui si parla di Giappone, ma cosa c’entra il Giappone con la Nostra Cultura? Noi per voi lo abbiamo chiesto al presidente Andrea Mazzei. L’Associazione culturale “Brigata Otaku” viene fondata ad inizio 2011, con l’esigenza di dare una migliore gestione all’Agliana Moonlight Cosplay. Il cosplay – costume play – è l’hobby che colpisce lo spettatore di cartoni animati, telefilm e fumetti, talmente appassionato da non poter fare a meno di indossare i panni del suo personaggio preferito, quello cui magari vorrebbe somigliare, o cui purtroppo somiglia davvero, se non nell’intero arco della vita reale quantomeno nell’ambito di particolari fiere, meetings e rassegne, dove questa passione viene accolta e incoraggiata. Tale fenomeno, che nasce nel paese del sol levante, prende piede anche da noi all’avvento del nuovo millennio, forte di un retroterra che ha visto noi, o i nostri figli, o ancora, i nostri padri, trascorrere i pomeriggi davanti ai canali televisivi dell’allora nascente emittenza privata, nazionale e non.

 

Nel 2009 i nostri eroi di Agliana, a loro volta accaniti cultori, decidono che è tempo di porre rimedio alla carenza di manifestazioni specifiche in terra di Toscana, e si propongono di organizzare un qualcosa di alternativo alla celeberrima Lucca Comics, l’evento clou per appassionati di fumetti & dintorni, con sede (e biglietto d’ingresso) prestigiosi. L’intento dei nostri è anche quello di creare un appuntamento totally-free, per cui, all’epoca della nascita, gli auguri sarcastici furono ancora più abbondanti. Per raccogliere il bacino potenziale dell’area Prato-Pistoia, la cornice del Giugno aglianese era l’ideale, anche se la sua piazza del mercato sembrava così dura da riempire.

È a questo punto che l’alchimia degli intenti e dell’amicizia compie il suo incantesimo: l’affluenza è generosa, la piazza al limite della capienza, il gradimento assoluto. Nel 2011 i nostri eroi abbandonano ogni indugio e si dirigono con sprezzo del pericolo negli uffici del Comune, per registrarsi come Associazione Culturale “Brigata Otaku”: il nome sociale viene da un cartone animato. L’edizione di quest’anno, tenutasi al lago Primo maggio, pianta la bandierina delle novemila presenze, una vera e propria dichiarazione di esistenza, e soprattutto pone la questione, al contempo entusiasmante e problematica, della location per l’edizione 2014 – forse il momento nel quale un’iniziativa nata in piccolo, prende la maturità e oltrepassa i confini, dopo una crescita innegabile e meritatissima. Il merito di questi ragazzi, che a stento toccano il limite dei trent’anni, riluce delle diverse sfaccettature di questo particolarissimo tipo di evento.

Tanto per cominciare, la valenza culturale e sociologica rappresenta una solida trama di fondo, divertente, certo, perché si parla di divertimento, ma tutt’altro che superficiale o meramente evasiva; cercare di racchiudere l’animazione giapponese in un paio di righe richiederebbe poteri che attualmente non possediamo. Questa manifestazione ha mosso le genti dalle diverse terre della penisola, vuoi come standisti, vuoi come spettatori, dal nord come dal sud: un dato numerico che non si può ignorare è ovviamente quello che attiene il comparto alberghiero della zona, stracolmo come non si ricorda; e poi c’è l’aspetto umano immediatamente tangibile, quello formato tascabile tra genitori e figli, con i padri che tornano bambini e i bambini che vedono i genitori comprarsi i giocattoli.  Non vi basta? Sappiate allora che i ragazzi della B.O. hanno sempre devoluto il ricavato della loro attività – e di quella dei loro degni compagni di strada, la band dei Banana Split – in favore dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze: perché per restare bambini bisogna anche crescere!

P.S: nel sito www.aglianamoonlightcosplay.it, troverete anche il regolamento per iscriversi alle gare che decretano i migliori costumi; nell’edizione 2013 sono state ben 11 le categorie, comprendendo sezioni maschili, femminili, di gruppo, di coppia e c’è stato anche il premio “Piccole Canaglie”, per i bimbi sotto gli undici anni.

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