La crisi economica e quella morale

La crisi economica e quella morale

di Giacomo Bini

dicembre 2024

Un augurio per il nuovo anno alla nostra piana potrebbe riguardare molti temi, da quello idrogeologico a quello della viabilità, ma noi vogliamo scegliere un augurio di ripresa economica visto che veniamo da un anno di calo della produzione industriale.

Il nostro Buon Anno 2025 mira innanzitutto ad un’inversione di tendenza rispetto ai dati del secondo e terzo trimestre del 2024 tutti uniformemente in negativo nel campo della produzione industriale nelle province di Pistoia e di Prato. Non vogliamo rattristare il clima natalizio ma per spirito di realismo ci sembra giusto ricordare i dati registrati da Confindustria Toscana Nord nel terzo trimestre del 2024, nel complesso negativi fatta eccezione per alcuni settori specifici. In provincia di Pistoia il terzo trimestre fa rilevare una flessione della produzione industriale del – 3,7 tendenziale in linea con quella registrata anche alla fine del primo semestre (-3,8). Il primo trimestre era andato bene, poi c’è stata la discesa che è ancora in corso, tanto che per il quarto trimestre non si attendono cambiamenti in meglio. I settori col segno positivo sono la metalmeccanica a +1,8%, e la trasformazione alimentare a +3,1%, la carta è sul -2,4%, la chimica, plastica e lavorazione di non metalliferi è a -4,8% e il mobile a – 4%. Sprofonda il settore moda con il tessile al – 5%, l’abbigliamento a -2,3% e le calzature in caduta libera al -19,3%. La preoccupazione è che in settori caratterizzati da piccole e medie imprese, dove la filiera è composta da più aziende, si possa deteriorare la catena produttiva con danni a lungo termine.

In provincia di Prato la situazione appare ancora più critica visto il netto calo, pari a  -8,8% rispetto allo stesso trimestre del 2023. Tutti i comparti sono in grave sofferenza perché si va dal -13,8% dell’abbigliamento-maglieria, al -9,9% della metalmeccanica e all’ -8,3% del tessile. Tutti gli altri settori manufatturieri si attestano sul -1,9%.

Come tutti i dati statistici vanno letti con senso critico in quanto nel pratese ci sono non poche aziende che invece vanno molto bene e i cui risultati in parte hanno permesso di contenere la discesa generale. Tuttavia resta il fatto che solo nei primi sette mesi del 2024 la produzione tessile è calata del 10,8% rispetto all’anno precedente, e il calo complessivo dal 2022 è del 25%. Anche giornali di livello nazionale, come il Corriere della Sera, hanno dedicato ampio spazio all’analisi della crisi del tessile a Prato. Inoltre, proprio mentre i dati sulla produzione scendono drammaticamente, vengono evidenziati nelle cronache locali e nazionali casi di sfruttamento di operai in aziende del tessile e del mobile anche nella nostra piana. Ne sono un esempio le dure vertenze dalla Vot International di Quarrata, che si è chiusa con un accordo dopo un lungo sciopero degli operai, e della Iron & Logistic di Montale, che è ancora in corso mentre scriviamo queste righe con i lavoratori in assemblea permanente per chiedere che vengano loro pagati stipendi, assegni familiari e risarcimenti per licenziamenti illegittimi e anche per impedire che l’azienda venga smantellata.

“La crisi non è solo economica ma anche morale”, conclude il suo servizio la testata “Il Post”. L’augurio è che ci sia una ripresa della produzione nel 2025 e l’unica via possibile, già intrapresa dalle aziende più lungimiranti della nostra zona, è la sostenibilità sul piano ambientale e anche sociale. Buon Anno a tutti.

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