Luca Nesti – L’Artigiano della Musica

Luca Nesti – L’Artigiano della Musica

di David Colzi

maggio 2011

Come è iniziata la sua passione musicale?
La musica è sempre stata una costante nella mia famiglia: sia mio padre che mia madre cantavano a livello amatoriale, in più possedevano un magazzino dismesso che affittarono ad una band come sala prove. Questo per me ha significato passare tutta la mia infanzia e adolescenza dentro questo stanzone circondato da strumenti musicali, a contatto con questi musicisti che erano diventati un po’ la mia seconda famiglia.

Quando il primo strumento?
Non c’è stato un vero e proprio “primo strumento”. Stando in quel magazzino potevo toccare e strimpellare un po’ di tutto… quando i musicisti non mi vedevano! E’ stato intorno ai diciassette-diciotto anni che ho iniziato a dedicarmi con più serietà alla musica, interessandomi di chitarra, pianoforte e percussioni. Inizialmente ero autodidatta perché in famiglia non c’erano molte risorse: poi negli anni ho fatto corsi di specializzazione in Italia e all’estero.

Ha sempre pensato di fare il musicista?
Sì. Per me è stato naturale, proprio perché la musica l’ho vissuta fin da piccolo. Anzi, sono stato sempre così convinto di fare questo mestiere, che fin da subito, anziché imparare a memoria le canzoni degli altri, cercavo di comporre canzoni mie… con scarsi risultati. (sorride)

E quando la prima “vera” canzone?
A diciannove anni quando la Vegastar, che all’ora era agli inizi, mi propose di fare Castrocaro, che in quegli anni era il più qualificato festival per artisti emergenti italiani. Io dovevo partecipare a Canta Giovane, una manifestazione che toccava tutti i comuni della Toscana: il vincitore andava di diritto alle semifinali di Castrocaro. Per quella occasione scrissi il mio primo pezzo.

E come è andata?
Ho vinto il Canta Giovane: poi sono andato a Castrocaro e sono arrivato in finale, che però ho disertato… perché me ne sono dimenticato! Il motivo è che avevo avuto la notizia che mia moglie era in “dolce attesa” ed io, ebbro di felicità, dimenticai i miei impegni professionali.(ride)

Un “brutto scivolone”…
Un errore che ho pagato carissimo: pensi che con la vittoria o il secondo posto a Castrocaro, mi avrebbero mandato di diritto a San Remo. Così mi sono dovuto rimboccare le maniche e fare tutta la gavetta, passo dopo passo senza sconti. Ricominciai tutto da capo andando a lavorare come assistente allo Studio Emme di Calenzano nel 1987 (anno di nascita di mia figlia): anche in questo caso la fortuna bussò alla mia porta, perché mi trovai a lavorare in uno dei primi studi in Italia che usavano la tecnologia digitale. Questo mi permise di venire in contatto con artisti famosi che arrivavano da tutte le parti per lavorare con noi.

Chiusa una porta, si è aperto un portone?
Sì, infatti nel 1988 diventai direttore dello studio e ho avuto la fortuna di collaborare ai dischi dei Big tra cui Baglioni, Venditti, Litfiba, oltre a importanti colonne sonore, vedendo nascere canzoni che poi sono diventate patrimonio nazionale, come “Oltre” o “Ricordati di me”. Posso dire di essere stato uno dei primi in Toscana a confrontarmi anche con internet, quando ancora non si sapeva niente di questa tecnologia: pensi che in quegli anni ci volevano più di venti minuti per scaricare una e-mail. (sorride) Fino al 1988 il nostro lavoro era prettamente tecnico: l’artista ci portava una canzone composta da una melodia e noi la trasformavamo in un pezzo completo con tutti gli strumenti. Nel ‘89 ho unito a questo lavoro la parte autoriale scrivendo assieme ad altri la colonna sonora del Film premio Oscar “Mediterraneo” del quale ho ideato il tema principale. Poi ho collaborato alla stesura delle musiche di “Occhio Pinocchio” di Francesco Nuti, vincitore del Ciack d’Oro. Tra i cantautori ricordo Marco Masini, che anche grazie al nostro lavoro ha preso il Disco d’Oro e il Disco di Platino. Sempre come autore ho scritto canzoni che poi sono state cantate da artisti del calibro di Mina, Anna Oxa e altri ancora.

Però lei non ostenta tutti questi successi…
Nella mia famiglia mi hanno insegnato l’umiltà nel lavoro, l’impegno e la passione: non sono abituato a lustrarmi le medaglie, mi interessa di più ciò che devo ancora fare. E poi non mi piace molto apparire. Fin dalla mia “uscita” da Castrocaro mi hanno sempre incitato in più persone a cantare e comporre musica leggera: però a me interessa da sempre il lavoro artigianale che c’è dietro una canzone, anche se poi viene cantata da altri, quindi dei dischi solisti ne ho sempre fatto a meno: da qualche anno, quando ho qualcosa da dire, ne faccio uno, con cadenza quinquennale. A breve uscirà il terzo.

E adesso c’è l’associazione l’Artigiano.
E’ un associazione culturale nata nel 1995 per dare voce ai musicisti e artisti di Agliana e comuni limitrofi. Pensi che nel ‘97 facemmo un censimento da cui risultò che il nostro era il primo paese d’Italia per numero di iscritti alle scuole di musica. Con l’associazione abbiamo riportato in auge nei primi anni ‘90 il Giugno Aglianese, trasformandolo da sagra paesana a Festival Musicale come accadeva solo nelle grandi città, con migliaia di persone in piazza. Poi abbiamo ideato nel ‘96 Moon-Tale riqualificando la zona dell’Aringhese per oltre dieci anni. Con questi eventi sono arrivati in provincia i grandi musicisti nazionali, talvolta anche in esclusiva. Oggi invece organizziamo concerti in tutta Italia, ampliando i nostri orizzonti oltre quelli pistoiesi.

Progetti futuri?
Con un occhio sempre attento alle nuove tecnologie, abbiamo da poco creato un circuito di canali televisivi su internet in alta definizione: siamo in Italia fra i primi ad avere un Network così, con cortometraggi, documentari e tanta musica. Quindi oltre a seguire artisti ed eventi, siamo sempre alla ricerca di spazi nuovi per la cultura.

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