Alessio Gangi – campione di pattinaggio

Alessio Gangi – campione di pattinaggio

di Piera Salvi. Foto: Gabriele Bellini.

giugno 2017

Il 31 maggio, quando abbiamo incontrato Alessio Gangi, era appena tornato da Friburgo stringendo la medaglia d’oro vinta alla Coppa internazionale di Germania di pattinaggio artistico a rotelle. Il suo secondo oro conquistato alla Coppa internazionale di Germania: il primo lo portò a casa nel 2013. Si stava preparando ad affrontare un’altra grande prova: i Campionati italiani, dal 2 al 4 giugno a Bologna e non aveva nascosto il suo grande sogno: «Vincere il mio primo Campionato del mondo. Se vinco ai Campionati italiani mi qualifico per i mondiali che quest’anno si terranno in Cina ad agosto». Ha raggiunto il primo obiettivo: campione italiano di pattinaggio artistico a rotelle, categoria junior e qualificato per i Mondiali. Così parteciperà anche quest’anno alla competizione iridata dove, nel 2016, salì sul podio con la medaglia di bronzo. E mentre si prepara ai Mondiali, Alessio assapora la gioia del settimo titolo italiano consecutivo. «Sono molto felice di aver portato a casa il settimo oro consecutivo vinto al Campionato nazionale» afferma il giovane atleta, «ogni volta è un’emozione nuova, diversa e credo che non mi abituerò mai all’adrenalina e alle migliaia di sensazioni che questo sport mi regala giorno dopo giorno, stagione dopo stagione, anno dopo anno».

 

E’ veramente un ragazzo d’oro Alessio: non solo sette ori consecutivi ai Campionati italiani, ma per quattro anni di seguito ha vinto anche il Campionato europeo (2012, 2013, 2014 e 2015), oltre a due ori alla Coppa internazionale di Germania e un bronzo ai Mondiali. Ora ha una nuova opportunità per realizzare il suo sogno: conquistare il titolo mondiale. E pensare che tutto è iniziato per gioco. «Ho cominciato a pattinare per caso» racconta Alessio. «La prima volta che ho provato è stata per accompagnare un amico d’infanzia alla pista di pattinaggio del Circolo nuovo Verdi, nei locali della parrocchia di S. Piero. Il mio amico mi stimolò a provare. Scoprii una passione che giorno dopo giorno è cresciuta. Ho iniziato l’attività del pattinaggio artistico a otto anni, quasi per gioco. Ora questo sport è diventato parte integrante nella mia vita». Così Alessio Gangi, diciotto anni, vera eccellenza del pattinaggio artistico a rotelle, ci ha raccontato come ha scoperto la sua passione che poi si è rivelata vero talento.

Per i successi conseguiti in ambito nazionale e internazionale, il 6 maggio 2017 l’Unione nazionale dei Veterani dello sport gli ha conferito il premio “Migliore atleta dell’anno del 2016”. Come atleta Gangi fa parte della società Primavera dello sport di Calenzano e si allena con Raffaello Melossi, che lo prepara per le competizioni nazionali e internazionali. Dal 2011 Alessio è nella nazionale junior maschile di pattinaggio artistico a rotelle; un impegno notevole. «Più di tre ore di allenamento al giorno nei periodi delle gare» racconta. «Per raggiungere e mantenere i successi in campo nazionale e internazionale i sacrifici e le rinunce sono molteplici. Per fortuna amo così tanto la competizione e l’adrenalina combinata alle emozioni fortissime che questo sport mi regala e ho il sostegno dei miei genitori». Alessio fa anche l’allenatore di pattinaggio artistico per le società Hp Maliseti e Skating Art Quarrata: in tutto un impegno di un paio d’ore circa per quattro volte a settimana. I suoi allievi hanno dai tre ai venti anni, quindi qualcuno è anche più grande di lui. E c’è pure la scuola: sta terminando la quarta E, indirizzo turistico, all’istituto Capitini di Agliana.

Come riesci a conciliare tutto? «Rispettando le regole, ma è una fatica enorme» ammette. «Soprattutto a scuola cerco di stare a galla». Trovi il tempo anche per il divertimento con i tuoi coetanei? «Sì, ma in particolare d’inverno esco pochissimo». Per il futuro quali sono le tue maggiori aspirazioni? «Continuare a studiare e laurearmi in lingue. Nel pattinaggio artistico vorrei, con il tempo, abbandonare la pista per passare dalla parte dei dirigenti, magari come allenatore o arrivare a far parte dello staff nazionale».

 

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