di Sandro Giannessi
I calcoli biliari sono come dei sassolini che si formano all’interno della colecisti, un piccolo sacchetto localizzato sotto il fegato, che ha il compito di immagazzinare la bile, la quale aiuta l’organismo a digerire i grassi. Se la bile ha una concentrazione eccessiva di colesterolo o sali biliari, può arrivare a cristallizzarsi formando così i calcoli biliari. I calcoli alla colecisti interessano circa l’8% delle persone dopo i 40 anni; le donne sono più colpite, una dieta ricca di grassi e colesterolo e povera di fibre e il diabete rappresentano i fattori di rischio maggiori. La sola presenza di calcoli non è necessariamente causa di sintomi, che compaiono invece quando questi ostruiscono il normale svuotamento della colecisti.
Quali sono i sintomi?
Compaiono in genere dopo un pasto particolarmente ricco di grassi e determinano il quadro noto come “colica biliare”. I più comuni sono: dolore addominale al quadrante superiore destro di tipo crampiforme, nausea o vomito.
Dieta e prevenzione
Lo stile di vita influenza la formazione dei calcoli biliari: un modello alimentare regolare diminuisce la stasi della colecisti stimolandone il normale svuotamento. Le diete ricche di frutta, verdura e calcio possono far diminuire il rischio di calcoli biliari. In particolare, il consumo di noci e una dieta ricca di vitamina C potrebbero essere fattori protettivi.
Come fare diagnosi?
L’esame essenziale è l’ecografia dell’addome; talvolta la diagnosi può essere occasionale, durante un’ecografia di controllo eseguita per altre patologie.
Quali sono i campanelli d’allarme?
In caso di dolore crampiforme – colica biliare – oppure sintomi come febbre con brivido, ittero (colorazione giallastra della cute) o dolore continuo, è necessario rivolgersi al proprio medico di fiducia.
Il trattamento: sempre l’intervento?
Per i calcoli che non hanno mai dato alcun sintomo non è necessaria alcuna terapia ma soltanto un monitoraggio. In caso di episodi ripetuti o di complicanze si rende necessario l’intervento chirurgico di rimozione della colecisti. Questo viene fatto con una tecnica mininvasiva in anestesia generale: il chirurgo pratica alcune piccole incisioni sull’addome e inserisce una telecamera e strumenti nell’addome: si separa la colecisti dal fegato e si estrae, facendola passare da una delle incisioni. Il tempo di ricovero è in genere di una notte: la tecnica laparoscopica permette di ridurre il dolore post-operatorio e la convalescenza.
Calcolosi della colecisti: a chi rivolgersi per l’intervento?
Per una consulenza chirurgica e l’eventuale intervento è necessaria la richiesta del medico di famiglia per “visita chirurgica generale” con la quale rivolgersi al CUP: il paziente verrà indirizzato all’ambulatorio B6 dell’ospedale San Jacopo dove troverà un chirurgo specialista in materia che, se necessario, lo inserirà in lista d’attesa per l’intervento.