Andrea Campani – fra api, bonsai, alberti monumentali e musica

Andrea Campani – fra api, bonsai, alberti monumentali e musica

di Marco Bagnoli

marzo 2023

Abbiamo incontrato Andrea Campani per farci raccontare i suoi mille interessi. Innanzitutto è il presidente dell’associazione Oasi apistica Le buche di Poggio a Caiano. Poi è anche socio fondatore del Club bonsai di Prato. Poi è anche socio fondatore del gruppo RAMI, il Registro alberi monumentali italiani. E come se non bastasse canta e suona la chitarra in diversi gruppi musicali della zona. Ma andiamo con ordine.

Andrea ha 63 anni ed è originario di Iolo, ma dal 1999 vive alla Ferruccia. Andato in pensione dalla sua occupazione nel campo della tessitura, ecco che le porte dei passatempi e degli hobby si spalancano per lui, in modo da riempire ogni minimo anfratto temporale a sua disposizione – ma vuoi mettere la soddisfazione? Andrea dirige l’Oasi apistica di Poggio a Caiano, dove, oltre che ad allevare api, nelle loro dieci arnie grandi e piccole, i soci si occupano della riscoperta e della preservazione delle antiche varietà di frutti e verdure, soppiantate nel tempo da coltivazioni generalmente “migliori”. La villa medicea situata nelle vicinanze presenta un esaustivo corredo di decorazioni murarie che tratteggiano appunto la frutta e la verdura coltivata all’epoca di Cosimo, e successivamente scomparsa o quasi. E ogni tanto qualcuno propone di perpetuare il singolo e raro esemplare che ha in giardino, proprio perché in esso è stato riconosciuta una preziosa varietà, magari dai frutti piccoli e duri. Ma i contadini dei secoli passati sapevano cuocerli a dovere, o magari chissà, metterli sotto spirito. E poi hanno le api, così preziose e delicate. Le loro piccole collaboratrici naturali producono circa settanta chili di miele l’anno. Frutta verdura e miele vengono divisi tra gli associati, oppure offerti al viandante o alle scolaresche in cambio di un altrettanto spontanea offerta in denaro, il tutto destinato alle spese di conduzione. Un lavoro abbastanza impegnativo, roba da pensionati, un’ottima manovalanza a costo zero.

Andrea è anche uno dei fondatori del Club bonsai di Prato, un altro hobby perfetto per le sue esigenze, dal momento che richiede poco spazio (in casa ne ha una quindicina, più altri venti in fase di lavorazione). Un passatempo così discreto e modesto racchiude invece tutta la saggezza del lontano Oriente, quella giapponese, che individua nel piccolo alberello un campione di resistenza alle avversità del vivere, quello che noi oggi abbiamo imparato a chiamare resilienza. Le rughe della corteccia e le asperità dei rami rappresentano tutto quello di male che la vita ci ha inflitto – e che però mostriamo con orgoglio!

E poi, dal momento che tanto in casa non ce li deve tenere, ecco che Andrea si è pure inventato la passione per gli alberi monumentali, debitamente distribuiti su tutto il territorio italiano. Un albero si dice monumentale per la maestosità del suo apparire, ma anche per certi particolari avvenimenti storici che possono essersi intrecciati alla sua crescita, vedi il caso di esemplari legati a esecuzioni, o associati a cippi funerari che riecheggiano episodi efferati dovuti alla guerra o all’occupazione militare. Uno su tutti è il caso del pino di Caprera sul quale fu appoggiato nientemeno che Giuseppe Garibaldi, ferito ad una gamba, come dice la canzone. Ma anche il nostro territorio può vantare i suoi alberoni degni della massima ammirazione.

E parlando di canzoni eccoci ad uno dei vecchi amori di Andrea, la musica. Da prima di partire militare Andrea suona la chitarra, dopo un fugace flirt con la tromba, poi venduta. Autodidatta forzato nell’epoca nella quale internet ancora non c’era, oggi che internet c’è lui prosegue ostinato alla vecchia maniera, con un maestro in carne e ossa che risponde al nome di Gabriele Bellini, di Quarrata. I suoi idoli sono i cantautori, De André, Bennato, De Gregori, più un certo Lucio Battisti, che le canzoni le faceva senza scrivere una parola. Anche ad Andrea bastano le parole degli altri, e infatti canta cover nei Dagreba e negli Auryn; quando poi sono canti di chiesa, ecco che la parola addirittura è sacra, e non c’è altro da aggiungere.

Scrivi un commento

Per pubblicare un commento devi primaautenticarti.

Social Network

facebook

 
Help & FAQ

Se ti occorre aiuto consulta le "domande frequenti (FAQ)"
Frequently Asked Questions (FAQ) »

Contatti

Telefono: + 0573.700063
Fax: + 0573.718216
Email: redazione@noidiqua.it