di Marco Bagnoli. Foto: Gabriele Bellini
dicembre 2021
Andrea Culli è entrato in assicurazione il 4 aprile del 1996, che non aveva ancora ventun anni, e oggi lavora nel gruppo Allianz. Abbiamo incontrato Andrea per farci raccontare un mestiere in fondo conosciuto, eppure sempre pronto ad adeguarsi al mutare dei tempi – e sì che i tempi sono mutati eccome…
Noi tutti abbiamo un po’ la percezione del consulente assicurativo come di un venditore di polizze, un fornitore di carta stampata che promette un risultato più o meno plausibile, un giorno di questi. Andrea ci rivela invece che il compito focale del suo mestiere è quello di informare, di spiegare la “materia oscura” del ramo assicurazioni, di modo che la vendita non sarà altro che la naturale conseguenza della conoscenza acquisita, una vendita su misura del cliente. Ma certo un assicuratore deve per primo essere al corrente dei fatti – più o meno di tutto quello che accade nel mondo, dal momento che la vita ci pone costantemente di fronte a scelte e avvenimenti impensati; e chi assicura si rivolge, in linea di massima, alla vita stessa delle persone. Quindi l’aggiornamento delle conoscenze, di come gira l’economia, di come funzionano le cure mediche, di quali sono le prospettive del settore previdenziale, sono tutte sfide che il vero consulente assicurativo non si risparmia di affrontare; e per uscirne vincitore non può che fare affidamento sulla propria professionalità. Certo, oggi sono tutti professionisti, ma è forse più un luogo comune, è un’etichetta di valore che tutti quanti vogliono vedersi appiccicata addosso. Di sicuro, la carriera nell’ambito assicurativo è imperniata sui principi della formazione e della crescita. Poi, a questo punto, l’albero sotto il quale ci si ripara dal maltempo può essere più o meno grande, e anche questo ha la sua importanza. Infatti, a proposito di alberi, come dimenticare la notte di vento del 5 marzo del 2015? Chi si è ritrovato un albero sul tetto di casa – e magari il proprietario stesso della pianta – si ricorda bene se la copertura assicurativa era quella di un grande gruppo oppure no, lo sa bene se ha visto i soldi quanto prima o se gli hanno fatto storie. Parlare di assicurazioni, seguendo il filo dell’italiano letterale, è un po’ come parlare di fiducia. E anche qui, ti può ispirare fiducia una compagnia che non va in cerca di trucchi, ma anche la persona fisica dell’assicuratore deve saper garantire quel rapporto umano, quell’empatia che rende il tutto più facile.
Quindi torniamo all’esperienza, e un po’ anche a una certa predisposizione naturale – non a caso Andrea è il figlio del dottor Faonte Culli, cui molti aglianesi hanno affidato la propria salute e quella dei loro cari. Perché l’assicuratore non ti guarisce come per miracolo, ma certo può garantire una maggiore serenità quando ancora le cose vanno bene, e in parte anche quando hanno iniziato ad andare male. Non a caso lo sviluppo naturale del mercato assicurativo ci porterà sempre più a parlare di cyber sicurezza, certo, ma anche di previdenza e di malattie… Parlare di malattie può sembrare oggi, con la pandemia del Covid, un qualcosa che pensiamo ormai di conoscere bene, mentre alle volte ci dimentichiamo di tutto quello che il virus lascia dietro di sé come strascico fisico. Ad Agliana, centro “felice” dell’esistenza, dove molti ancora si conoscono col soprannome e i rapporti sono quanto mai a misura d’uomo, le aziende sono tutte mediamente coperte, ma i privati no, e spesso lamentano una carenza di informazione proprio nel comparto previdenziale integrativo. Per i prossimi 25 anni di lavoro di Andrea ci faremo dire se nel frattempo le persone si saranno adeguate.