di David Colzi. Foto: Gabriele Bellini
dicembre 2020
Ecco un articolo che piacerà tanto ai fan di Dmax e a coloro che amano i reality show tipo Fast N’ Loud; noi però, anziché volare in America restiamo ad Agliana, ed andiamo in via Lavagnini per entrare nell’officina meccanica di Gerardo Di Biase Federico, originario di Oste, che quest’anno ha aperto la sua “Gero engine”, specializzato in tutto ciò che romba sulla due ruote. Vi diciamo subito di non farvi ingannare dai suoi 32 anni, perché Gerardo è tutt’altro che alle prime armi, in quanto può vantare un curriculum che tanti senior non hanno. Ma andiamo per ordine, raccontando la sua storia.
Fin da piccolo, Gerardo ha dimostrato una spiccata manualità, divertendosi a smontare e rimontare i giocattoli, ma l’amore per le due ruote è scattato a 14 anni quando ebbe la sua prima Vespa 50 N del 1964. Manco a dirlo iniziò subito a sistemarla e rielaborarla e in breve divenne persino un valido consulente per i suoi amici. Visto che il mondo dei motori gli era congeniale, decise presto di provare a farlo diventare un lavoro. Iniziò occupandosi proprio di blocchi motore Vespa, che preparava, rielaborandoli, e poi li rivendeva in tutta Italia, complice il tam tam di internet, quando, intorno al 2007, l’impiego di questa tecnologia era agli inizi. Naturalmente, trattandosi spesso di scooter che aumentavano di cavalli, questi erano destinati ai circuiti chiusi.
Ma dove si impara questa “materia”? Gerardo ci spiega che non esiste una scuola, se non quella di vita, nel senso che la pratica la fai sul campo, magari prima aiutando gli amici che devono sistemare i propri motorini come ha fatto lui, e poi andando in officina a sporcarsi le mani. Infine, di base, ci vuole una certa creatività per trovare ogni volta la soluzione giusta. Tuttavia una base teorica Gerardo la possiede, avendo studiato al Pacinotti di Pistoia, e diplomatosi come perito meccanico, ma, precisa il nostro esperto, nessuna scuola superiore ti prepara in maniera esaustiva al mondo dei motori. Non a caso, finiti gli studi, Gerardo andò a lavorare in una officina di Montemurlo e in quel periodo conobbe Gabriele Innocenti, figlio d’arte, che gli propose di entrare nel circuito del Motomondiale, che lui già frequentava da una decina d’anni. “Gero” chiaramente accettò, così nel 2009 finì in una squadra clienti Aprilia, all’interno di una scuderia del Motomondiale per la classe motori 125 due tempi (allora si chiamavano ancora così). «Ho iniziato spazzando per terra, come ogni apprendista», ammette “Gero”, «però presto mi sono fatto notare, passando da aiuto meccanico a telaista, occupandomi quindi di tutto quello che non era il motore».
La prima moto che si è trovato a gestire è stata quella di Takaaki Nakagami, un pilota molto famoso e tutt’oggi quotato. Mentre al culmine della sua carriera, nel 2015, Gerardo era diventato addirittura motorista in una squadra ufficiale, la Mahindra Racing, col ruolo di meccanico del pilota di punta della scuderia, Danny Webb; una grossa soddisfazione, sebbene quello non fu un anno particolarmente fortunato per il team. Oltre a Webb, ha conosciuto, fra gli altri piloti: Alexis Masbou, Jonas Folger, Andrea Iannone e Lorenzo Zanetti. Sempre in questa breve, ma intensa esperienza, Gerardo ha partecipato, oltre al già citato Motomondiale 125, al Campionato Spagnolo e a quello italiano. Quindi a conti fatti, si può dire che quello era il lavoro ideale per un appassionato di moto, e permetteva a un ragazzo di vent’anni di girare il mondo. Ma, come ci spiega Gerardo, c’era il rovescio della medaglia, ovvero la precarietà: infatti ogni anno, curriculum alla mano, doveva ripresentarsi alle varie scuderie per essere assunto, dato che i contratti erano stagionali. Per questo motivo decise di smettere. Una volta tornato stabilmente da queste parti, Gerardo seguì un’altra sua passione, quella per le feste e più in generale per il mondo delle discoteche: così, assieme ad altri amici, iniziò per lavoro ad organizzare eventi per giovani, raggiungendo una certa notorietà a livello toscano. Nel tempo libero però continuava però a “smanettare” su scooter e moto e alla fine ha deciso che il suo mestiere era quello.
Eccoci dunque arrivati a quest’anno con l’apertura di “Gero engine”, che si occupa di riparazione e preparazione a trecentosessanta gradi di qualsiasi veicolo a due ruote, effettuando anche tagliandi. La customizzazione è indubbiamente la particolarità dell’officina, come si evince dalla foto in questo articolo, ma effettuano anche restauri conservativi. In più da poco, “Gero engine” è diventata assistenza ufficiale in Toscana della “Zero motocycles”, una ditta californiana che produce motociclette elettriche, mentre la vicina SM è la concessionaria ufficiale.
L’esperienza maturata in quegli anni in giro per il mondo, quanto è stata importante per te?
«Fondamentale perché in quei circuiti acquisisci un’attenzione al dettaglio che non puoi apprendere da nessun’altra parte», conclude Gerardo Di Biase Federico, «e in questo lavoro, fa la differenza».