Lucia Pasquini – ballerina

Lucia Pasquini – ballerina

di Piera Salvi

settembre 2015

Lucia “la guerriera” scopre la danza contemporanea e diventa una star. Aveva solo cinque anni Lucia Pasquini quando cominciò a muovere i primi passi nella danza. «Mi piaceva» ricorda «ma è stato verso i 14 anni, quando ho cominciato a partecipare a concorsi e stage, che mi sono resa conto di avere delle potenzialità. Facevo danza classica, ma non avevo trovato ancora la mia strada, finché partecipando ai vari stage ho scoperto la danza contemporanea e ho capito che questa era la mia dimensione». Ed è proprio con la danza contemporanea che Lucia, 27 anni, è diventata una star; da Agliana a Copenaghen. Dal luglio 2014 fa parte della “Dansk danseteater”, prestigiosa compagnia danese, diretta dal coreografo Tim Rushton, attiva da oltre venti anni, prima in Danimarca per la danza contemporanea e tra le più importanti in Europa.

Come ci sei arrivata? 

«Dopo il diploma all’Accademia di Roma volevo entrare in un organico importante ed ho inviato il mio curriculum in tutta Europa» racconta. «All’audizione per “Dansk danseteater” mi sono trovata con 400 persone, alcune provenienti dalle più prestigiose accademie europee ed ho pensato: non mi prenderanno mai. Alla fine siamo rimasti in dieci: io l’unica italiana. Quando mi hanno offerto il contratto, ovviamente, ho risposto “sì”. Era un contratto per qualche mese, per l’International tour, quindi fuori dalla Danimarca, con lo spettacolo Black diamond; solo allora ho scoperto che fra 400 concorrenti avevano scelto solo me. Ero l’unica ammessa: non ci volevo credere. Con questo spettacolo siamo stati in molti paesi europei, ma anche in Cina, Corea, Thailandia ed io ho ricevuto anche un’ottima critica su una rivista specializzata. Poi mi hanno offerto di restare ed ho fatto l’intera stagione, partecipando al National tour con lo spettacolo Carmina Burana».

A luglio Lucia è tornata a casa ad Agliana (dove abitano i suoi genitori) per pochi giorni di ferie. Poi è volata di nuovo a Copenaghen. «Ho il contratto per un altro anno» riferisce soddisfatta. «In Italia non c’è sbocco lavorativo per la danza. Sarei rimasta volentieri, ho lasciato amici e affetti. I primi mesi in Danimarca sono stati difficili: meno luce, più freddo, stili di vita diversi anche se più alti rispetto all’Italia. Nella compagnia mi trovo bene: l’ambiente della danza è concorrenziale e spietato, ma qui siamo colleghi ed amici. Forse perché, eccetto un danese, siamo tutti stranieri». Lucia è rimasta molto legata a Elisabetta Bresci, direttrice della scuola aglianese “Danzarte” che le ha dato l’opportunità di frequentare diversi stage e partecipare a concorsi. Molti li ha vinti, oppure era nei finalisti. «L’ultimo che ho vinto» riferisce «era una borsa di studio di tre anni per l’Accademia “Dance arts” diretta da Mauro Astolfi. Lì ho imparato tantissimo sulla danza contemporanea e sono entrata in contatto con coreografi internazionali. In quei tre anni ho ballato nella compagnia junior di Astolfi. Mi sono fatta le ossa, è stato un bel tirocinio».

Aspirazioni per il futuro? 

«Godermi i livelli raggiunti, ma salire ancora e lavorare con grandi nomi della danza. Mi piacerebbe anche fare la coreografa. Intanto il sogno di far diventare una professione la passione per la danza l’ho realizzato. Sono consapevole che la carriera di danzatrice è breve, anche se ora si è allungata. Però ho conseguito anche una laurea triennale al Dams in lettere e filosofia, prima dell’Accademia, sotto lo stimolo dei miei genitori. Sono stati intransigenti ma hanno fatto bene».

Ai tuoi coetanei in cerca di lavoro cosa dici? 

«Non dobbiamo arrenderci troppo facilmente. Studiando tanto possiamo scoprire poteri che non sappiamo di avere. Io ho avuto dedizione e volontà e non mi sono mai fermata davanti alle porte chiuse. Babbo e mamma mi chiamano la “guerriera” perché non mi arrendo mai».

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