di Marco Bagnoli
dicembre 2015
Per questa storia attingiamo direttamente da un testo di tutto rispetto per quanto riguarda la storiografia locale – nientemeno che il volume pubblicato nel 1972 in occasione del primo centenario della costruzione della chiesa di San Piero, opera della penna dello stesso don Franco Leporatti, all’epoca proposto. Questo racconto, presentato nel volume come curiosità, si rifà ad un articolo pubblicato sulla Tribuna illustra, uno dei settimanali all’epoca più letti, il 24 maggio del 1936, nella serie “Storie di imbrogli e imposture”; titolo dell’articolo “La predicatora”, una certa Maria Caterina Marini nata nel 1737 ad Agliana. Il testo del 1972 accerta la presenza della medesima al numero 1181 del Registro dei battezzati, figlia di Jacopo Marini e Maddalena Cecchi.
Ma veniamo al fatto. Maria Caterina Marini si reca a Firenze nel 1764 a servizio presso un sacerdote, e viene in possesso delle sue prediche, debitamente infarcite di citazioni latine; sembra che la giovane donna, dotata i una eccezionale memoria, riuscisse ad imparare queste prediche, fino a convincersi dell’inopportunità di seguitare il suo mestiere, preferendo darsi alla predicazione. Percorre così molte delle contrade toscane, vantando particolare fiducia col Granduca stesso allo scopo d’ingraziarsi l’uditorio, cui prometteva i favori del sovrano. La facilità di parola e le doti ingannatrici, le fanno riscuotere “successo” ovunque, e “grande ammirazione desta anche fra i sacerdoti e i frati, l’eloquenza dell’umile donnetta, che raccoglie in abbondanza denaro e regali, e trova ovunque letto e pasti gratis”. La sua fama durò molti anni, accompagnata dalle fortunate oblazioni del suo pubblico, fino al 25 giugno del 1788. Quel giorno la Predicatora ferisce gravemente un partenopeo suo dozzinante. Fu arrestata ma condannata ad una pena assai mite, grazie alla efficace difesa che seppe abilmente sostenere contro l’accusa di inganno e violenza. “Il pubblico col suo fanatismo mi a spinto a farmi dispensiera di promesse e illusioni. Io non ho portato via nulla a chi si è rivolto a me, ho preso quel che mi davano”. La vicenda di sangue sembra avere al centro il coltello, alternativamente impugnato dall’una o dall’altra nelle diverse versioni delle parti in causa, parimenti desiderose di un approccio “impudico”.
L’immagine e l’informazioni di questo articolo, sono tratte dal libro: “S. PIERO AGLIANA – Cenni storici su la parrocchia e il territorio raccolti in occasione del I° Centenario della costruzione della chiesa” .