Andrea Acciai – fra sport ed enogastronomia

Andrea Acciai – fra sport ed enogastronomia

di Piera Salvi. Foto: Gabriele Bellini

settembre 2024

Enogastronomia e sport sono le passioni di Andrea Acciai. Le 359 presenze in partite ufficiali, distribuite in 13 campionati di prima squadra a cavallo tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’80, lo rendono il calciatore che vanta in assoluto più presenze nella centennale storia del club aglianese. «La firma del primo cartellino con l’AC Aglianese» ricorda «il 4 novembre 1966, giorno dell’alluvione di Firenze, a 14 anni, in una giornata di pioggia tremenda in piazza Gramsci, con di fronte Aldo Cangioli. Inizio nel settore giovanile nella squadra allievi allenata dai compianti Edoardo Baldi e Enzo Rosignoli, quindi nella juniores di Edmondo Bonansea. L’arrivo di Miguel Montuori, vincitore del mitico scudetto con la Fiorentina nel ’56, ad Agliana è stata la svolta che mi ha introdotto nel calcio dilettantistico: ho esordito a 17 anni in 1° categoria, nell’aprile ’69, l’epoca di calciatori come Brunetti, Coda, Morosi, Magherini, Pieri, Pinelli, Fiaschi, Sorrentino».

Poi ricorda le vittorie con figure storiche del calcio aglianese come Osvaldo Tesi “Cianca”, allenatore nel ’71 del passaggio alla promozione, i fratelli Doni; la partecipazione, unico aglianese, al “Torneo delle Regioni” dilettanti nel ’72 e ’73, la prima a Siracusa, organizzata da Concetto Lo Bello, la seconda a Leffe in Lombardia. Momenti belli e brutti, come la retrocessione nella stagione 1972/73 e la riammissione grazie al supporto di un grandissimo dirigente: Artemio Franchi. «La vittoria nel campionato 1973/74» racconta Acciai «fu il preludio all’accesso, per la prima volta, alle categorie semi professionistiche grazie ai vari Bausi, Magherini, Dei, Magelli, Mazzacane, Pinelli, Mancini, Scatizzi, Benesperi, Bini, alcuni dei quali ci hanno lasciato prematuramente».

Indimenticabile, il 12 settembre 1974, l’inaugurazione dello stadio Bellucci di via Giovannella: «La partita inaugurale» ricorda «fu con la Fiorentina allenata da Nereo Rocco dei vari Antognoni, Roggi, Brizi, Guerini, Casarsa». Poi rievoca: «Gli anni dei sei presidenti (Cangioli, Caramelli, Nesti, Gori, Biagini, Mazzini), mi hanno formato come calciatore e soprattutto come uomo. Come dimenticare tra gli allenatori Rimbaldo, Flaborea, Faccenda, i tanti calciatori forti per la categoria e quelli con i quali si sarebbe consolidato anche un forte rapporto di amicizia. La pecca della retrocessione nella stagione 1978/79, seguita subito dopo dal ritorno in D grazie al mitico spareggio di Viareggio con il Cecina, al quale non potei partecipare a causa del servizio militare, grande cruccio della mia carriera agonistica». Nell’86 dopo Vaianese, due anni di nuovo con l’Aglianese, poi Montemurlo e Breda Maestripieri e la chiusura con il calcio Figc. «A seguire» prosegue Acciai «belle esperienze di calcio amatoriale giocato con Pontebinese e Vaccherecchia e gli indimenticabili i derby con il Bar Anisare di Lubiano Bessi. Quindi, grazie al patentino a Coverciano, i molti anni da allenatore nel settore giovanile di società di rilievo del nostro territorio».

Dopo aver lasciato il calcio per impegni professionali la passione per lo sport è comunque rimasta. Nel 2019 Acciai raccoglie l’invito di Vettori e Taffini per entrare nel consiglio del GS Dino Diddi. Inizia così la bella avventura per l’organizzazione della Coppa ciclistica Dino Diddi, gara di valore internazionale che rende Agliana capitale, anche se per un giorno, del ciclismo giovanile italiano. «Per i trascorsi sportivi» afferma «sono associato alla sezione pistoiese dell’Unione Nazionale Veterani dello Sport, della quale dal 2023 sono segretario, che conta oltre 60.000 soci in tutta Italia tra i quali molti campioni di sport tra olimpici, mondiali, europei e nazionali».

Passiamo all’enogastronomia.

«L’impegno in questo settore» spiega Acciai «è legato all’esperienza professionale maturata a sostegno delle produzioni agricole di qualità e di valorizzazione dei territori, interconnesse ad un turismo enogastronomico a carattere esperienziale e sostenibile». Con queste finalità Andrea, oltre che sommelier di Fisar Pistoia, socio Slow Food, Touring Club Italiano e Unicoop Firenze, svolge dal 2018 il ruolo «non retribuito» precisa, di presidente della “Strada del Vino delle Colline Pisane”.

«La Strada del Vino» illustra Acciai «insieme a tutte le altre 20 raccolte in un’unica Federazione regionale, cerca di promuovere al meglio l’unicità del territorio toscano e le sue eccellenze enogastronomiche. Costituisce per il territorio rappresentato un itinerario turistico segnalato, lungo il quale insistono valori naturali, culturali e ambientali. Per questa attività quest’anno ho avuto l’onore del titolo di Ambassador della Federazione Europea degli Itinerari Storici Culturali e Turistici».

E arriviamo al tartufo…

«Sempre a seguito dell’esperienza professionale» spiega «oggi rappresento a livello regionale e nazionale le associazioni dei tartufai nei vari contesti legati al tartufo, eccellenza gastronomica di livello mondiale, specie il bianco. Tra queste l’Associazione Tartufai delle Colline Sanminiatesi, l’Unione Regionale delle Associazioni Tartufai Toscane, la Federazione Nazionale delle Associazioni Tartufai Italiani. A seguito, nel 2021, del riconoscimento Unesco della “Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali” come Patrimonio immateriale dell’Umanità, nello scorso mese di marzo è nata l’Associazione nazionale che porta lo stesso nome e che rappresento come vice presidente e membro del Comitato tecnico scientifico. Un graditissimo riconoscimento che ripaga l’impegno profuso nella valorizzazione di questo ambito prodotto».

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