di Marco Bagnoli
settembre 2015
Si è conclusa lo scorso 30 giugno la mostra fotografica dedicata al primo conflitto mondiale visto dalla prospettiva di Agliana; l’esposizione è rimasta aperta per dieci giorni, raggiungendo circa 700 presenze.
Scoppiata ufficialmente il 28 luglio 1914, la prima guerra mondiale ha provocato complessivamente 9.722.000 di vittime sui campi di battaglia, oltre ai 120.000.000 di feriti e invalidi; le vittime civili per cause belliche furono 950.000, mentre 5.893.000 di persone morirono a causa di carestie e epidemie. 651.000 erano militari italiani, entrati nel conflitto il 24 maggio del 1915, mentre altre fonti innalzano questo totale fino a 689.000 morti durante il conflitto, e una stima di circa 1.000.000 di feriti di cui 700.000 invalidi. Il totale dei morti civili dell’Italia è stimato in circa 589.000 vittime, principalmente causate da malnutrizione e carenze alimentari, cui sommare altri 432.000 morti da imputare all’influenza Spagnola, esplosa verso la fine delle ostilità. La Toscana ha contribuito con oltre 40.000 vittime e il paese di Agliana, che nel 1915 contava circa 5800 abitanti, è arrivato a piangerne 98, senza contare in tutto questo i dispersi al fronte.
La mostra, che oltre alle foto ha ospitato anche una raccolta di documenti e medaglie dell’epoca, ha potuto contare sul contributo di numerosi cittadini, che hanno impreziosito l’esposizione con una serie di lettere e telegrammi scritti dai soldati alle famiglie. Una bandiera regia e una colonna sonora quantomeno indicata – costituita dai brani di un genere che proprio allora prese piede presso i compositori di tutta Europa, gli epicedi, o veri e propri requiem in onore dei caduti – completano al meglio la solennità evocativa della concisa esposizione, ospitata presso la Compagnia del Santissimo Sacramento di San Piero. Se la tragica vita del fronte era ulteriormente appesantita dalle malattie, dalla scarsità di cibo, dai parassiti e dalla costante presenza della morte, anche sotto forma del “fuoco amico” delle esecuzioni e delle decimazioni – applicate dal solo esercito italiano – la controparte della popolazione ebbe la sua gravosa spettanza della vicenda bellica. Si ricordano tuttavia alcuni meritori atti di eroismo civile: furono infatti le donne a scendere e a mobilitarsi chiedendo pace pane e lavoro. Il 15 luglio del 1917 a Montale trecento donne provenienti da Prato tentarono di bloccare il traffico ferroviario, mentre nello stesso giorno, ad Agliana, altre donne si riunivano in località Castellare decise a marciare su Pistoia – furono controllate a fatica dai carabinieri, che ne arrestarono 14, oltre a 4 uomini.
La mostra è stata allestita e ideata da Ferdinando Abbri, docente di storia della filosofia all’Università di Siena; da Paolo Bini, archivista della Parrocchia di San Piero, studioso e ricercatore di storia locale; da Carla Culli e Laura Lucchesi, entrambe docenti di Storia dell’arte, in collaborazione col reparto tecnico del Comune di Agliana e dell’indispensabile attenzione del parroco, don Paolo Tofani, che ha messo a disposizione la Compagnia. L’assessore alla cultura Vannuccini ringrazia la società Beelab srl, nelle persone di Giovanni Del Fante e Mirko Barni, per la realizzazione dell’impianto luci a LED, le sole in grado di rispettare la centenaria fragilità dei reperti esposti.