di Piera Salvi. Foto: Gabriele Bellini
«Quando ho cominciato a fare il meccanico? Praticamente quando ero bambino». Giuliano Bonacchi, un nome e una garanzia nel settore della riparazione e vendita di biciclette e motori è, a sua volta, figlio di un meccanico che è stato anche lui un importante punto di riferimento nella zona: Corrado Bonacchi.
Giuliano ci riporta alla fine degli anni Quaranta e all’inizio degli anni Cinquanta e ci ricostruisce un pezzo di storia tra i ricordi personali e quelli tramandati dal padre. «Il babbo cominciò a fare questo lavoro prima della seconda guerra mondiale» racconta, «perché ci raccontava sempre che durante la guerra aveva nascosto una bicicletta in un pagliaio perché non la vedessero i tedeschi e riuscì a salvarla». All’epoca Corrado aveva l’officina di riparazione e vendita di biciclette in piazza di San Michele, nell’edificio della parrocchia poi diventato sede dell’associazione Vacchereccia. Giuliano racconta che al piano terra c’erano la bottega di Corrado e la Cassa rurale, mentre al piano superiore la scuola elementare. «A sei anni, quando cominciai ad andare a scuola» ricorda, «passavo la mattinata in classe al piano superiore e il pomeriggio nell’officina di mio padre a piano terra. Il babbo mi mostrava il suo lavoro, mi chiedeva qualche piccolo aiuto e mi appassionai fin dall’inizio a questo lavoro. In quel periodo, in piazza la domenica mattina c’era una sorta di mercato, era il ritrovo di chi lavorava nell’agricoltura per prendere contatti per la vendita dei prodotti. Anche la bottega di mio padre era aperta, perché c’era sempre qualcuno che aveva una bicicletta da riparare o da acquistare».
Ed era aperto anche il distributore di benzina, che la famiglia Bonacchi gestiva sull’altro lato della piazza: lì ci potevi trovare la moglie di Corrado, Fernanda. Giuliano a 14 anni, iniziò a frequentare una scuola per meccanico a Pistoia, specializzandosi nelle riparazioni di cicli e moto. Terminata la scuola e dopo avere adempiuto al servizio militare, Bonacchi cominciò a lavorare con suo padre, ampliando l’attività anche alla riparazione e vendita di moto. L’ingresso nella ditta paterna coincise con il trasferimento dell’attività dalla piazza di San Michele all’angolo tra via Chiusa e Via Panaro, lungo la Nuova provinciale Pistoia-Prato (Sp1), all’inizio degli anni Settanta. «La meccanica mi è sempre piaciuta» afferma Giuliano. «è un’attività che richiede sacrifici. Un lavoro duro, impegnativo e faticoso. In passato ho lavorato anche fino a tarda sera per accontentare i clienti nella scelta del veicolo che volevano acquistare, per consegnarlo velocemente o, comunque, per offrire un ottimo servizio. L’obiettivo è assicurare al cliente qualità e massima disponibilità».
Però ci saranno anche delle gratificazioni…
«Certamente» risponde Giuliano. «I clienti ci hanno sempre voluto bene. Il positivo passa parola ci ha portato a lavorare anche fuori provincia e oltre i confini della Toscana. E’ molto gratificante quando i clienti ci cercano anche da lontano perché hanno sentito parlare bene di noi. Ringrazio infinitamente la mia famiglia che mi ha sempre supportato e ha compreso la complessità di questo lavoro».
Quali sono state le maggiori soddisfazioni?
«I numerosi premi di produzione che ci sono stati assegnati dalle varie aziende venditrici. Il lato negativo di questa attività è che non si contano le ore lavorative. L’aspetto più positivo è la passione: quando si lavora con passione non si sente il sacrificio».