di Piera Salvi. Foto: Gabriele Bellini
marzo 2021
Da trent’anni all’Enoteca Carlo Lavuri il rispetto del cliente è il primo elemento, ma si aggiungono qualità, varietà e soprattutto particolarità. «Questi sono i nostri tre pilastri» dice il titolare, Carlo Lavuri, originario della Sicilia, nel pistoiese dal 1960 e dal luglio 1991 alla guida della prestigiosa enoteca che porta il suo nome.
Tanti prodotti enologici di qualità altissima, frutto di accurata ricerca e selezione, dove ogni marchio e ogni prodotto ha una storia e un’origine unica. Per questo l’Enoteca Lavuri è un pezzo importante della storia del vino in Toscana e vanta un’affezionata clientela in tutta l’area metropolitana. Carlo Lavuri ha iniziato quest’avventura quando era già forte di un’esperienza nel mondo del vino. Dopo il diploma alla scuola alberghiera, aveva lavorato in un prestigioso hotel a Londra e in un ristorante stellato in Francia. Alla fine degli anni Settanta è di nuovo in Toscana pronto per nuove esperienze professionali, dalla gestione di un ristorante ai grandi alberghi di Montecatini Terme e Firenze. Poi eccolo nell’enoteca a Spedalino, sulla via Provinciale, diventata un punto di riferimento sicuro per gli appassionati del vino. Per Carlo l’enoteca è il completamento del percorso professionale e allo stesso tempo fondamentale punto di partenza per nuove iniziative, come la commercializzazione esclusiva di prodotti di nicchia e la collaborazioni con l’Università di Firenze nell’organizzazione di visite guidate nei territori vinicoli francesi per il Master di Management delle Imprese Vitivinicole. L’Enoteca Lavuri è stata premiata con il “Leccio d’oro”, storico premio del Brunello di Montalcino, per la presentazione, il servizio, la diffusione e la valorizzazione del vino, in particolare del Brunello. Anche il comune di Agliana ha riconosciuto questa eccellenza locale con il premio “Aglio d’argento”. Da una decina di anni Carlo è affiancato dal figlio Paolo.
Il trentesimo compleanno dell’attività, purtroppo è segnato dalla pandemia con la quale tutti conviviamo già da un anno. E’ un periodo difficile?
«Il periodo più difficile è stato marzo-aprile 2020» risponde Carlo Lavuri, «anche se eravamo già fortunati perché con il nostro codice Ateco che prevede anche la vendita di generi alimentari, potevamo stare aperti e fare consegne a domicilio. Facciamo vendite in negozio e consegne a domicilio ma la distribuzione di vino nei ristoranti è quasi scomparsa. Ci siamo adeguati alle difficoltà e ci siamo difesi abbastanza bene rispetto a chi è rimasto chiuso. Nella parte negativa ci siamo attivati per ottenere il migliore risultato possibile. Rispetto a un calo di vendite del 70% circa nella primavera 2020, siamo riusciti a chiudere l’anno con perdite del 20% circa».
Come?
«Ci siamo attivati investendo molto sul lavoro, sfruttando al meglio il sito web, dove abbiamo migliorato la visibilità e teniamo vivi gli eventi che facevamo in presenza, come la festa del Beaujolais. Per la festa delle ostriche e Champagne, abbiamo offerto alcune ostriche a chi acquistava sei bottiglie di Champagne. Tutto questo richiede un maggiore impegno, non solo economico ma anche creativo e più tempo. Nel nostro settore la concorrenza su Internet è pazzesca, ma noi resistiamo, non facciamo vendite online. La nostra filosofia è il rispetto del cliente, tenere alto il valore della qualità e offrire un buon servizio. E questo dà buoni risultati».