di Piera Salvi
settembre 2020
Da Agliana a Vieste, in provincia di Foggia, con una bici da strada. La prima avventura da cicloturista solitario di Milo Lombardi è andata oltre le aspettative. «Con questa bici non puoi arrivare a Campo Imperatore, non è adatta per lunghi viaggi trasportando un carico». Così si era sentito dire Milo Lombardi, l’11 agosto, da un meccanico del Valdarno al quale aveva dovuto rivolgersi per un problema alla ruota posteriore della sua bicicletta, con la quale si era proposto di raggiungere l’altopiano più esteso dell’Appennino passando dalle città colpite dal terremoto: Norcia, Amatrice e l’Aquila.
Milo ha 37 anni, è disegnatore meccanico e abita nella frazione di Ponte dei Bini. Da qui era partito con la sua bicicletta, prima tappa il Valdarno con il primo problema e le parole poco incoraggianti del meccanico. Sulla sua bici da strada, una ibrida, a metà tra la mountain bike e una bicicletta da ciclismo, Milo aveva caricato l’indispensabile: tenda, sacco a pelo, zaino e due borse con gli indumenti. Impossibile alleggerire il carico, ma lui decise di proseguire e non solo a Campo Imperatore c’è arrivato, è andato oltre: il 23 agosto era a Vieste, sul Gargano. «E la mia bici non ha avuto altri problemi», racconta soddisfatto Lombardi. «Ora la chiamo “La Poderosa”, come la moto di Che Guevara. La percorrenza media è stata di circa 75 chilometri al giorno, ma la lunghezza delle tappe dipendeva anche dalla possibilità di fermarmi a dormire. Di solito cercavo un camping dove montare la tenda, se non lo trovavo dormivo in bed and breakfast. La tappa più lunga è stata di 124 chilometri, proprio il giorno che sono arrivato a Campo Imperatore, perché a Rocca Calascio mi è venuta voglia di andare al mare e ho proseguito fino a Pescara». Lombardi ha poi pedalato lungo la costa abruzzese, precorrendo la “Costa dei trabocchi” fino ad arrivare a Vieste. «Attraversando l’Umbria», riferisce, «ho percorso ciclovie famose, come la Assisi-Spoleto e la Spoleto-Norcia, su altri tratti ho fatto strade secondarie». Milo ha macinato sui pedali 933 chilometri, raggiungendo anche i 2000 metri di altitudine.
Com’è nata l’idea di fare questo primo viaggio da cicloturista?
«Mi piace stare a contatto con la natura, pratico trekking e corsa in montagna. Due anni fa ho fatto a piedi la via Francigena da Siena a Roma e in passato avevo fatto una parte del cammino di Santiago, con amici. Da solo ho visitato diversi paesi stranieri: Perù, Messico, Laos, Marocco. Ho riscoperto la bicicletta nel maggio scorso, dopo il lockdown e ho cominciato a fare giretti di dieci o venti chilometri. L’idea di fare da solo questa esperienza su due ruote è maturata a luglio, per mettermi alla prova, anche senza allenamento».
E’ stata dura?
«Alcune mattine mi svegliavo stanco, ma mettendomi in movimento recuperavo. Mi piace l’incognita. La volontà e la curiosità mi hanno stimolato. Conoscere e applicare le regole dello sport mi ha aiutato».
Come ti lascia questa esperienza?
«Ho avuto la conferma che con un obiettivo si può trovare energia. Ho incontrato tante persone e ho trovato anche sostegno. Ci riproverò».