di Piera Salvi. Foto: Gabriele Bellini
dicembre 2017
E’ nato a Pistoia ed ha vissuto la prima infanzia a Sanpierino Casalvescovo, ma vive ad Agliana da quando aveva sei anni e per la sua città si è molto impegnato. Bruno Gori è appassionato di arte, ha una forte propensione per l’impegno sociale ed è su questi due fronti che lo troviamo molto attivo e non solo ad Agliana. Dal 2013 è presidente della Fondazione Firenze radioterapia oncologica onlus. Dal gennaio 2017 è presidente della Pro loco Agliana, associazione costituita a dicembre 2016. E’ stato il primo presidente dell’associazione Agorà, nata agli albori del terzo millennio, con lo scopo di aggregare le associazioni aglianesi e creare insieme eventi e manifestazioni di interesse culturale e sociale.
Come è nato l’interesse per la Fondazione Firenze radioterapia oncologica?
«Ho avuto esperienze dirette di interventi e cure riabilitative per malattie tumorali. L’allora direttore del reparto di terapia oncologica, Gianpaolo Biti e l’attuale direttore Lorenzo Livi, mi chiesero collaborazione per rivitalizzare la Fondazione. Non potevo dire di no. Abbiamo iniziato un percorso con eventi e manifestazioni, da Firenze a Pistoia, fino a Montecatini, dal Salone dei Cinquecento di Firenze, alla Fortezza Santabarbara di Pistoia, al Tennis club Agliana. Lo scopo istituzionale è raccogliere fondi e veicolarli al reparto di terapia oncologica di Careggi. La Fondazione è nata nel 1988 dai pazienti del reparto, dai loro familiari e da un gruppo di medici, quindi portiamo avanti quella volontà nel pieno rispetto. La Fondazione finanzia la ricerca scientifica, contribuisce all’acquisto di beni strumentali necessari al reparto di radioterapia per rendere più agevole la degenza dei pazienti. Si impegna, inoltre, per favorire la conoscenza della patologia, promuovendo una cultura che porti i pazienti a non avere paura delle malattie tumorali».
Parliamo della Pro loco Agliana.
«Sono stato tra i promotori, con Lido Mencuccini della Lenza Aglianese, nell’intento di creare un’associazione che possa coinvolgere la popolazione ed essere raccordo tra l’amministrazione comunale e le associazioni per promuovere il territorio».
Quali gli eventi organizzati nel 2017?
«Abbiamo organizzato una raccolta fondi per Unicef e, a giugno, una manifestazione dedicata ai bambini al parco Pertini. Inoltre abbiamo istituito il premio “Un talento per Agliana”, per valorizzare i talenti locali».
Qualche idea per il 2018?
«Abbiamo partecipato ad una riunione provinciale dove sono stati messi a fuoco nuovi aspetti normativi da chiarire, come le misure di sicurezza da adottare in caso di eventi. Molto dipenderà anche da questo. Comunque interverremo al Giugno aglianese, riproponendo una giornata per i bambini e altre manifestazioni. Vorremmo anche valorizzare chi coltiva orti, una passione che si sta diffondendo e che a Ponte dei Bini ha dato origine ad un concorso tra gli appassionati di questa frazione».
E l’interesse per l’arte?
Mi è stato trasmesso da mio suocero, Loredano Bucciantini, e dai tanti artisti, in particolare designer e scultori, che ho avuto modo di incontrare e apprezzare nella mia professione di commercialista. Attraverso i contatti con queste persone ho sviluppato maggiore sensibilità verso l’arte ed ho sentito anche il desiderio di impegnarmi per la diffusione della cultura artistica».
Tra le iniziative locali che hanno visto Bruno Gori tra i promotori, ricordiamo l’evento del giugno 2001 nell’azienda Fantacci (che allora aveva sede ad Agliana) che riunì gli artisti della scuola pistoiese: Adolfo Natalini, Roberto Barni, Gianni Ruffi, Umberto Buscioni e il critico d’arte americano James Beck. Gori costituì anche un comitato denominato “Le Lame” per la collocazione di due sculture in bronzo dell’artista tedesca Do König Vassilakis (due alberi) nel giardino della residenza per anziani Le Lame. E’ stato anche membro del comitato per la valorizzazione dello scrittore italo americano Niccolò Tucci.
Come senti e vivi Agliana?
«Come una realtà che mi ha dato tanto e alla quale cerco di restituire altrettanto in varie forme. Far parte del Lions club è stata una molla che ha fatto scattare il mio impegno a servire. Il messaggio principale che voglio dare, è lo stimolo ai giovani ad impegnarsi nel sociale, che offre anche opportunità di lavoro e fa sentire tutti più utili».