di Marco Bagnoli. Foto: Gabriele Bellini.
settembre 2022
Il nome che ha scelto è Ecìla, che è l’inverso di Alice, come per voler testimoniare una volontà, se non contraria, perlomeno diversa. E infatti, al cospetto del suo primo successo, ecco che decide di voler fare davvero la cantante, ma non per i soldi, né per le foto o i social – Ecìla vuole cantare perché in questo modo riesce a sentirsi compresa. E arriva a tutto questo a soli diciassette anni, di nuovo avversa, in anticipo sulla comune concezione della maturità.
Ecìla ha vent’anni, originaria di Bagnolo, dallo scorso dicembre trasferitasi qui ad Agliana. Nella vita “normale” lavora nella ditta tessile di famiglia, che vanta anch’essa una piena maturità, 102 anni di storia! Ma in verità si dovrebbe ammettere che la vita normale di Ecìla, è da un bel pezzo intonata al richiamo della musica. Inizia verso gli undici anni coi primi studi di canto con Piero D’Onofrio, e dopo poco tempo passa a studiare con Massimo Bertacci di Prato. Partecipa a diversi concorsi musicali, raggiungendo spesso i vertici delle classifiche finali. È un soprano leggero, non rinnega le sue preferenze classiche, e infatti prende le distanze da molta della musica che oggi si fa e si vende in Italia, a partire da quelli che nemmeno cantano… La sua vocazione alla melodia risale anch’essa ad un’era classica della musica popular, quella che va da Withney Houston ai Jackson Five, dal Soul a Mina.
Nel 2018, l’anno di Mahmood, Ecìla partecipa a una competizione in streaming tenutasi presso il Casinò municipale di Sanremo, di nuovo raggiungendo le finali. La canzone che porta verrà pubblicata subito dopo sui social. Si chiama “Complementari”, e il giorno che esce lei spenge il telefono, perché è quanto mai certa del fallimento, visto che la tendenza del momento era poco favorevole ad una canzone melodica Pop-Soul. Quando il giorno dopo si obbliga a tornare in contatto col mondo scopre che il suo nome è rilanciato continuamente dai social – e non certo per stroncarla. Subito il Naïf di Prato la chiama per una esibizione. Quella sera la tensione è tanta, figuriamoci, e nel cuore sa che nessuno delle centinaia di ragazzini presenti a quell’ora piccola della notte si interesserà minimamente di intonare il testo della sua canzone con lei. E invece, ecco che le prime note del pezzo attirano dall’esterno gli 800 e passa del pubblico, il “suo” pubblico, e tutti quanti cantano con lei “Complementari”. È quello il momento nel quale Ecìla si sente compresa, che tutto è al suo posto, ascoltata al 100%. E questo le basta. Il suo obiettivo è Sanremo, e in particolare il giudizio condiviso che esprime, a differenza di quello così personale dei vari talent, che pure le hanno proposto, capaci di eseguire sentenze di sorte. Quel Sanremo che negli ultimi anni ha così esteso verso i giovani la propria proposta musicale, e che dai giovani ha attinto il bisogno di rendere ogni persona un personaggio che fa scalpore. Ecìla è pronta, anche se non ama affatto le etichette e gli stereotipi, né sulla sua musica, né tantomeno su di sé.
Dalla sua c’è la determinazione, le indubbie capacità, e soprattutto l’astuzia semplice di avvalersi dei giusti compagni di viaggio: Ginevra Carucci, per le melodie – e a volte pure per i testi, scritti magari col suggerimento di una “sceneggiatura” di Ecìla, comunque autrice di sé; ha collaborato con Damiano Innocenti Chiti e la sua Sartoria Musicale, di Pistoia. E oggi lavora con Ginevra, col produttore inglese Thomas William Collins e col produttore Simone Papi (già all’opera con Alessandra Amoroso, Laura Pausini e Marco Masini). Insieme stanno creando le canzoni per il suo nuovo disco. Lo aspettiamo.
Nel frattempo ci uniremo alle (quasi) 200.000 visualizzazioni del suo singolo di marzo, “Naftalina”, un brano che segna una transizione tra il suo passato e quello che sarà, nell’immagine e nei testi; scopriremo ancora una volta la nuova voce di Ecìla. Nel video la vediamo tra l’Etna e Agliana, a casa, vulcanica.