di Giacomo Bini
settembre 2020
In questo 2020 ricorre il decimo anniversario della nascita di Noidiqua Montalese e Aglianese. La rivista era nata a Quarrata quattro anni prima da un’idea del fondatore e primo direttore, Giancarlo Zampini, al quale si deve anche l’iniziativa di estendere il giornale ad Agliana e a Montale, in modo da coprire tutta la piana. Il primo pensiero, dopo dieci anni di vita della sua creatura, va proprio a lui, all’amico e collega Giancarlo, giornalista entusiasta e intuitivo, che è scomparso prematuramente nel 2012 e non ha potuto assistere alla crescita della sua amata rivista, una creatura a cui molto teneva e che aveva costruito secondo la sua idea di giornalismo locale, tutto incentrato sulle persone e sulle loro storie, su una cronaca che non sia schiacciata sul presente immediato ma faccia fare i conti con la memoria e le radici. E’ un’impostazione a cui abbiamo cercato di tener fede e che ci pare abbia avuto un’accoglienza positiva presso i lettori, vale a dire tutte le famiglie dei comuni della piana che ricevono a casa, gratuitamente, la nostra rivista ogni tre mesi.
Non era scontato, quando Zampini ebbe l’idea, che la rivista potesse avere quella risposta che puntualmente si riscontra presso i lettori, i quali ci dimostrano di gradire l’arrivo della rivista, di attenderla con curiosità e di leggerla volentieri. Molti ci scrivono e ci chiamano per fare commenti e osservazioni e soprattutto per suggerire temi e soggetti di cui occuparsi sul giornale. Questo dialogo con i lettori ci fa molto piacere perché significa che si è capito lo spirito del giornale, che vuole essere il racconto che la comunità fa di se stessa, come in una riunione conviviale tra amici, quando ci si scambiano ricordi e informazioni con il gusto di scoprire le piccoli e grandi cose che accadono o sono accadute nella nostra terra. Spesso si rischia, in un’epoca di bombardamento informativo a livello globale, di non accorgersi di quello che succede accanto a casa propria, del personaggio interessante che abita a pochi metri da noi. Si rischia anche di perdere il senso della comunità che la nostra rivista vuole invece coltivare. L’importanza del sentirsi parte di una collettività lo abbiamo sperimentato durante la pandemia che è ancora in corso e che ci ha fatto riscoprire l’importanza di guardare al di là del proprio interesse individuale.
La nostra rivista parla di piccole storie individuali, ma le lega insieme, in una vicenda collettiva. Nell’arco di dieci anni abbiamo messo insieme un album di famiglia, che si può sfogliare nel nostro sito web dove sono raccolti tutti i numeri usciti e tutti gli articoli. Ogni numero che è uscito, ogni tre mesi, è la vittoria di una piccola scommessa perché la rivista è distribuita gratuitamente e non riceve finanziamenti da enti o istituzioni. E’ un giornale del tutto indipendente. Vive grazie alle inserzioni pubblicitarie, cioè grazie alle aziende e agli esercizi commerciali della piana che credono in noi. La nostra linfa vitale è costituita dal gradimento dei lettori e dalla fiducia degli inserzionisti. C’è una vignetta di Snoopy in cui si afferma che il doppio di sei è siamo.