di Piera Salvi
marzo 2023
Un albero piantato nel giardino della scuola media Bartolomeo Sestini, ricorda Gertrude Loeb, ragazza ebrea di 21 anni che il 24 gennaio 1944, insieme ai suoi genitori e ad altri ebrei, fu deportata da Agliana ad Auschwitz, dove venne uccisa il 12 febbraio 1944. Per celebrare la “Giornata della memoria” nell’auditorium dell’istituto comprensivo Sestini (in via Alessandrini) quest’anno è stata inaugurata la mostra “Il Viaggio” allestita con la collaborazione del comune di Agliana, dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Pistoia e della scuola. La mostra è stata oggetto di visita e didattica per le scuole Sestini. La classe prima F della secondaria di primo grado dell’istituto Sestini di Agliana, ha piantato un albero e l’ha intitolato a Gertrude Loeb. L’albero è stato donato dalla cooperativa Gemma con cui la scuola è gemellata per il “Progetto arboreo”.
Alla piccola cerimonia che è stata organizzata erano presenti il sindaco di Agliana Luca Benesperi, Marco Giunti (consigliere dell’Istituto storico della Resistenza di Pistoia), la dirigente dell’istituto Sestini Angela Desideri, Paolo Pierucci (responsabile cultura del comune di Agliana) e le docenti Mariagrazia Rizzo e Paola Palmerini che si sono occupate dell’organizzazione. «Abbiamo scelto l’albero» spiega la professoressa Mariagrazia Rizzo «come simbolo di vita di cui prendersi cura continuamente e come simbolo contro le oppressioni e le persecuzioni dei nostri giorni. Inoltre alcuni ragazzi hanno letto dei brani tratti dal libro di Liliana Segre “Scolpitelo nel vostro cuore”. Come consiglio di classe abbiamo deciso di strutturare un’unità didattica di educazione civica indirizzata a prendersi cura dell’altro. Per questo l’albero ci è sembrato adatto come simbolo di cura e attenzione. Abbiamo scelto di intitolarlo a Gertrude, di cui ho avuto notizia dal libro di Andrea Lottini, “Vite sospese” per far capire loro che gli eventi tragici del Novecento sono inevitabilmente legati anche al nostro territorio. La figura di Gertrude rappresenta l’oppressione e le persecuzioni che, purtroppo, ancora oggi ci sono nel mondo. Prendersi cura degli altri, avere rispetto, aiutarsi nel momento del bisogno, preservare la memoria: sono questi i valori che auspichiamo che i nostri ragazzi facciano propri per diventare i cittadini di domani». Il libro di Andrea Lottini “Vite sospese – Memorie e storie della shoah nel pistoiese” (Settegiorni editore 2021) dedica il capitolo terzo alla presenza ebraica nella piana pistoiese e riporta che il 24 gennaio del 1944 diversi ebrei che si trovavano ad Agliana furono deportati ad Auschwitz, dove trovarono la morte. Fra questi c’era la famiglia Loeb originaria della Germania.
Gertrude Loeb era nata a Mannheim il 14 maggio 1922, e come già detto, fu arrestata ad Agliana il 24 gennaio 1944 e deportata nel campo di sterminio di Auschwitz dove fu uccisa il 12 febbraio 1944. Con lei furono deportati anche suo padre, Moritz Loeb, nato a Philippsburg il 28 marzo 1882 e sua madre Hilde Loeb, nata a Philippsburg il 3 agosto 1893. I genitori di Gertrude vennero uccisi ad Auschwitz il 26 febbraio 1944. Ulteriori ricerche su questa famiglia sono state condotte da Paolo Pierucci, dal quale abbiamo appreso che Gertrude aveva una sorella minore, Ilse, nata nel 1927, che non venne ad Agliana ma fu anche lei catturata a Novi Ligure e deportata ad Auschwitz, ma si salvò e successivamente andò a vivere in Israele.
Ma come arrivò ad Agliana la famiglia Loeb? Sempre dalle ricerche di Pierucci, risulta che a fine novembre del 1937 la ditta di Milano ‘Penne e piume’ che produceva cuscini e piumini chiese al Ministero dell’interno di assumere Moritz che era un tecnico delle piume e all’epoca abitava in Germania. Fu così che Moritz si trasferì a Milano, con permessi di soggiorno: l’ultimo rilasciato per dodici mesi il 15 marzo 1939. Fra il 1939 e il 1940, con i cambiamenti della politica, iniziò l’ostilità verso gli ebrei. Il 16 novembre 1940 Moritz venne internato in un campo di concentramento dove restò fino al 14 maggio 1942, quando gli venne accordato il trasferimento ad Agliana. La moglie e le figlie erano rimaste a Milano. Nel febbraio del 1943 Gertrude e la madre da Milano arrivano ad Agliana per visitare Moritz ed è qui che l’anno successivo vennero tutti catturati e deportati ad Auschwitz. Dalle ricerche di Pierucci, negli archivi del comune di Agliana, risulta fra settembre e ottobre del 1943 una richiesta di nulla osta, inoltrata dal podestà di Agliana al podestà del comune di Milano, per il rilascio della carta d’identità a Gertrude.
Una storia che raccontiamo per ricordare che anche il territorio di Agliana non è stato immune dal fenomeno della deportazione degli ebrei nei campi di sterminio.