di Marco Bagnoli
dicembre 2023
Abbiamo fatto quattro chiacchiere con il nostro collaboratore Marco Bagnoli, in procinto di conseguire la Laurea Magistrale su un argomento musicale di stretta attualità: i Beatles. Preceduti dall’ultimo album dei Rolling Stones, Hackney Diamonds, anche i quattro baronetti di Liverpool sono tornati dal passato – e per l’ultima volta, a quanto pare, con la canzone “Now And Then”.
Perché questa canzone è così speciale – ammesso che lo sia?
«Innanzitutto, anche solo a voler restringere il campo ai veri fan dei Beatles, si è trattato di un evento davvero eccezionale, di risonanza mondiale. Al di là del dato tecnico, e cioè dell’effettiva compresenza di tutti e quattro i Beatles riuniti nella stessa canzone, c’è poi tutto il portato emozionale. Al di là dell’utilizzo della tecnologia AI, è la voce di John Lennon quella che sentiamo, e nel testo si parla di qualcuno che manca, “I miss you”, di qualcuno che vorremmo che fosse qui con noi. Quindi si parla dei nostri cari che non ci sono più, oltre che di John Lennon e George Harrison ovvio: l’assenza dei due Beatles convalida il sentimento che un fan sente per forza nella performance di Paul McCartney e Ringo Starr».
Non si è trattato solamente di una trovata commerciale?
«I soldi piacciono a tutti, ma parafrasando “She’s Leaving Home”, “il divertimento è una cosa che i soldi non possono comprare”. E forse anche una sorta di senso del dovere è qualcosa che va oltre il denaro: questa canzone dopotutto doveva essere realizzata, perché è l’ultima di una grande storia. Anche nel senso che è l’ultima arrivata, il cuore vorrebbe che ce ne fossero altre. E infatti anche il titolo, “Now And Then”, contiene le parole “adesso” e “allora, poi”, ma in realtà significa “ogni tanto”. È quindi ogni tanto, senza troppo soffrire, penseremo a tutte quelle persone che non ci sono più, ma che alle volte sono sempre disponibili a stare ancora un po’ con noi».
