Gioielleria Pierattini – dal 1946

Gioielleria Pierattini – dal 1946

di Piera Salvi

marzo 2024

Quella che stiamo raccontando è una storia “preziosa”, non solo perché si tratta di una gioielleria ma anche perché è una storia di passione e radicamento sul territorio da tre generazioni.

La “Gioielleria Pierattini” fu fondata nel 1946 da Brunero Pierattini, nato nel 1921, che a 14 anni andò a Prato per imparare il mestiere di orologiaio. Poi scoppiò la Seconda guerra mondiale, Bruno era soldato a Reggio Emilia e durante un ricovero in ospedale conobbe Teodolinda Miglio, una giovane maestra. Continuarono a frequentarsi e, a guerra finita, lui tornò ad Agliana con l’idea di avviare un mestiere e sposare Teodolinda. Nel 1946 aprì, in piazza Gramsci, una bottega di riparazione e vendita di orologi. L’anno successivo si sposò, Teodolinda cominciò a collaborare in negozio e i due giovani coniugi decisero di inserire anche la gioielleria. Fino al 1962 il negozio era in piazza Gramsci poi, in seguito all’acquisto di un immobile in piazza IV Novembre, la gioielleria si trasferì dove si trova anche oggi. Bruno morì nel 2006, Teodolinda nel 2011. Tiziana, la loro unica figlia, dopo le superiori cominciò a lavorare in gioielleria, fino ad assumerne la gestione (negli anni Ottanta) con il marito Marco Barni.

Oggi il negozio è gestito dalla loro figlia, Elisa Barni, insieme al marito Andrea Civinini. Sono sposati dal 2003. Elisa, laureata in economia, frequentava il negozio già quando era studentessa. «Siamo alla terza generazione di un’attività sempre condotta a livello familiare. Una passione tramandata, anche se tutto è cambiato» spiega Elisa. Andrea, originario di Pistoia, ex ufficiale dell’aeronautica in Puglia, poi ha lavorato nella grande distribuzione. «Vivendo il negozio» racconta «mi sono appassionato e desideravo lavorare in proprio».

Come è cambiato il mercato del gioiello?

«E’ un momento difficile» osserva Elisa, «soprattutto dopo la pandemia. C’è la crisi economica, ma si tratta di un cambiamento epocale. E’ cambiato il significato del regalo: un gioiello era un oggetto prezioso non solo per il valore economico ma anche per il significato affettivo da tramandare in famiglia».

Cosa ha inciso in questo cambiamento?

«La grande distribuzione e l’e-commerce. Si vede tutto online ma c’è confusione, è una conoscenza che non è arricchimento. I giovani guardano all’estetica e al prezzo, senza considerare il reale valore. Il mercato delle fedi nunziali è quasi crollato, non solo per la diminuzione di matrimoni, ma perché tanti futuri sposi si presentano da noi per provare le fedi e chiedere il costo e poi acquistano online, magari a un prezzo più basso ma perché è basso il valore dell’oggetto: per esempio non ci sono informazioni sulla caratura dell’oro».

Incide la paura dei furti sull’acquisto di gioielli?

«Sì, soprattutto negli anziani. Sta scomparendo anche l’interesse per l’arredo prezioso. Le case sono meno vissute e le persone hanno meno soldi».

Come si resiste a questi cambiamenti?

«Con l’attenzione ai prezzi e adeguandoci alle esigenze esterne, con serietà e onestà ma, soprattutto, privilegiando quello che la tecnologia non può dare: il rapporto umano. Siamo radicati ad Agliana da tre generazioni, abbiamo clienti che si servono da noi da generazioni, anche dai comuni limitrofi. Si sono intrecciate tante storie familiari, sono nate amicizie e si è consolidata la fiducia».

La “Gioielleria Pierattini” nel 2006 è stata premiata dal Comune per cinquant’anni di attività, nel 2011 ha ricevuto “L’aglio d’argento” per qualità e tradizione e nel 2015 il premio di Confcommercio per oltre cinquant’anni di attività.

Ma torniamo a Bruno Pierattini, bravissimo orologiaio e grande appassionato di fotografia che poteva essere definito “Il signore del tempo”: con gli orologi lo faceva scorrere e con l’obiettivo della macchina fotografica lo fermava. E’ sua l’unica foto dell’ultimo campanaro sulla torre di Pisa: Bruno la scattò nel 1965 ed è stata accreditata dall’Opera della Primaziale pisana. Nel 1993 il museo Alinari di Firenze aveva accreditato cinque scatti di Pierattini: Versilia nel 1964. Nel passaggio al terzo millennio c’è stato uno scambio di foto tra lui e Oliviero Toscani: Pierattini donò il campanaro e Toscani la sua foto di un anziano e un bambino che rappresentava il passaggio di secolo. Nel 2007, per il “Giugno aglianese” fu dedicato a Pierattini un concorso fotografico.

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